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11/11/2015   LINGALAD
  'I confini del mondo letterario e di quello musicale finiscono per intersecarsi...'

''Confini Armonici'' è il vostro quinto album, uscito a cinque anni di distanza dal precedente. Cosa è successo in questo lustro? ''Bonariamente, possiamo dire che gran parte della “colpa” per questa lunga assenza è del nostro cantante Giuseppe Festa: nel 2013, infatti, è uscito il suo primo romanzo “Il passaggio dell’orso” (Salani), a cui ha fatto seguito nel 2014 “L’ombra del gattopardo” (Salani). Questo nuovo impegno letterario, all’inizio, ha penalizzato parecchio il suo apporto creativo ai Lingalad. Fino a quando, qualche tempo fa, una ragazzina gli ha mandato una lettera che esordiva così: “Giuseppe, hai scritto un bel libro per essere un cantante”. Beh, colpito nell’orgoglio, era giunto il momento di ridare un po’ di dignità alla sua figura di cantante''. Se negli album precedenti il riferimento letterario che ispirava la vostra musica era Tolkien, in ''Confini Armonici'' con l’ispirazione giocate in casa, poiché arriva direttamente dai romanzi di Giuseppe. Chi ha apprezzato ''Il passaggio dell’orso'' e ''L’ombra del gattopardo'' cosa troverà in questo disco? ''Nelle undici tracce di ''Confini armonici'' abbiamo cercato di raccontare in musica alcuni personaggi dei libri di Giuseppe, spesso approfondendone il carattere o esplorando aspetti che nei libri emergevano solo in parte. Come nel caso del bracconiere Orante Della Morte o del guardaparco Sandro Di Ianni. A dire il vero, quando ci siamo messi a pensare seriamente a un nuovo cd, molti ci chiedevano di ritornare alle origini e di pubblicare un altro album su Tolkien, ispirato questa volta a Lo Hobbit. Con l’uscita della nuova trilogia cinematografica, sarebbe stata una buona mossa per bissare il successo e i molti concerti all’estero fatti all’epoca del primo cd ''Voci dalla Terra di Mezzo'', che ci permise di suonare anche in America alla presentazione del film di Peter Jackson. Ma sarebbe stata una scelta puramente commerciale, poiché lo spirito che animava il cd di esordio si era evoluto, e non ce la siamo sentita di realizzare un album solo per rincorrere l’attenzione dei media. Per quanto riguarda il significato del titolo, nel nuovo album i confini del mondo letterario e di quello musicale si muovono in modo armonico e finiscono per intersecarsi, creando un luogo, una “terra di mezzo”, in cui ha messo le radici la nostra musica''. Chi sono i personaggi di cui si parla in ''Confini Armonici''? Gli stessi che frequentavano la Locanda del vento? ''Sono diversi, ma in fondo simili. Fanno tutti parte di quel meraviglioso sottobosco di umanità che ancora si incontra sulle strade meno frequentate, in quegli angoli di spazio e tempo lasciati indietro da una civiltà in perenne corsa. Uomini e donne che può conoscere solo chi ha ancora voglia di sedersi al tavolo di una locanda per parlare. Ma, soprattutto, per ascoltare''. Quanto c’è di Tolkien nella scrittura di Festa e quanto c’è ancora nella musica dei Lingalad? ''Un aspetto che è rimasto costante sia nella produzione dei Lingalad sia nei libri di Giuseppe è il potere evocativo della natura. Una natura viva, personificata, che permea i testi delle canzoni quanto le pagine dei romanzi. In questo senso, le nuove canzoni sono altrettanto “elfiche” di quelle di ''Voci dalla Terra di Mezzo'', seppure spogliate dalle componenti propriamente fantasy dell’album di esordio''. ''La locanda del vento'' non era solo il vostro primo titolo con Lizard, ma anche l’inizio di un nuovo cammino musicale, in parte anticipato nel 2005 da ''Lo spirito delle foglie''. ''Confini Armonici'' segue quel percorso o se ne distacca? ''Credo che ''Confini armonici'' riprenda ed espanda lo stile e le tematiche di entrambi i nostri