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09/09/2022   ZAGREB
  ''La nostra fortuna è che non manca mai l’urgenza di raccontarci, e di imprimerla in un disco...''

Benvenuti. Siete in attività da otto anni. Ci raccontate, in sintesi, come la band si è mossa dai tempi del primo singolo “Ermetico” fino ad oggi? ''Ciao ragazzi e benvenuti a Zagreb! Già… sono passati 8 anni e non ci pare vero visto che ancora non possiamo vivere senza la band. ''Ermetico'' fu infatti il primissimo singolo, non avevamo neanche pubblicato un disco che dopo pochi mesi di sala prove, già stavamo girando per i palchi di festival e locali, prima della zona e poi qualcosa fuori. Arrivavamo tutti da progetti attivi, stili diversi ma con alle spalle sempre tanto rock. Ci siamo incontrati, amati e non ci siamo più lasciati, nonostante qualche cambio di formazione. Da quella lontana primavera del 2014 abbiamo collezionato ben 4 dischi ufficiali, centinaia di concerti, collaborazioni, video… un bel viaggio''.

Il nuovo album “Fulmini” è il quarto dopo “Fantasmi ubriachi”, “Palude” e “(Tu sarai complice)”, mantenendo la media di un disco ogni biennio. Quindi, sembrerebbe che la prolificità non vi manchi. Come avviene l’elaborazione delle vostre idee per definire le canzoni? ''Proprio così, quasi come un richiamo della foresta ogni 2 anni dobbiamo pubblicare un disco… e se non fosse per i tempi tecnici di produzione, probabilmente anche prima. La nostra fortuna è che non manca mai l’urgenza di raccontarci e di imprimerla in un disco: passiamo gran parte del nostro tempo in sala prove, a volte le canzoni nascono da un giro armonico, altre arrivano già belle che confezionate da casa di Novello, altre fanno più fatica, altre nascono quasi da sole nel momento in cui ci si incontra. Amiamo produrre, ma amiamo ancor più riprodurle live, per noi fondamentale!''.

Quali sono i singoli su cui puntate? Alla base tematica dell’album, quali sono i messaggi che ci tenete di più a far arrivare al pubblico? ''Una volta prodotto un album, per noi è sempre assai complesso scegliere i singoli che andranno in qualche modo a rappresentare l’intero lavoro. Spesso non ci troviamo d’accordo, a volte alziamo pure la voce, poi troviamo un punto d’incontro e ci lasciamo trasportare. Rimane fondamentale per noi il messaggio, il tema, il modo di cantare un pensiero o un punto di vista: i testi per noi sono molto importanti ed è una ricerca continua. Una ricerca fatta di esperienze personali, vissuti lavorativi, letture, viaggi. Vogliamo raccontare il disagio di un “cane smarrito”, la società che cambia, le differenze, il dolore e la passione. Questo è Zagreb, senza veli né peli''.

Noto che nel singolo “Resto solo io” c’è il featuring di Omar Pedrini. Come lo avete conosciuto e come nasce l’idea della sua collaborazione? Cosa gli è piaciuto di questo pezzo? ''Omar è sempre stato una sorta di mito per tutti noi che da lunghi anni maciniamo rock nostrano e internazionale. Tutto nasce in modo estremamente spontaneo: un amico ci passa il suo numero, lo chiamo, ci si fa due chiacchiere, ascolta il brano e se ne innamora. Dopo circa un mese eravamo già in studio a Ferrara a registrare la sua voce. Un’emozione indescrivibile, un’esperienza pazzesca. Omar non solo si è rivelato un grande artista, ma quello che più ci ha colpiti è stata la sua enorme umanità, quel suo modo di accoglierci come fossimo amici di lunga data''.

Avete condiviso palchi con tanti big: Zen Circus, Sangiorgi, Morandi, Diodato, Ermal Meta e altri ancora. Come vi siete trovati con loro? C’è stato qualche accenno di poter fare in futuro qualcosa con qualcuno di loro? ''A marzo 2022 avevamo appena chiuso le registrazioni di questo nuovo disco “Fulmini”. Dopo questa ennesima fatica, decidemmo di fermarci per dedicarci esclusivamente alla sala prove e a perfezionare quello che era nato in studio, senza dunque dedicarci all’attività live. Improvvisamente ci dissero che avremmo partecipato all’Uno Maggio di Taranto, ci tremava la pelle, sapevamo con chi avremmo condiviso il palco. Da quel giorno, è stata un’estate senza fine, fatti di concerti incredibili: con i Ministri, Manuel Agnelli, festival e location che mai avremmo pensato di arrivarci. Solo ora stiamo iniziando a preparare la nuova scaletta, ma ne è valsa la pena!''.

Avete avuto sempre nomi di un certo peso alla produzione: da Manuele Fusaroli a Michele Guberti ed a Federico Viola. Quali preziose dritte vi han suggerito sotto l’aspetto progettuale? ''Un noto artista e produttore di cui non voglio fare il nome, una notte di fine 2014 ci disse: il primo disco di una band si fa con Fusaroli, poi in caso ci risentiamo. E così è stato! Fusaroli ci ha dato un’identità, ci ha insegnato cosa significa fare una produzione, ci ha pure mandati a casa a studiare meglio le parti. Che personaggio, quanta bellezza però lavorare con lui! Nacque così “Fantasmi ubriachi”. Gli album successivi li abbiamo poi prodotti sempre a Ferrara, ma con Federico Viola al banco, che poi diventerà uno di Zagreb in quanto ci segue anche come fonico durante i live. Con quel noto produttore senza nome non abbiamo mai fatto nulla, ma è sempre nei nostri pensieri''.

Negli anni, la line-up è rimasta praticamente invariata, ad eccezione del drummer Giulio Beniero, che ha sostituito Stefano Bonaldo, ed inoltre riscontriamo il nuovo innesto di Luca Zilio alla chitarra. Perchè questa scelta? Volevate dar più corporatura alle “strings”? ''Circa un anno e mezzo fa, abbiamo dovuto cambiare il batterista per divergenze organizzative e altro. Non potevamo più continuare in quel modo, era come correre in macchina ad alta velocità ma con il freno a mano leggermente tirato. Una notte incontrammo per caso Giulio, non sapevamo chi fosse, ma lui già conosceva Zagreb. Sono bastate 2 prove per capire che era lui colui il quale avrebbe sostituito Stefano. Pochi mesi fa decidemmo inoltre che c’era bisogno di una chitarra più strutturata e di lasciare più spazio al palco al sottoscritto (Novello). Luca era l’unico tra le nostre conoscenze che poteva fare al caso nostro: una telefonata e la settimana dopo era con noi in saletta! Ora la band è al completo e devo ammettere che mai ha suonato così bene!''.

Cosa bolle in pentola dopo il 16 settembre, data di uscita di “Fulmini”? ''L’unica cosa che ci auguriamo è di suonare ''Fulmini'' e gli altri 3 album il più possibile in tutto il Paese. Abbiamo già le valigie pronte, vi aspettiamo!''. (Max Casali)