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SADO - SOCIETA' ANONIMA DECOSTRUZIONISMI ORGANICI  "Musiche per signorine da marito (Cura uditiva della narcolessia in forma sentenziale)"
   (2019 )

Prima di avventurarci in questo brevissimo delirio, bisogna ricordare chi è Paolo Baltaro: www.musicmap.it/recdischi/ordinaperr.asp?id=5196, ecco. La SADO - Società Anonima Decostruzionismi Organici, progetto free jazz che Paolo Baltaro dirige dal 1994, giunge alla sua nona uscita discografica: “Musiche per signorine da marito (Cura uditiva della narcolessia in forma sentenziale)”. L’album si presenta, concettualmente, come un audio – farmaco, in nove pillole da far assumere all’ascoltatore – paziente. Le pillole da assumere sono nove, ma ripetute due volte: prima tutte “in italiano”, poi tutte “in inglese”. In realtà, nella traduzione cambiano solo i messaggi alla fine delle tracce… ma andiamo con ordine. Queste nove canzoni bonsai hanno la medesima struttura tripartita: costruzione musicale, voce femminile automatica che pronuncia un’ovvietà, e voce maschile automatica che pronuncia una frase di conseguenza, spesso legata alla narcolessia. Ciò che sorprende, è che le nove parti musicali sono molto diverse fra loro, e i brani superano a fatica il minuto di durata. In poco meno di otto minuti, abbiamo un ricco caleidoscopio di frammenti slegati, di schegge impazzite. “Signorine da marito alla guida di un veicolo veloce” è un industrial rock. “I can’t stand it anymore” sfiora il digital hardcore, che sorregge una voce di donna incazzata (tipo gli Atari Teenage Riot in “Rage”). “L’inno della Nuova Giudea e Nanni Svampa” incrocia musica meridionale tradizionale, con tanto di mandolino, ed una base chillout. Uno zappiano coro soul anni ’60 caratterizza “People melting boring ladies”, mentre una musica da colonna sonora Disney anni ’50, che si trasforma in jazz punk à la Naked City, è lo sfondo de “L’individuo instabile”. Qui si sente anche una voce deformata che recita un vecchio spot pubblicitario di una nota marca di surgelati. Un pop rock melodico invece avvia “La fioriera”, dove c’è uno stralcio di strofa assolutamente delirante: “Praticamente soli, noi ci immoliamo per la fioriera. Praticamente aloni, noi masturbiamo l’altalena”. C’è tutta quella godibilissima follia che collega prog e musica demenziale, anche nell’intricata sequenza atonale di note di “Baleno”. Voci ancora più disturbanti sono presenti in “Simona e l’amore (parte 1)” e in “Simona e l’amore (parte 2)”. Qui sfioriamo l’indefinibile, l’anarchia totale musicale. Per quanto riguarda le frasi pronunciate dalla voce femminile e da quella maschile, possiamo citarne alcune: “Gli animali domestici sono socievoli con i bambini simpatici. – Pertanto, assumere anfetaminoidi per restare svegli è molto indicato”. “Le religioni aiutano gli esseri umani senzienti a sopportare l’ipotesi della propria morte. – E ricordati che assopirsi nelle ore di lavoro è disonesto e sconveniente”. “Il treno è veloce, il pensiero è veloce, la mano è veloce ed è un arto indispensabile. – Dormire è male, dormire fa male, dormire è cosa molto cattiva”. Cosa dire? Ecco, al decimo ascolto di “People melting boring ladies”, mi sono accorto che sotto al coro soul zappiano che dicevo, c’è una vocina nascosta che dice: “Stai sveglio!”. Mentre ne “L’individuo instabile”, la vocina grida “Ho sonno!”. Anche a leggere questa stessa analisi ci vuole più tempo che ad ascoltare tutto il disco. “Musiche per signorine da marito (Cura uditiva della narcolessia in forma sentenziale)” è un piccolo, vorticoso gioiello, perfetto per l’uomo schizoide del ventunesimo secolo, e per il suo deficit di attenzione. (Gilberto Ongaro)