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11/10/2024
01/10/2024 BIAGIO ACCARDI
''Una supplica a recuperare la saggezza e riscoprire la bellezza che sta intorno e dentro di noi...''
Biagio Accardi: in un tempo tecnico, il suono dell’anima.
Parleremo di questo con Biagio Accardi, visto che in questo suo nuovo disco dal titolo “Fai che accada” sembra salire in scena lo spirito, la spiritualità, quel modo intenso di pensare a concetti buddisti di filosofie antiche e salvifiche. In questo tempo tecnico di futurismi eccentrici, il suono antico, acustico, apolide di Biagio Accardi sembra svelare segreti lontani dai nostri problemi quotidiani… una canzone d’autore contemplativa.
In un tempo di ragioni tecniche e di sviluppi computerizzati, che peso e che importanza ha il ritorno all’uomo e alla spiritualità? Buddismo e filosofie altre dentro un disco che non ragione secondo mercato… se ti chiedessi delle sue radici? Da dove nasce? ''Come già altre volte mi sono espresso, non ho l'ambizione di andare a riscoprire antiche discipline religiose e tantomeno vorrei che il mio disco sia etichettato "spirituale", termine di questi tempi anche molto abusato. L'obiettivo di fare musica per me è molto più semplice, passa attraverso la necessità di creare sonorità che inducano al rilassamento e a volte alla riflessione. Il disco vuole essere una supplica a recuperare la saggezza e riscoprire la bellezza che sta intorno e dentro di noi''.
E a quale urgenza risponde? Il disco però poi diviene una dimensione materica, numerica, commerciale… non sembra una contraddizione in qualche misura? ''La musica è matematica, questo si, ed il mio conterraneo Pitagora insieme ad altri studiosi nel tempo lo hanno spiegato bene, ma non credo che il suono possa essere considerato materico. Il supporto magari lo è, il contenuto no''.
Questo suono che tanto arriva dalla terra, da una dimensione acustica… invece come (se lo fa), guarda al futuro? ''Se guardiamo nel panorama musicale di oggi, non credo che il mio disco possa avere una visione futuristica. Il lavoro che invece faccio è scavare nel profondo dell'esistenza di ognuno di noi cercando qualcosa di atavico e primordiale, ma siccome la storia è ciclica, non si sa mai che in futuro si possa avere il bisogno tornare all'essenza del suono che da sempre abita in noi''.