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19/09/2023   GERO RIGGIO
  ''La musica mette radici sulle emozioni, vive e si nutre di quelle...''

Ciao Gero. Sono oltre tre lustri che è cominciata la tua avventura in musica con l’apprezzatissimo singolo “19 Agosto”. E dopo cosa è successo e che bilancio fai di questi 15 anni di carriera? ''Ciao! Ero appena un adolescente quando nacquero le mie prime composizioni inedite, tra cui “19 AGOSTO”, la mia prima canzone, che tra l’altro mi regalò subito la Finale di Castrocaro. Da quel momento capii che scrivere canzoni era una cosa che faceva stare bene, che riusciva a completarmi e far conoscere il lato più intimo di me. Ho continuato a farlo ogni giorno e in 15 anni tra tante difficoltà, tra periodi travagliati e di riflessione, ho pubblicato ben tre Album di inediti, ponendomi sempre un obiettivo di crescita maggiore''.

Da sempre, operi un discorso di ricerca che attualizza sempre la tua musica: è una dinamica che richiede più impegno o ti viene tutto in modo naturale? ''Le canzoni sono una questione di sensibilità. Cerco sempre di essere attuale raccontando quello e captando quello che succede intorno a me. Voglio raccontare storie che lascino il segno, importanti e che siano credibili nel tempo. Sono molto fortunato da questo punto di vista perché riesco con discreta facilità a centrare l’obiettivo che mi pongo mentre scrivo. Rare volte non ci sono riuscito e quando mi è successo ho semplicemente capito che non si trattava del momento giusto. Le canzoni hanno bisogno del loro tempo''.

Parlaci del nuovo album “Etere” e del suo importante concetto che tenta di estrapolare significati ancora più profondi... ''Etere, più che un album, è un desiderio che ho avuto mentre scrivevo le canzoni che poi hanno fatto parte di questa raccolta: volevo entrare più nel profondo dell’uomo che ho messo al centro e ho immaginato che l’anima umana abbia il suo etere, il suo punto più luminoso dove tutto sta in equilibrio. Ho voluto esplorare quello attraverso la mia musica. Brani come CRESCERE e appunto ETERE sono gli esempi che lo spiegano meglio. Anche questa volta posso dire che ho raggiunto il mio obiettivo''.

Il tuo mondo sonoro è in continuo cambiamento. Trovi che sia ancora attuale la definizione di “move –pop” che coniasti per le tue canzoni? ''Fortunatamente il “pop” è un genere che mi permette di sperimentare, osare, cambiare quando ne sento il bisogno. Non ho mai pensato di discostarmi perché altrimenti snaturerei questa mia idea di proporre musica. Mi piace moltissimo saltellare tra il cantautorato di “riflessione” a quello “scansonato”. Oggi ti posso dire che “move-pop” è stato un periodo molto più “easy”. Adesso sono diventato un uomo. E’ questo si vede anche dalle mie canzoni. Forse il “move” adesso è ciò che muove la mia evoluzione''.

Cosa desideri che arrivi alla gente: un’emozione, una condivisione di pensiero o cos’altro? ''La musica mette radici sulle emozioni. Vive e si nutre di quelle. Quindi sarebbe imprescindibile che il mio desiderio fosse quello. Però la musica deve essere anche veicolo di messaggi validi, forse se ne parla troppo poco ma credo che il modo di comunicare dei nuovi riferimenti musicali giovanili sia fuorviante, specchio di una generazione che non vive di sentimento profondo ma di sensazioni istantanee. La musica deve tornare a ricoprire un ruolo primario, importante, centrale. Abbiamo bisogno di artisti che con semplicità e immediatezza tornino a parlare di vita, di amore, di ciò che di bello muove il Mondo. Me lo auguro e nel mio piccolo darò sempre il mio contributo''.

Visto il tuo fitto passato Live, con tante partecipazioni a Festival e Concorsi, quali sono stati, per te, i crocevia importanti, ossia quelli che ti han trasmesso qualcosa di rilevante? Porterai in tour “Etere”? ''Il palco mi ha regalato sempre emozioni indescrivibili. È il posto dove tu sei al centro e ti doni agli altri attraverso la musica. Certamente le tre tappe fondamentali che mi hanno regalato consapevolezza sono stati Castrocaro, Musica contro le Mafie e Sicurezza Stradale in Musica. Ognuno mi ha insegnato a stare in contesti importanti, a gestire la tensione e dare il massimo. Spero di portare in Tour ETERE. Sto lavorando per quello''.

Cos’è lo scrivere per te: un’esigenza? Un’attitudine? Una decodificazione introspettiva di sensazioni ed istinti? ''Per me è tutto. Scrivere mi aiuta ad esorcizzare alcuni aspetti personali. Mi aiuta a sviluppare la mia creatività. Stimola la mia immaginazione e forse anche i miei desideri più nascosti. Dentro una mia canzone c’è molto del mio carattere. C’è libertà. Ed è importante. Scrivere mi fa stare bene. Una medicina che cura le mie ferite ma anche un coltello che sa riaprirle. Non potrei vivere un giorno senza la musica. Grazie''. (Max Casali)