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29/06/2022   BLUE SHIRTS
  ''Siamo un gruppo non solo in sala prove, lo siamo anche fuori, nella vita. Una famiglia...''

Blue Shirts, un nome semplice e d’impatto, da dove è arrivata l’idea? ''È stato molto semplice e, a suo modo, casuale. Suonavamo insieme da pochissimo e non avevamo ancora un nome. Una mattina d’estate nel 2017, mentre eravamo in sala prove, ci siamo accorti che tutti quanti avevamo una camicia blu, o azzurra. Da qui “Oh, ma se ci chiamassimo Blue Shirts?”. Approved''.

Come vi siete conosciuti? ''Luca Cestari ha fondato la band con Gabriele Andretti, batterista e suo fido compagno di banco al liceo. Stefano Nicolodi ed Eugenio Donini si conoscevano di vista perché facevano la stessa scuola, ma li abbiamo conosciuti quando abbiamo messo degli annunci su Instagram dicendo che cercavamo un chitarrista e un bassista. Stefano, inoltre, conosceva già Loris perché erano stati compagni di classe al liceo, per un periodo; quindi, ce lo ha presentato quando abbiamo avuto bisogno di un nuovo batterista''.

Quali sono le principali difficoltà che avete incontrato sinora sul vostro cammino? ''Una parola: Covid19''.

Cosa ne pensate dell’attuale panorama musicale? ''È difficile rispondere a questa domanda. Il panorama musicale di oggi è talmente vasto che si rischia di perdersi. Ci sono però, naturalmente, delle personalità che spiccano in questa vastità, sia persone in vetta alle classifiche che artisti un po’ più di nicchia, e suscitano in maniera particolare la nostra attenzione. Ad esempio, abbiamo sempre apprezzato i Pinguini Tattici Nucleari, sin dai primi album, perché la loro ironia è unica, il loro modo di raccontare i nostri tempi è divertente. Un altro gruppo fantastico sono gli Zen Circus. Sebbene un po’ più di nicchia rispetto ad altri, hanno una carica pazzesca nella musica e nei testi, una rabbia, un essere contro gli schemi, che va a coinvolgere l’ascoltatore. Tra i rapper non possiamo non citare Murubutu. I suoi testi sono poesie, trattati filosofici, critiche alla società dei nostri tempi. Unico''.

Come avete vissuto il periodo della pandemia? ''È stato abbastanza difficile, per noi come per tutti. Tutto si è pressoché fermato. Non potevamo fare prove, non c’erano concerti, non potevamo registrare. Molti gruppi di giovani come noi si sono addirittura sciolti. Noi, però, guardiamo al lato positivo. È stato un periodo di fermo molto lungo, ma raga, noi abbiamo resistito. Come abbiamo fatto, con tutti i problemi che ci sono stati? Beh, è molto semplice. Noi siamo un gruppo non solo in sala prove, non solo sul palco o in sala di registrazione. Siamo un gruppo anche fuori, nella vita. Una famiglia. Questo nostro essere uniti ci ha aiutati a resistere a questa dannata pandemia, per tornare ancora più forti ed uniti. Durante il lockdown facevamo videochiamate che duravano serate intere, e sebbene non ci fosse nulla da raccontare perché (vi ricorderete bene anche voi) eravamo tutti chiusi in casa, trovavamo comunque cose di cui parlare, e ridevamo tutta la sera. Indubbiamente tutto questo ci ha dato molta forza''.

Ci saranno possibilità di vedervi dal vivo quest’estate? Se “sì”, dove? ''Oh, yess!!! Finalmente, dopo due estati pressoché ferme, possiamo dirlo. Il 14 luglio suoneremo a Trento per il concorso ArezzoWave Trentino, in un luogo ancora da definire. Il 23 luglio suoneremo a Grumes (TN), il 26 luglio a Mattarello (TN) per una serata tributo a Beatles e Rolling Stones. Il 12 agosto suoneremo di nuovo a Grumes al Raduno Rock. Altre date sono ancora in fase di definizione. Potete quindi seguirci sulla nostra pagina instagram (@blue.shirts) dove riceverete aggiornamenti non appena saranno disponibili''.