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20/06/2023   ROBSON DE ALMEIDA
  ''Fatevi dare una mano a rallentare, a volte serve solo quello per raggiungere un obiettivo...''

Italo brasiliano, sghembo contro le “discriminazioni moderne” o almeno così ce le aspettiamo sempre. Che la copertina di questo disco in fondo non ci scherza mica. Come se il futuro portasse un continuo pantano su antichi scogli sociali. Robson De Almeida, al secolo Marco Rossitto, approda ad un esordio dopo anni di gavetta e di cesello artistico vissuta anche e soprattutto dentro moti collettivi (la sua prima crew è del 2012 dal moniker Sud Attitude Crew). Tanto live e contaminazioni che oggi approdano dentro un titolo romantico come “Come fa la marea”: uno sfogo di vissuto personale, una denuncia, un modo di esistere oltre il consueto etichettare. Essere sé stessi è un’emancipazione che tarda ad arrivare. Questo disco, nei suoi toni scuri e nei tanti innesti artistici che vi invitiamo a scoprire, dimostra una maturità e un flow metrico decisamente fresco, personale e salvifico.

Davvero interessante la contaminazione che c’è attorno ad uno stilema se vuoi classico. Il suono di Robson De Almeida dove voleva dirigersi? E dov’è finito secondo te? ''Ho scritto il progetto pensando solo a volermi sfogare e nel farlo ho fatto uscire tutta la naturalezza che mi porto dentro, penso che questo possa fare arrivare a più persone di quanto avrei fatto lavorando a un progetto mirato a entrare nel mercato''.

La Sicilia e quel suo essere terra di confine: in che modo ha scritto questo disco? ''La voglia di fuggire ha dato uno sprint alla realizzazione del progetto, ma sono convinto che la voglia di restare e cambiare o almeno provare a farlo le cose che mi circondano, partendo dalle più piccole come fare stare bene i miei, abbiano dato l'anima a ogni singolo pezzo''.

Adoro la storia dietro i moniker. Dicci: quanto si somigliano Marco Rossitto e Robson De Almeida? ''In realtà si odiano. A parte gli scherzi, nell'ultimo anno penso che la mia grande vittoria sia riuscita dare un equilibrio minimo a queste due parti, ho passato anni a inseguire un sogno senza mai stare attento ai rapporti, familiari o altro, e quando ho avuto la perdita di mamma ho capito che dovevo mettere pausa a volte a questa corsa frenetica. Paradossalmente questo mi ha permesso di vedere dove mettevo i piedi e di crearmi un percorso, sono stato molto aiutato dalla terapia dallo psicologo che ho fatto, quindi consiglio a chiunque legga questa intervista di farsi dare una mano a rallentare che a volte serve solo quello per raggiungere un obiettivo''.

Nessun video ufficiale in rete ma solo un visual di tutto l’ascolto. Perché? ''Abbiamo preferito investire intanto sulla musica e sulla sua qualità e questo inverno dare il resto anche a livello visivo, magari con nuovi pezzi e nuova musica direttamente, magari no, vedremo, seguitemi e lo scoprirete''.

Tra l’altro, ripescando questo visual… una tastiera, cartoni, vinili… siamo indietro nel tempo. Vero? ''Siamo nel presente, ma stiamo facendo una chiusura con quella parte di vita, è ora di chiudere i ricordi e di andare avanti nelle cose''.

Il futuro secondo Robson De Almeida? Che suono avrà? ''Sto studiando, non so cosa mi aspetta, penso solo che sarà Robson De Almeida e che si riconoscerà''.