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14/12/2023   I SHOT A MAN
  ''Ci sono canzoni che nascono da una scintilla, un momento di grazia. Altre dal disordine, dall’ostinazione...''

Fuori da venerdì 1 dicembre 2023 per Bloos Records "Arnold Wolf", il nuovo singolo degli I Shot a Man. Dopo il successo di pubblico e critica del primo disco, “Gunbender”, il trio torinese si è lavato la faccia nel Mississippi ed è tornato in studio per partorire un nuovo album. "Arnold Wolf" è il primo singolo estratto, e suona “come se appoggiassi l’orecchio al cono dell’amplificatore”.

Come è stato concepito Arnold Wolf, come brano musicale e come personaggio? ''Ci sono canzoni che nascono da una scintilla, un momento di grazia. Altre dal disordine, dall’ostinazione. “Arnold Wolf” è una di queste. È il primo singolo del nostro nuovo album, e si è fatto largo tra i tentativi di ritrovare un suono che avevamo sentito da qualche parte, tra i blues del delta del Mississippi. Era primavera, un caro amico ci aveva prestato la sua casa in campagna e ci eravamo ritagliati qualche giorno per lavorare sui pezzi che avrebbero composto il nuovo album (che uscirà a inizio 2024). Abbiamo premuto REC il primo giorno e l’abbiamo staccato l’ultimo. “Arnold Wolf” inizia con un riff di chitarra elettrica. Anzi, inizia dal suono stesso della chitarra elettrica di Domenico. È il suono che ha stabilito cosa poteva stare nel brano. È una vecchia chitarra elettrica, ingrassata da un octaver, saturata da una texture quasi elettronica. Simone alla batteria intuisce che il pezzo non deve correre, ma deve essere ripetitivo e immobile. Manuel improvvisa qualche linea vocale, e tutto prende forma in una miscela che ricorda i ritmi ossessivi dell’Hill Country Blues e i suoni della scena di Nashville coi suoi Black Keys. Quando non ha la chitarra in mano, Domenico tira di boxe. Nelle palestre di pugilato si incontrano personaggi al limite del reale, che sembrano usciti da un film degli ‘70. Arnold è un personaggio fittizio, rappresenta quella “vecchia guardia”, che non molla la presa, piena di stereotipi stantii. Non eravamo sicuri che il testo del brano sarebbe stato inteso. Insomma, l’esagerazione era inequivocabile, le immagini iperboliche, ma c’era bisogno di un’idea. quindi per il videoclip abbiamo cercato di fare qualcosa di contrastante. Abbiamo incontrato Grace, una ragazza di 25 anni, universitaria, che si allena e combatte per una palestra popolare nella sua Torino. Un luogo che fa dell’impegno civile e politico la sua bandiera. Il contrasto tra Grace e Arnold era il corto circuito che cercavamo. Abbiamo realizzato in prima persona il videoclip del brano. All’alba, correvamo lungo il Po insieme a Grace, con la cinepresa in mano. L’abbiamo seguita nei suoi allenamenti, negli sparring alla Palestra Popolare Dante Di Nanni. La scena del live invece è stata realizzata in un locale storico della Torino notturna, Magazzino sul Po''.

Che cosa ascoltate quando non siete impegnati nella creazione di nuovi pezzi? ''Un po’ di tutto a dire il vero, siamo tre persone che hanno molte cose in comune, ma anche gusti diversi. Non possiamo definirci degli integralisti del blues. È una musica che amiamo, e per noi amarla vuol dire accogliere le influenze che l’hanno generata e che ha generato. Chi avrebbe mai immaginato che un giorno Jazz e Bossa Nova si sarebbero incontrati? Eppure adesso sembra un matrimonio che dura da sempre. Siamo molto ispirati dalle musiche del centro e del sudamerica, dalle armonie e dalle scansioni ritmiche dell’Africa occidentale. Non è difficile intuire le influenze di questi generi nei brani del nuovo album. Un brano in particolare è un tributo innamorato al cosiddetto desert blues e alla musica del Niger''.

Il vostro progetto ha avuto una svolta dopo il vostro soggiorno negli Stati Uniti. Ci parlate più nel dettaglio della vostra esperienza oltreoceano? ''Nel 2021 abbiamo vinto l’International Blues Challenge in Italia e a Memphis nel 2022 eravamo tra le poche band non statunitensi ad esibirsi nei locali di Beale Street. Per una band europea esibirsi negli States è un’esperienza molto diversa da quello a cui siamo abituati. C’è una partecipazione assoluta del pubblico, il musicista è protagonista, e questo vale per entrambe le parti: essere su un palco significa sapere intrattenere il pubblico e farsi carico del show nella sua totalità. E poi c’è una grande disponibilità all’ascolto, anche se sei l’ultimo degli sconosciuti il pubblico è sempre caloroso e ti sostiene con grande affetto. Viaggiare nel sud degli Stati Uniti significa vedere passare dal finestrino luoghi e paesaggi che abbiamo sempre immaginato. Queste piccole città assolate, semi-deserte, i campi a perdita d’occhio, e poi le paludi, gli alligatori! Per la musica è lo stesso. Immergersi in quell’atmosfera ha dato ai brani che erano già abbozzati uno sguardo completamente nuovo, come se si fossero visti allo specchio per la prima volta''.

Che cosa possiamo aspettarci dal futuro degli I Shot a Man? ''A febbraio 2024 uscirà il nostro nuovo album. Sarà per noi l’inizio di un nuovo capitolo, con l’etichetta Bloos Records accanto ai nomi più importanti del panorama blues italiano. Il 2024 sarà l’anno di ritorno ai live e non vediamo l’ora di riempire il furgone di strumenti e rimetterci sulla strada. Ma l’album in uscita e i live sono solo una parte, abbiamo nuovi progetti già in cantiere e sentiamo che questo sarà un anno di svolta''.