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02/10/2024
25/06/2022 PAMBIANCHI
''Parte tutto dall’amore, quello che rende la nostra esistenza degna di essere vissuta...''
Gregorio Pambianchi nasce a Ferrara il 19 settembre 1996, tra i colorati anni ‘90 e gli eccentrici 2000. Cresciuto a colpi di MTV, Top Of The Pops e Festivalbar, non poteva che sviluppare un amore incondizionato per il panorama culturale pop/dance ballando e cantando inconsapevolmente davanti ai videoclip di Madonna, Kylie Minogue, Paola & Chiara e Gabry Ponte, influenze che segneranno in maniera indelebile i suoi futuri progetti.
''Sorgente'' è il singolo di esordio del giovane artista ferrarese.
Benvenuto Greg. Visto che debutti quest’anno sulla scena musicale, di cosa ti sei occupato in passato? ''Ciao! Innanzitutto grazie per questa occasione in cui poter parlare in modo più approfondito del mio progetto e del mio percorso.
In passato ho frequentato lezioni di canto private per molti anni e nel frattempo pubblicavo cover su YouTube. Mi è sempre piaciuto accompagnarle con piccoli progetti grafici, foto e video, come se fossero vere e proprie uscite discografiche. È un approccio che continuo a portare avanti: comunicare tramite le immagini per me è fondamentale.
Col tempo ho iniziato a sentire il bisogno di esprimere meglio questo lato creativo, realizzando qualcosa di completamente mio. Così a inizio 2021, in mancanza di soluzioni alternative, mi sono tirato su le maniche provando a fare da solo''.
Il tuo primo singolo “Sorgente” affronta il tema del grande quesito esistenziale. Cosa ti ha spinto a scriverlo? ''Volevo raccontare un periodo molto difficile affrontato qualche anno fa: ansia, disturbi psicosomatici, incertezza sul mio futuro e una relazione travagliata si erano sommati tra loro, delineando un contesto molto pesante. Per alcuni mesi la mia mente si è fissata sul pensiero della morte appena andavo a letto.
Mi sono detto che il modo migliore per parlarne era ricollegare tutto a uno dei miei film preferiti, ''The Fountain - L’albero della vita'' (Darren Aronofsky, 2006). C’era la volontà di rendergli omaggio, ma anche di affrontare un tema insolito in ambito pop commerciale ed eurodance.
Così è nata ''Sorgente'', con l’intento di dare forza a chi ascolta, accompagnarlo attraverso i momenti più bui e spingerlo a trovare la propria luce interiore, riscoprendo l’amore per ciò che lo fa sentire vivo.
In parte è anche un “gioco” a cui sto giocando col pubblico e diventerà più chiaro in futuro: c’è molta più consapevolezza dietro di quanto sembri.
Non siamo più abituati a riflettere (come invita a fare la canzone nella frase di apertura) sui testi. La musica è ormai un prodotto usa e getta, veicolo di messaggi frivoli e privi di senso logico. Ho sfruttato questa disattenzione per far divertire e ballare le persone su una canzone che parla di morte, rendendo l’argomento meno spaventoso grazie a una sorta di macabra ironia. Al tempo stesso invito a ragionare sulla superficialità con cui ci approcciamo alla musica, in base a preconcetti che alcuni generi nello specifico si portano dietro da sempre.
Penso che il valore di un brano non venga per forza dettato dal genere a cui appartiene o alla sua complessità, bensì dal suo contenuto''.
Dal sound espresso si evince che hai assimilato la gloriosa tradizione dell’eurodance anni ’90. In particolare, quali sono stati i tuoi ascolti preferiti? ''Esatto! Quando un argomento mi appassiona devo sviscerarlo e così ho fatto con l’eurodance. Tuttora continuo a informarmi e scoprire novità, dal momento che negli anni '90 ero ancora piccolo per poterlo fare. Abbiamo a disposizione un passato pieno di perle che potrebbero essere maggiormente valorizzate.
Nei miei ascolti ci sono stati gli immancabili Eiffel 65, Gigi D’Agostino, Gabry Ponte, i Cascada, ma anche brani meno conosciuti (dalla mia generazione e quelle successive) come ''Piece Of My Heart'' degli Intermission, ''Naked In The Rain'' degli Infinity… c’è un intero mondo da scoprire (o riscoprire).
