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15/10/2024
03/05/2022 CASABLANCA
''Avendo anni alle spalle ci sentiamo un po' come termometri, sappiamo sempre prima quando c'è febbre...''
La band guidata dai due ex Deasonika Max Zanotti (voce chitarra) e Stefano Facchi (batteria) coadiuvati da Antonio Mesisca (basso) e Rosario Lo Monaco (chitarra), torna con un nuovo album intitolato “Il lato oscuro” (su CD, MC e LP Limited per Vrec/Audioglobe) che riporta l’attenzione sul rock più abrasivo e urticante ma con l’eleganza dei testi di Zanotti che riescono ad essere taglienti ed universali allo stesso tempo.
Benvenuto. Dalla tua prima band (Glare) ad oggi sono passati 33 anni, transitati ulteriormente con altri gruppi e capitoli come solista. Insomma, un'esperienza rimarchevole che ti ha portato, comunque, ai risultati che ti prefiggevi? ''Sembra ieri quando iniziavo a frequentare le sale prova del rock club di Como, con tanta voglia di fare musica ma senza pensare a cosa avrebbe portato. L'innamoramento è stato graduale e non è più' andato via. Forse è questo che mi ha accompagnato in questi anni. Le strade sono state molteplici, tutte affascinanti. Alcune piu' gratificanti di altre ma rifarei tutto.
Non penso ai risultati in termini economici o di "fama". E' la consapevolezza di quello che ho fatto e di quello che sono diventato negli anni che mi fa pensare di aver scelto le cose giuste.
Ovviamente se qualcosa in piu' fosse arrivato sarebbe stato gradito, solo per l'amore con cui ho fatto le cose''.
Il 2000 segna l'entrata in campo dei Deasonika con l'album "L'uomo del secolo" (al quale ne seguiranno altri 3). Visti i notevoli consensi ottenuti, avete sfiorato il grande successo; era lì lì... "ad un passo", come recita il titolo di un tuo disco solista, no? Questo progetto è in stand-by o definitivamente tramontato? ''Non credo alle rimpatriate giusto per ricordare i bei tempi. Se ci sarà l'impulso da parte di tutti potrebbe anche succedere qualcosa ma ne dubito''.
Passiamo ai Casablanca. A quattro anni dal precedente "Pace, violenza o costume", arriva in maggio il nuovo "Il lato oscuro": terzo disco che riporta in auge sonorità a te/voi molto care: quelle del rock-stoner-grunge anni '90. Cosa rappresenta per te quel sound tanto amato? Ti manca un po'? ''Rappresenta la parte migliore della mia carriera di ascoltatore, di musicista e di autore. Non mi manca tanto il sentire alcune sonorità ma è notare che le rock band sono finite, almeno nel nostro paese. Il constatare che si cerchino band in tv la dice lunga sullo stato di salute musicale che c'è. Non vorrei mai avere 20 anni oggi, è di una noia fotonica. Il sound di quegli anni era una specie di droga legale. Volevi ascoltarla, suonarla, copiarla e ammirarla. In alcuni casi era irraggiungibile e questo faceva si che la parola arte avesse un senso. Non era per tutti''.
Già due i singoli estratti: "Il cane cieco" e "Nella sete" (feat. Alteria). Ce li descrivi ? So che l'omologazione di popolo, con relativa spersonalizzazione degli individui, è un tema che sentite urgente... ''Il cane cieco parla di divisione sociale, di odio senza motivazione, di omologazione e di perdita di coraggio, un po' il rimarcare sudditanze create nel tempo.
''Nella sete'' invoca cose che non si hanno piu'. Sono due temi che in questo periodo sono riaffiorati sulla nostra pelle purtroppo. Avendo ormai anni alle spalle ci sentiamo un po' come termometri, sappiamo sempre prima quando c'e' febbre''.
Da quando la band si è formata, son passati otto anni e tre album. In cosa si differenziano? Certo che, in quest'ultimo, il feat. di Giusy Ferreri in "Siamo in America" non passa inosservato, considerato che la ascoltiamo in una veste inedita e sorprendente! Come siete arrivati a lei? ''Anni fa ho scritto una canzone per Giusy (''Il mio universo''). Ho sempre ammirato la sua vocalità scura e ci siamo sempre detti che un giorno avremmo fatto qualcosa insieme. Durante la registrazione del disco ci siamo sentiti con la stessa idea e le ho mandato il provino. Se ne è innamorata subito, ci siamo visti, ha registrato e fine''.
Interessante la chance che date alle nuove band di re-interpretare "Il cane cieco" per poi invitare le più brave ad aprire i vostri coincerti. Come stanno andando le adesioni? Ne hai già individuate di talentuose? Già nella prossima data-live, al Dissesto club di Tivoli (proprio il 6 maggio, uscita del disco...) qualcuna salirà sul palco? ''Sì, è stata un'idea condivisa e partita dal nostro discografico (David Bonato). Le adesioni sono state tante e alcune versioni sono state veramente sorprendenti. Alcune fedeli e altre reinterpretate anche a livello sonoro. Non escludiamo che già a Tivoli si possa organizzare qualcosa, a noi farebbe sicuramente piacere''.
"Il lato oscuto", oltre ad essere un bellissimo album, colpisce anche per l'art-work della copertina, ad opera del "painterpunkrocker" Rufoism. Nel crearla, ha avuto delle indicazione anche da voi o ha fatto completamente ricorso al suo estro artistico? ''Conosco Marco da quando avevamo 20 anni e passavamo la maggior parte delle giornate ad ascoltare musica, andare a concerti e condividere i sabati sera in giro.
Non ha bisogno di input, è un artista clamoroso. Ha solo voluto ascoltare il disco e ha creato l'artwork. Ne sono felice perché dopo 30 anni siamo riusciti ancora a condividere quello che più amiamo. Essendo anche lui musicista ha capito subito di cosa avevamo bisogno''.
Mi colpisce una tua frase: "Il mio buonismo è finito tempo fa...". Ovviamente, con il fatto che l'uomo stia imboccando sentieri belligeranti ed il conseguente impoverimento culturale e spirituale delle persone, immagino che tu non abbia cambiato idea. Tuttavia, credi che la forza della musica, se lanciata con echi ridondanti fatti di grandi numeri, possa in qualche modo ri-destare una miccia riflessiva? ''Bisognerebbe rituffarsi nella bellezza in tutte le sue forme per capire che la strada intrapresa è senza uscita. D'altronde chi governa e prende decisioni per noi poco ha a che fare con il significato di bellezza, di grazia, di giustizia e di condivisione.
Persone aride, parlano lingue diverse dalla nostra. Non vedo molte vie di uscita se non il non giustificare più nessuno per forza. A volte la democrazia è pericolosa perché è solo apparente''.
Ringraziando i Casablanca invitiamo tutti ad ascoltare il loro nuovo, bellissimo album "Il lato oscuro" per rivivere un sano, buon rock. (Max Casali)