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16/05/2023   NATALE MASSARA
  ''Oggi le canzoni per lo più non hanno melodie, sono troppo legate al business che c’è dietro...''

Maestro, un caloroso benvenuto su Music Map. Vorremmo iniziare questa chiacchierata chiedendole il suo primo ricordo legato alla musica... ''La Banda Filarmonica di Oleggio (Novara), il paese dove sono nato. Della stessa banda facevano parte il mio papà (trombone), due zii (trombone e tuba) e mio cugino Stanislao Massara, che in seguito diventerà primo trombone al Teatro alla Scala di Milano. Aggiungo anche mia sorella Carmen, che studiava violino. Volevo essere come loro… A 6 anni ho incominciato a studiare il clarinetto in Mib (ero piccolino); a 8 anni già suonavo e sfilavo in quella banda''.

Una carriera, la sua, lunga e ricca. Quali sono state le tappe fondamentali, quelle cose senza le quali non avrebbe potuto diventare ciò che è? ''Lo studio innanzitutto… Ero arrivato al Conservatorio G. Verdi a Milano perché volevo fare il musicista, una mia scelta fin da piccolo, ma dovevo farlo seriamente. Al paese avevo formato un complesso dove suonavo il sax; quando arrivai a Milano, seppi da amici che Celentano stava cercando un sassofonista per formare il gruppo I Ribelli. Non avevo il sax tenore, me lo feci prestare da un amico e mi presentai al provino. Dopo una rock jam, fui promosso da Detto Mariano, Gino Santercole, Gianni Dall’Aglio e naturalmente da Adriano, che mi inserì nei Ribelli. Il gruppo era formato ufficialmente. Con Celentano ho avuto occasione di conoscere il mondo musicale di serie A di allora; e quando lasciammo Celentano dopo tanti successi come gruppo, la Ricordi ci scritturò (un nostro successo ''Pugni chiusi''); ero io che arrangiavo per i Ribelli e la Ricordi decise anche di scritturarmi come arrangiatore per i suoi artisti: Milva, Mia Martini, Gino Paoli, Donatello, Ricky Gianco, Gian Pieretti, Lucio Battisti, Antoine, Petula Clark, oltre ad artisti non “Ricordi”, come Celentano, Mina, Wess e Dori Ghezzi. E tantissimi altri…''.

Dalla musica al cinema il passo è stato breve... ma come è avvenuto? ''Avevo fatto una piccola esperienza nel cinema con Maurizio Vandelli, al quale fu proposto di musicare un film di Giuseppe De Santis, il grande regista di ''Riso amaro'', e stavo lavorando con Vandelli per un disco dell’Equipe 84. Mi chiese di collaborare con lui come coautore e orchestratore per il film ''Un apprezzato professionista di sicuro avvenire''. Registrammo a Roma dove ebbi l’occasione di conoscere grandi addetti ai lavori che mi aiutarono, primo fra tutti Donato Salone, il quale collaborava con tutti i più grandi di allora. Mi insegnò qualche trucchetto… il passo era fatto! Federico Monti Arduini, allora direttore delle Edizioni Ricordi, mi propose di comporre le musiche di una coproduzione internazionale per il film ''L’isola del tesoro'', con protagonista Orson Welles. Sapevo della grande responsabilità nell’accettare quella proposta, ma io volevo entrare in quel mondo e quella era per me la porta principale e l’ho aperta. Avevo le idee chiare, grazie ai miei studi accademici (non ho mai smesso di frequentare il Conservatorio, dove ho studiato la vera musica, anche mentre facevo "il Ribelle" e l’arrangiatore alla Ricordi). Avevo composto una bella colonna sonora e ricevuto i complimenti di tutta la produzione USA. E’ stato un successo quel film e mi ha aperto tante porte. Nota è la mia collaborazione come orchestratore con Pino Donaggio, con il quale ancora oggi collaboro''.

Arriviamo quindi ad oggi, con questo ''Red Eros'', una novità in chiave vintage. Perché pubblicarlo proprio ora? ''Andrea Natale ha avuto una grande idea per ''Red Eros'', l’uscita la devo a lui. Le composizioni dei tre film, che ora sono considerati cult, sono state scritte in tempi in cui il genere erotico andava per la maggiore e i registi Sergio Martino e Pierfrancesco Campanella erano e sono grandi professionisti di quel genere. Sia i film che le musiche meritavano di essere pubblicati''.

Due parole sulla Bluebelldisc, quanto è stato importante il suo appoggio nella realizzazione di questa opera? ''La Bluebelldisc di Andrea Natale è stata determinante per la pubblicazione. Con Andrea c’è un grande rapporto di amicizia ma soprattutto di stima. Ci accomuna la grande passione per il cinema con le sue colonne sonore. E’ riuscito a recuperare materiali fotografici inediti che non avremmo potuto conoscere, grazie a Pierfrancesco Campanella; e voglio ricordare che le musiche di ''Cattive inclinazioni'' non erano mai state pubblicate. Un'occassione per conoscere un risvolto inedito del mio modo di comporre''.

Cosa accomuna il sistema cinema a quello musica, da un punto di vista lavorativo e di meccanismi delle rispettive macchine? ''Sono due sistemi completamente diversi. Quando devi comporre le musiche di una colonna sonora (dopo aver letto attentamente la sceneggiatura), ancora prima di incontrare il regista incominci a mettere insieme delle idee che poi, se confermate, verrano realizzate per accompagnare le varie situazioni e scene del film. Puoi dare emozioni, come puoi dare suspense a seconda del genere di film, ma non devi mai prevaricare il film stesso, se non è volutamente richiesto dal regista. Nel cinema la creatività del compositore deve essere completamente libera. Nell’affrontare la produzione di una canzone devi pensare diversamente. Quando hai una bella canzone, devi innanzitutto pensare al grande pubblico che dovrà decretare il suo successo. Per vestire una canzone oggi devi essere molto attento a ritmi, sonorità, stile di arrangiamento, al testo ma soprattutto al budget perché oggi - a differenza degli anni ’70/‘80’/90’, dove in pochi giorni registravi una canzone - la tempistica è di mesi!''.

Ma lei, tra i due, quale preferisce? Se le è possibile fare questa scelta... ''Il cinema, perché fai musica! Oggi le canzoni per lo più non hanno melodie, c’è molto parlato e ritmo (vedi il rap…). Sono troppo legate al business che c’è dietro''.

La ringraziamo per il tempo a noi concesso, chiedendole quali saranno i suoi prossimi impegni... ''Un film internazionale. Sto già scrivendo dei temi, in attesa di vedere il film montato''.