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31/10/2024
11/10/2024 AGNESE CONTINI
''Amo la natura, mi fa stare bene e nel mio piccolo cerco di fare del mio meglio per rispettarla...''
Pensi che il titolo del brano possa cambiare il modo di interpretarne il significato? In che modo? ''Non è stato facile trovare un titolo per questo brano. La certezza che avevo, però, era la parola “Desert”, perché le emozioni che mi avevano spinto a comporre quelle note mi davano la sensazione di un posto polveroso, selvaggio e ostile alla vita. Non escludo però che un’altra persona possa avere delle sensazioni differenti dalle mie nell’ascoltare il brano, e che questo possa suggerirgli altro''.
C’è una parte del brano in cui si trova una maggior tensione, un momento di climax? ''Certo, la seconda parte del brano, dove accordature maggiori e il ritmo più incalzante predominano, potrebbe essere un punto di maggiore climax. Io però preferisco la terza parte e la coda, dove la chitarra e il violoncello, in più sovrancisioni, si intrecciano''.
Questo parallelismo tra inaridimento umano e inaridimento ambientale, tema della canzone, è in qualche modo reso anche attraverso gli strumenti, un dialogo tra di essi? ''Sì, penso che i due strumenti possano descrivere in qualche modo un dialogo tra “la voce umana “ e “la voce della natura”''.
In che modo il tema della canzone ti sta a cuore? Hai esperienze legate a questo tema? ''Mi reputo una persona molto sensibile al tema trattato perché amo la natura, mi fa stare bene e nel mio piccolo cerco di fare del mio meglio per rispettarla. Credo di dovere questa cosa ai miei genitori. Mio padre è da sempre un bravissimo “pollice verde” e mia madre mi ha sempre sensibilizzata sin da piccola al rispetto dell’ambiente, l’evitare lo spreco di risorse ecc. Questa canzone è stata un’opportunità nell’esprimermi al riguardo''.
Quali elementi musicali riescono a trasmettere di più il tema del brano? ''Non è tanto il fatto che uno strumento rispetto all’altro trasmetta di più o di meno il senso del brano, quanto lo è più che altro il loro connubio''.