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''Con la lingua inglese cercavo un modo per nascondere le mie emozioni e dirle in un’altra lingua...''

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03/07/2025   STELLA
  ''Con la lingua inglese cercavo un modo per nascondere le mie emozioni e dirle in un’altra lingua...''

Stella è una giovane cantautrice che cura ogni brano come un piccolo laboratorio emotivo, un equilibrio tra parola e suono, tra produzione e identità. Durante questa chiacchierata ci ha accompagnato dietro le quinte della sua musica, tra riflessioni sul lavoro in studio, la scrittura in due lingue e l’evoluzione di un percorso che ha ancora molto da raccontare.

La struttura di “Iride” è piuttosto lineare, ma riesce comunque a creare tensione. Come avete lavorato con Take Away Studios per ottenere questo effetto? ''Io avevo presentato il provino con la linea di basso e il RIF già strutturati, poi insieme abbiamo cercato di unire un sound acustico all’elettronica, che è l’elemento presente in tutti i miei brani. L’abbiamo voluto avvicinarci il più possibile al significato e al mood del testo''.

La produzione è asciutta, quasi timida, e lascia molto spazio alla voce. È una scelta che rispecchia il tema del brano o una tua direzione stilistica più ampia? ''Diciamo che da questo punto di vista il testo è molto imponente, dunque l’arrangiamento potrebbe sembrare meno sovrastante. In realtà l’arrangiamento è molto ferrato, e anche crudo in alcuni punti''.

La melodia resta incollata in testa, pur senza cercare la hit a tutti i costi. Quanto conta per te l’idea di “orecchiabilità”? ''Per me conta, ma fino a un certo punto. Tendo ad essere molto melodica nelle mie canzoni, perché ho una caratteristica che mi rispecchia e di conseguenza anche abbastanza orecchiabile, ma sicuramente non punto a creare il tormentone estivo''.

Hai esordito anche in inglese, poi sei passata all’italiano. Com’è cambiata la tua scrittura con il cambio di lingua? ''È cambiata drasticamente, perché con l’inglese cercavo un modo per nascondere le mie emozioni e dirle in un’altra lingua, il che mi faceva sentire più al sicuro e meno esposta agli altri''.

Nella tua discografia ci sono atmosfere diverse: intime, ironiche, eleganti, a volte acerbe ma sincere. Hai già un’idea di quale sia il tuo suono? ''Il mio suono credo che sia ancora acerbo e in fase di lavorazione, ma riesco a trovare una coerenza nella maggior parte dei brani che ho scritto, specialmente gli ultimi. Credo sia un sound molto lucente, brillante e vivo''.

“Iride” è anche una canzone che funziona dal vivo? Hai pensato a come portarla sul palco senza perdere la sua intimità? ''Certo, Iride l’ho suonata tantissime volte dal vivo e ho visto che rende moltissimo, basti pensare all’esibizione di Musicultura, in cui mi sono esibita suonandola live per la prima volta''.

Quali sono i tuoi prossimi progetti? Pensi a un disco? Collaborazioni? O vuoi prenderti tempo per scrivere senza fretta? ''L’ultimo periodo è stato molto complicato, sono stata sotto esami di maturità e mi sto prendendo un po’ di tempo per me. Il 4 luglio uscirà un nuovo singolo e ne continueranno ad uscire tanti altri. Mi piacerebbe molto scrivere un disco, ma credo di non essere ancora pronta a farlo. Nel mentre so girando l’Italia con un mini tour di sei date che la vittoria del Proscenium Festival nel 2024 mi ha permesso di creare''.