cd precedenti: racconta alcune storie dal punto di vista degli uomini ma allo stesso tempo cerca di osservare il mondo da un punto di vista non-antropocentrico, come avviene, per esempio, nel nuovo brano ''Sogni d’oblio'': qui è un orso a parlare e a desiderare di essere dimenticato, stanco di dover continuamente scegliere tra “fuggire o morire” di fronte all’invadente avanzata dell’uomo. Dal punto di vista dello stile musicale, ''Confini armonici'' prosegue il cammino iniziato con ''La Locanda del Vento'', nel solco di un folk rock acustico che ormai ci contraddistingue''. ''L'ombra del gattopardo'' e ''Orante della morte'' sono due strumentali: un ritorno alle atmosfere del ''Canto degli alberi''? ''Gli strumentali sono una costante nei nostri cd: ogni tanto ci piace mettere a riposo le parole e dare spazio alla sola musica, proprio come quando si va in montagna e si rimane in silenzio per respirare la voce del bosco''. I Lingalad del 2015 sono una formazione nuovissima, mai così diversa da quella iniziale, durata per tanti anni. Cosa è cambiato musicalmente con l’ingresso di Andrea Denaro e Dario Canato e il maggiore coinvolgimento di Luca Pierpaoli? ''L’uscita dal gruppo di Claudio Morlotti e Fabio Ardizzone è stata un duro colpo per i Lingalad, seppure avvenuta in modo pacifico e senza scalfire l’amicizia che ci lega. Ma, come spesso accade, non tutti i mali vengono per nuocere: Andrea, Dario e Luca hanno infatti ridato nuovo slancio ed entusiasmo ai Lingalad. E se oggi pubblichiamo ''Confini armonici'' è in gran parte merito loro. C’è poi un aneddoto che ci piace ricordare: l’entrata nella band di Andrea Denaro è legata a una coincidenza sorprendente. Andrea è stato uno dei primi fan dei Lingalad, tanto che 15 anni fa, ancora ragazzo, prese un treno da Catania a Bergamo per venirci a sentire dal vivo. Quella sua “impresa” ci colpì molto e da allora siamo diventati amici. In questi anni, inoltre, il nostro giovane fan catanese ha imparato a suonare gli strumenti etnici che suonava Claudio nei nostri cd. Il destino ha voluto che Andrea si trasferisse a Milano per lavoro proprio negli stessi giorni in cui Claudio ci annunciò di voler appendere la chitarra al chiodo. Lo abbiamo letto come un segno del destino''. Questa volta la fusione tra elementi naturalistici e musica si presenta compiuta: la copertina e le immagini parlano chiaro… ''Metaforicamente parlando, la natura ci ha sempre dato gli “strumenti” per suonare. Ora, nel concept grafico del cd, questa metafora si è fatta quanto mai letterale!''. A proposito di immagine, negli ultimi anni Festa è stato molto attivo come autore documentaristico per Rai2. Quanto ha influito il lavoro visivo sulla stesura delle canzoni? ''La realizzazione dei filmati per Rai2 ha permesso a Giuseppe di conoscere luoghi e persone straordinari, che in parte sono entrati nei suoi libri e, di conseguenza, nelle canzoni di ''Confini armonici''. L’Italia, che è famosa nel mondo per l’arte e la cucina, dovrebbe esserlo altrettanto per la wilderness, che non ha nulla da invidiare ai panorami esotici più celebrati. Un luogo su tutti: l’Appennino selvaggio, dove uomini, orsi e lupi convivono da secoli fianco a fianco e dove si possono vivere esperienze naturalistiche (e umane) straordinarie senza dover per forza volare in Kenya o in Canada''. Uno degli undici nuovi brani, ''Occhi d’ambra'', ha un video importante, ce ne parlate? ''Il video, nato da un’idea dei Lingalad, è stato realizzato dal regista Mauro Cartapani nella suggestiva pineta di Clusone, in provincia di Bergamo. Ci siamo divertiti molto sia nella preparazione del video, sia durante le riprese. E anche nella post produzione, come si può apprezzare dalle immagini sui titoli di coda. Ma non vogliamo svelare nulla di più… Buona visione. https://www.youtube.com/watch?v=iFvRwbAdSa4''.