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06/05/2025
06/05/2025 ES NOVA
''La volontà di indagare dimensioni, contenuti e forme espressive sempre diverse...''
Gli Es Nova, ossia Erica Agostini, Alice Drudi e Nicola Rosti, sono una perla rara nell’universo musicale odierno. Talmente rara che anche parlare semplicemente di musica per loro sarebbe riduttivo, visto che nei loro lavori fondono sempre ispirazioni derivanti dalle diverse arti.
Di recente hanno dato vita al progetto “NOI”, un viaggio interiore in grado di legare l’essenza profonda dell’animo umano e quella dell’umanità intera, da qui lo spunto per il nome di questo progetto in cui la musica incontra la fotografia e, insieme, diventano qualcosa di molto più grande.
Per comprendere meglio questo lavoro abbiamo fatto una chiacchierata direttamente gli Es Nova.
Presentiamo prima di tutto gli Es Nova. La vostra formazione è un collettivo, inoltre non vi esprimete solo attraverso la musica ma anche con altre arti, come dimostra anche il vostro progetto più recente “NOI”. Chi sono quindi gli Es Nova? ''Gli Es Nova sono appunto un collettivo artistico che, fin dalla sua nascita, nel 2015, ha collaborato con diversi artisti, orientando la ricerca sul rapporto con linguaggi espressivi differenti dalla musica. Abbiamo una forte passione per il cinema e per le arti visive in senso lato, così come per il teatro e la fotografia. La musica resta il nostro medium espressivo principale, attraverso il quale dialoghiamo con le altre arti. Tra le nostre collaborazioni ci fa piacere ricordare quelle con artisti come Loretta Militano, Pietro Conversano, Mauro Pipani, Pier Paolo Coro... L’ultimo progetto, “NOI”, è stato invece prodotto interamente all’interno del collettivo Es Nova. Erica, la nostra vocalist, è anche fortemente orientata verso il linguaggio fotografico e, tramite Etery Studio, ha creato la parte visiva del progetto “NOI”''.
Qual è la scintilla che fa muovere la vostra voglia di creare? ''La scintilla è principalmente la volontà di indagare dimensioni, contenuti e forme espressive sempre diverse. Siamo molto legati a temi come il movimento, il viaggio, l’inconscio, la molteplicità, l’aleatorietà, la stratificazione delle dimensioni del reale. Ogni progetto è dedicato a un tema diverso, che nasce da una naturale evoluzione rispetto ai lavori precedenti. Questo approccio ci motiva a proseguire nella nostra indagine artistica e ad affinare continuamente le nostre capacità espressive''.
Entrando nel merito di “NOI”, qual è stata la sua genesi e come si è evoluto dall’immagine al suono e viceversa? ''La genesi di “NOI” nasce dall’idea di catturare, tramite la fotografia, la molteplicità delle dimensioni interiori presenti nella figura umana. Erica è riuscita a cogliere momenti particolari del buio e del soggetto, nei quali affiorava e si rendeva visibile proprio la dimensione molteplice della realtà psicologica. Il suono ha seguito un percorso analogo, basandosi su stratificazioni di composizioni per pianoforte e voce, in una continua tensione tra consonanza e dissonanza, pieni e vuoti''.
In che modo fotografia e musica si intrecciano in questo lavoro? ''Sostanzialmente rappresentano lo stesso soggetto d’indagine e lo stesso concetto di fondo, osservati da due punti di vista differenti. Le composizioni musicali "ad incastro" traducono musicalmente ciò che la fotografia realizza attraverso luce e buio. Ogni composizione contiene al suo interno altre composizioni, che finiscono per fondersi in una meta-composizione, frutto dell’incontro e dello scontro tra i suoi elementi interni. Lo stesso approccio è stato adottato per la fotografia: volti e figure eteree sono emersi spontaneamente, senza alcuna post-produzione, dallo stesso soggetto, lasciando trasparire la nostra realtà interiore in quanto esseri umani e il nostro impegno nel pensarci, al tempo stesso, come unità e molteplicità al tempo stesso''.
Avete esordito con un vernissage a Rimini. Qual è stata la risposta del pubblico? ''La risposta del pubblico, a nostro parere, è stata ottima, sia in termini di affluenza che di coinvolgimento e interazione. Le reazioni più frequenti hanno evidenziato l’atmosfera creata da musica e fotografia, capace di immergere lo spettatore all’interno della struttura concettuale della mostra. Molti sono rimasti affascinati dall’uso dei telefoni, che trasmettevano la voce nei diffusori di sala, rendendo il pubblico parte attiva del processo creativo. Altri hanno apprezzato la possibilità di fruire della fotografia mentre ascoltavano in cuffia il lavoro musicale, comodamente seduti, sperimentando una dimensione più intima della fruizione artistica. Sia il vernissage sia l’intero progetto “NOI” sono stati pensati per valorizzare la dimensione relazionale, mettendo in contatto curatori, artisti, critici e pubblico, e dando così pieno significato al termine “NOI”''.
Durante il vernissage, come è stato possibile fruire dell’opera completa contemporaneamente, ossia ammirare la mostra fotografica e ascoltare i brani musicali a corredo? ''Le composizioni musicali erano diffuse su tre impianti contemporaneamente. Il suono si spostava progressivamente tra i vari diffusori, creando una sorta di onda che si espandeva e si contraeva. Il suono diventava dinamico, dando l’impressione di qualcosa di vivo e in movimento. In questa dimensione sonora, era possibile muoversi liberamente nella galleria, osservando le fotografie da prospettive diverse''.
Farete altre mostre con questo progetto? ''Senz’altro sì. Porteremo il progetto “NOI” in altre gallerie e spazi adatti ad accogliere questo tipo di proposta e contenuti''.
Avete realizzato anche un documentario in cui raccontate quello che… gira intorno a “NOI”. Lo avete fatto perché sentivate la necessità di esprimere personalmente le trame intricate di questo progetto? ''In realtà, questo mini-documentario ci è stato proposto da Tommaso Cicognani, che collabora con noi da anni per la parte video e per la distribuzione del nostro catalogo. Ha ritenuto fosse una buona idea realizzare un breve documentario per contribuire a diffondere il messaggio di questo nuovo lavoro. Questa presentazione ci ha permesso di descrivere in modo più dettagliato i processi di lavorazione e i contenuti di “NOI”. A posteriori, possiamo dire che è stato uno dei progetti più impegnativi della nostra produzione, sia per la definizione concettuale, sia per l’impegno richiesto nel realizzarlo e viverlo interiormente''.
La vostra creatività è di altissimo livello, tanto da sconfinare non di rado nella filosofia. Qual è secondo voi il target più adatto a comprendere l’elevata caratura della vostra arte? ''Ti ringraziamo per questo importante apprezzamento. La filosofia è senz’altro chiamata in causa spesso, sia per l’aspetto estetico che per quello teoretico su cui si fondano molti dei nostri lavori. Il target adatto è chiunque voglia abbandonare la pretesa di capire e si lasci andare all’esperienza del viaggio, interiore ed estetico al tempo stesso. Se poi desidera approfondire anche la struttura interna dell’opera, tanto meglio. Speriamo, in ogni caso, che la dimensione estetica arrivi sempre prima di qualsiasi altra volontà interpretativa''.
Quale sarà il futuro di “NOI”? Come lo state promuovendo? ''Stiamo collaborando con curatori e addetti stampa alla promozione di questo lavoro. Speriamo possa approdare nelle principali gallerie e far parlare di… “NOI”''.