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02/04/2024   MIRIAM
  ''Ho sempre una bussola con me, che mi aiuterà a non perdermi...''

La nuova penna italiana del pop d’autore è sempre più devota alle radici classiche. Sfumature d’autore nelle chiuse e nel modo di cadenzare le liriche dentro melodie sempre attente alla forma del pop. “A squarciagola” è il primo lavoro di Miriam e forse le sue radici di vita, romane, non sono un particolare a caso visto quel genere di attenzione. Un Ep che nonostante i suoi cliché dimostra l’esistenza di un seme fertile di personalità.

La canzone d’autore del passato e quella del futuro. Come ti poni di fronte a questi due momenti storici e artistici? Come ti lasci influenzare e cosa prendi da loro? ''Sono da sempre una grande fruitrice di musica. Amo ascoltare la musica con cui sono cresciuta, come ad esempio tutto il cantautorato italiano dagli anni '60 in poi, ma presto anche particolare attenzione a tutte le nuove uscite. Mi capita spesso di passare ore in camera mentre gira sul giradischi un vecchio vinile di De Andrè, ma sono anche solita aprire ogni venerdì la playlist “new Music friday” per scoprire e conoscere nuova musica. In tutto questo la mia musica credo che porti con sé la mia storia e allo stesso tempo cerchi anche di andare oltre ciò che conosco. Soprattutto negli ultimi anni, ho dedicato molto tempo alla sperimentazione. Cerco di portare con me ciò che conosco per sentirmi sempre un po’ a casa in territori invece nuovi. È così che è nato anche l’EP. Sonorità molto acustiche che contraddistinguono le mie esibizioni live fuse invece a suoni elettronici anni '80 che potessero portarmi sempre un passo più avanti verso la sperimentazione. Quello che ascoltiamo ci rappresenta e io credo che oltre a rappresentarmi mi permetta anche di scoprire sempre qualcosa di nuovo di me stessa, consapevole di avere sempre una bussola con me che mi aiuterà a non perdermi''.

Un esordio oggi. Sembra scontata come domanda ma in realtà nasconde cose importanti: esiste un momento preciso o qualcosa che accade dentro cui raccogli la consapevolezza di fare un disco? ''Alcuni dei brani dell’ep sono pezzi che mi accompagnano da anni, altri invece sono rinati insieme alla rinascita del mio progetto. L’EP nasce dalla consapevolezza di voler chiedere di più a quella passione che mi bruciava dentro da anni. In uno dei momenti più difficili della mia vita, a causa della morte di mio padre, la musica ha rappresentato per me un'ancora di salvezza. La penna con cui scrivevo le mie canzoni è diventata la bacchetta per trasformare il dolore che sentivo in energia pura. Quell’energia mi ha permesso di fare una scommessa con me stessa, chiedere a chi mi seguiva di aiutarmi a produrre l’EP per poterlo far uscire dalla mia camera da letto. E mentre il dolore si trasformava in arte, quella scommessa si è trasformata in realtà diventando poi un lavoro in uno studio di produzioni bellissimo che ancora oggi mi mette i brividi. Dalla raccolta fondi, all’ep, ad un grandissimo release party fino ad oggi in cui invece sto per partire per il primo vero tour fuori da Roma, la mia città. In ogni mio live come in ogni esperienza che sto vivendo dalla nascita dell’ep, l’unica consapevolezza che guida questo progetto è quella di sapere che il palco e la musica sono il posto che più di tutti amo chiamare casa''.

E di questi 5 brani, ricordi qual è stato quello che ha dato la svolta e la conferma che tutto sarebbe andato così? ''Beh, ogni brano di questo EP racconta una parte di me ma il brano che è stato per me la svolta è lo stesso che ha dato il nome al disco ovvero “Squarciagola”. Un brano intimo e forse anche difficile da condividere con l’esterno, ma allo stesso tempo la canzone che per me rappresentava una delle più belle promesse fatte a me stessa. La musica mi ha tirato fuori da un momento difficile, dandomi delle ali attraverso l’inchiostro di una penna, ed io avrei riscattato quel favore con tutta la determinazione che avrei trovato in corpo. ''Squarciagola'' è stato il pezzo che ha anche sancito il mio legame con la bellezza della vita, se un brano del genere ha potuto salvarmi dal mio stesso dolore allora io sapevo che sarebbe anche stato in grado di farmi volare in alto, oltre ogni mia aspettativa''.

Come hai lavorato sui suoni? ''Il lavoro sulle sonorità dell’EP è stato fatto con il mio produttore in studio e l’aiuto fondamentale della mia personal manager. Suonavo la maggior parte dei pezzi dell’ep live ormai da tantissimo tempo perciò avevano già un abito estremamente delineato dentro di me, ma allo stesso tempo quello che volevo era stravolgere ogni cosa per poter offrire a chi conosceva quei brani una loro nuova versione. Amo confrontarmi e imparare da chi ho accanto, stare in studio e confrontarmi anche con altri ragazzi che lavoravano lì è stata una bellissima esperienza e risorsa per questo lavoro che alla fine è diventato veramente un prodotto eccellente. Cercavano di fondere la mia scrittura con la voglia che avevo di sperimentare nuove sonorità elettroniche. È stato un lavoro lungo ma eccezionale del mio fantastico produttore Francesco Torre''.

Domanda provocatoria: se non esistesse il mondo digitale, quanto di questo lavoro sarebbe potuto venir fuori? ''Credo che quello del mondo digitale, dei social e della musica streaming sia un discorso controverso. Sicuramente oggi ognuno di noi ha la possibilità di farsi conoscere e di promuovere il proprio progetto in autonomia. Allo stesso tempo però non possiamo negare che questa facilità ha reso tutto più difficile. Oggi la musica segue i numeri e i click che ricevono i tuoi contenuti, piuttosto che la risonanza emotiva e artistica che produce la tua musica. Io sono testarda e determinata perciò credo che in qualche modo, andando a bussare casa discografica per casa discografica, avrei provato a far esplodere la mia musica. Allo stesso tempo mi rendo conto che non avrei potuto ricevere il sostegno che mi è stato dato dal mio pubblico se non avessi avuto dei canali in cui parlare con loro. Perciò prendo quello che di più bello il mondo digitale ci può offrire, ovvero la connessione. Ogni giorno parlare, conoscere e ascoltare chi ha qualcosa da raccontare sulla mia musica o su quello che prova ascoltandola è il motore più potente per continuare a scrivere con tutta me stessa''.