È incredibile come un solo genere, che ha dominato le classifiche per anni, sia stato cancellato completamente all’improvviso, restando però nei cuori di tutti''.
Leggo che l’accettazione del destino finale comune a tutti ti ha comportato non pochi conflitti interiori: come sei riuscito a somatizzarlo? ''Sembra buffo, ma in realtà non lo so. Da un momento all’altro il pensiero ricorrente riguardo alla mia morte è scomparso e ho ripreso a dormire serenamente.
Immagino di aver trovato la mia risposta, quel “tu” in fondo al testo che ho lasciato alla libera interpretazione dell’ascoltatore.
Citando The Fountain, “la morte è la via dello stupore” e nel mio caso si è effettivamente trasformata in un atto di creazione. Un rapporto doveva morire perché io e la mia musica potessimo esistere. Allo stesso modo, se il genere eurodance non fosse scomparso non avrei potuto fare quello che sto facendo. Una fine, per quanto negativa, apre sempre a nuove sorprendenti possibilità''.
Come hai fatto a trasformare una tematica cosi ineluttabile in ristorante energia? ''Diciamo che parlare di morte a 140 BPM sopra a una melodia estremamente orecchiabile mi ha aiutato. Il sound di ''Sorgente'' è energico, ma anche malinconico, misterioso e soprattutto pieno di speranza, caratteristica che accomuna gran parte i brani che scrivo. È una canzone di incoraggiamento che arriva al punto in modo diretto senza troppi giri di parole. Ho cercato di trasmettere una grande carica, come quando stringiamo i denti e decidiamo di combattere anche se tutto sembra mettersi contro di noi''.
“Sorgente” sarà la… fonte per attingere ad un imminente album? Punterai ancora sull’eurodance? ''Sì e no. Devo ancora decidere come procedere con le pubblicazioni e mi piace mantenere un po’ di mistero. Mi sono basato su un processo sottrattivo puntando alla qualità piuttosto che alla quantità, al fine di strutturare un’opera coerente e interconnessa. Posso dire che ''Sorgente'' è solo l’inizio di un lungo corso d’acqua. L’eurodance rimarrà la colonna portante dell’intera esperienza, essendo parte essenziale del suo significato, ma ci saranno delle sorprese''.
Oltre ad aver studiato canto e stili di ballo, sei laureato in Scienze della Comunicazione. Proverai ad applicare tutto questo in musica? ''Assolutamente, si tratta di ambiti ai quali attingo e in cui voglio migliorare sempre di più. Applico ogni conoscenza e abilità a disposizione nella rappresentazione delle idee. Il percorso di studi che ho affrontato mi aiuta moltissimo e mi porta a valutare con cura tutto quello che faccio''.
È indubbio che insegui una proposta che, in primis, soddisfi te stesso per poter interpretare i gusti del pubblico, giusto? Sono previste situazioni promozionali per “Sorgente”? ''Giusto, la proposta è alimentata principalmente dalla necessità di esprimersi e di condividere con gli altri ciò che amo. Sono sempre stato abbastanza introverso e riservato, ma grazie alla musica ho aperto il mio cuore davanti ad argomenti che non avrei mai avuto il coraggio di affrontare diversamente.
Parte tutto dall’amore di cui parlo in ''Sorgente'', quello che rende la nostra esistenza degna di essere vissuta. Alla fine credo sia giusto così. Per quanto l’aspetto economico impatti significativamente (e talvolta negativamente) sulla realizzazione, non dovrebbe influenzare l’arte. Questo è il presupposto per presentarsi in modo sincero al pubblico.
Punto sull’unicità e offro un’alternativa reale a chi è stanco del panorama musicale italiano. Trovo che questo mi dia senso di esistere come artista, senso che non avrei se mi limitassi a seguire le tendenze o a emulare ciò che altri artisti stanno già facendo meglio.
Trattandosi del mio primo singolo non ho previsto particolari attività promozionali, ma è una possibilità che spero di avere per le future pubblicazioni.
Grazie di nuovo per questa bella opportunità e per le domande interessanti, danno sempre la possibilità di riflettere e imparare a conoscersi''.
Augurando ottime prospettive, salutiamo Pambianchi con l’auspicio che il suo singolo possa infondere tanta riflessione e consapevolezza personale. (Max Casali)