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28/05/2022   STEFANO CINTI
  ''Credo che il pregiudizio sia in ognuno di noi, pronto a fare capolino...''

Come nasce il tuo progetto musicale? ''E’ una alchimia difficile da descrivere. Alcune volte arrivano prima le parole e poi dopo matura la musica, altre invece si manifesta prima la melodia o una sequenza di accordi. Raramente accade che il brano venga fuori già bell’e pronto. E’ stato il caso della canzone “La fine del mondo” che ho scritto in pochi minuti sull’onda della rabbia e della frustrazione che ho provato all'inizio del confinamento per la pandemia da COVID-19. In ogni caso, credo che il processo creativo non sia completamente irrazionale, direi anzi che scaturisce dall’osservazione della realtà e dalla sua elaborazione. Il tutto ha una sua logica e richiede una buona dose di disciplina perché se non ‘fissi' subito quello che ti viene in mente lo perdi altrettanto velocemente e per sempre''.

Come nasce “Io non sono razzista, ma…”? ''Volevo descrivere il pregiudizio, l’atteggiamento verso cio’ che e’ diverso da noi, i luoghi comuni e la pigrizia di confrontarsi con gli altri, ma senza definirli chiaramente, attraverso delle frasi che ho sentito dire negli anni e in parte rielaborato o inventato. Volevo lasciare all’ascoltatore la liberta’ di riconoscerle e/o riconoscersi in alcune di queste, di autocriticarsi e ridere di sé stesso e, cosi’ facendo, di migliorarsi. Non volevo giudicare nessuno anche perche’ credo che il pregiudizio sia in ognuno di noi, pronto a fare capolino; piuttosto volevo stimolare una riflessione sull’argomento''.

Ti vedremo in concerto da qualche parte prossimamente? ''A parte un paio di occasioni qui a Bruxelles, il 2 Luglio saro’ a Roma per partecipare alla finale del Festival Cantautori - Icona Culturale - per il quale sono stato selezionato con il brano “Vienimi a cercare”''.

Ci sono degli artisti ai quali ti ispiri per il tuo progetto musicale? ''Sono molti gli episodi che hanno segnato il mio percorso musicale in maniera indelebile. Ricordo ancora l’emozione che ho provato ascoltando “La canzone del sole” di Lucio Battisti; le parole e la ritmica del brano… mi sembro’ tutto cosi’ innovativo per un cantautore italiano dell’epoca. Erano gli anni '70 e di li’ a poco avrei scoperto le sonorità’ degli Yes attraverso l’album “Fragile” e quelle della italiana Premiata Forneria Marconi (PFM). Ancora oggi mi emoziono ascoltando sia l’impasto vocale del gruppo inglese e le tastiere di Rick Wackerman che il disco di De Andre’: “'In concerto con PFM vol. 1”. Ricordo un viaggio in macchina verso la Yugoslavia con “Bella ‘Mbriana” di Pino Daniele come colonna sonora. Poi piu’ tardi, negli anni '80 scoprii lo swing ascoltando l’orchestra della Rai suonare un brano jazz, credo l’autore fosse Glenn Miller. E poi il jazzrock dei Weather Report ma anche la musica dance degli Chic e il technopop degli Human League e ancora il minimalismo di David Sylvian, i tropicalisti Caetano Veloso, Gilberto Gil e Tom Zé, la world music di Paul Simon con “Graceland”, e Peter Gabriel e gli artisti che la sua etichetta ha lanciato. Tra i cantautori e musicisti italiani quelli che sento piu’ vicini sono Pino Daniele, Enzo Carella, Simone Cristicchi, Niccolo’ Fabi. Mi interessano molto anche Caparezza e Tricarico. Oggi ascolto tutta la musica che passa in radio e mi piacciono le sorprese piu’ che gli ascolti programmati degli LP o dei CD. Mi piace molto la musica dal vivo, quando posso vado a sentire musica jazz. L’ultimo concerto che ho visto e’ stato quello di Goran Bregović, nel quadro del Festival di musica balcanica a Bruxelles''.