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02/07/2025   BARDOMAGNO
  ''Perorar la causa ghibellina est la nostra unica ragione di vivere!...''

Eccolo il nuovo disco: “Valvassori del BardFolk” esplode nelle vene e dell’aere (tanto per usar locutio affine). Esplode è il vero modo per descrivere quello che a tutti gli effetti è uno dei progetti che ancora parla la lingua di quel suono davvero rock, sfacciatamente ancorato al passato dei grandi miti intramontabili. Ma qui Valerio Storch e compagni fanno, come sempre, mille passi a latere: sfruttando questo dizionario si immergono dentro l’ironia intelligente e fanno “critica” sociale o comunque tentano di “svegliare” animi dormienti e intelletti sopiti. Con loro, in questo nuovo disco, anche Valerio Lundini e Lorenzo Baglioni che non hanno certo bisogno di presentazioni. Con tutti loro, il suono pesca citazioni disparate, da Venditti ai balli latino americani… e tutto in salsa decisamente ROCK!

Un nuovo disco che cade in un tempo caldissimo… la guerra e i suoi potenti, l’avete presa di mira? ''La guerra est sempre presente nei nostri brani, soprattutto se si parla di guerra alla guelfitudine. Quella guerra, per noi, è sempre giusta, sicchè perorar la causa ghibellina est la nostra unica ragione di vivere!''.

Chi sono i valvassori oggi… e cos’è il Bard Folk? ''Credo sia già difficile rispondere su chi fossero i valvassori ieri, quindi ad oggi la domanda diventa ancora più difficile. Detto questo, noi possiamo a tutti gli effetti dei valvassori, in quanto legati da un vincolo vassallatico feudale diretto con l'imperatore in persona, padrone e signore di Feudalesio e Libertà. il BardFolk è la musica che suoniamo, l'unica che ci cagiona vero sollazzo e che est gradita alle auricole del nostro sovrano''.

La gustosa critica sociale che è al centro di tutto, in realtà, sembra non cambiare mai o sbaglio? Nel senso che questi temi restano validi e immutati nel tempo… volendo si consolidano… cosa ne pensate? ''Noi ci occupiamo di ironia su tema storico, talvolta passando per la satira: è quindi ovvio che la critica sociale sia ben presente nei nostri testi. La satira è un qualcosa che c'è sempre stato, da tempi ben più antichi di quello medievale, e che speriamo continuerà ad esserci per sempre. A nostro modo di vedere, il concetto generale rimane immutato nel tempo mentre le sue declinazioni specifiche possono cambiare negli anni, in base ai cambiamenti che la società stessa manifesta''.

E dunque, per stare nella teoria del capitalismo spietato, fare critica e denuncia non è un atto stesso che alimenta quel che c’è nel mirino? Ad esempio il patriarcato: sembriamo tornare davvero al medioevo certe volte... ''Interpretare il nostro lavoro come una denuncia o una alimentazione del capitalismo spietato ci sembra, a nostro modo, un'interpretazione un po' forzata: di fatto, come detto sopra, noi cerchiamo semplicemente di fare umorismo e satira percorrendo il paradosso spazio/temporale che collega i giorni d'oggi all'epoca medievale. Non siamo cosi pretenziosi da poter pensare di istruire o indottrinare il nostro pubblico riguardo qualcosa: ci limitiamo semplicemente a tentare di divertirlo, sperando di suscitare un po' di interesse storico sui temi che trattiamo. Riguardo l'ultima frase sul patriarcato, abbiamo 2 osservazioni da fare: come BardoMagno siamo assolutamente contrari e combattiamo il Patriarcato ogni giorno: riteniamo infatti che il vero impero romano sia il Sacro Romano Impero, incoronato a Roma dallo vero capo della cristianità: il Papa! Diffidate dalle imitazioni e boicottate gli imperi romani contraffatti (ogni riferimento a quell'impero che ha come capitale una città che inizia con "Costantin" e finisce per "opoli" è puramente intenzionale): Boicottate il patriarcato di Costantinopoli! Intravediamo una sottile sfumatura illuminista e dispregiativa verso il medioevo nella vostra domanda: Il professor Barbero non sarebbe fiero di voi, abiuratore del medioevo! Ma siccome siamo buoni, facciamo finta di non aver letto, e ribadiamo una volta ancora che il medioevo NON è un'epoca oscura!''.

Posso dirvi che questo disco però è forse “meno” sociale e/o politico di quel che avete fatto in passato? ''Posto che, come già detto, cercare di dare una sfumatura o bandiera politica ad un gruppo che fa ironia sulla storia medievale è a nostro avviso una forzatura, in realtà dobbiamo dissentire dall'affermazione, per quel che concerne la parola "sociale". Analizzando i dischi precedenti, in realtà, questo disco contiene più elementi satirici basati sull'attualità rispetto ai dischi scorsi. Questo è dovuto al fatto che abbiamo privilegiato canzoni più legate a dei contesti storici ben precisi, rapportandoli al costume attuale (come accade ad esempio “Italienzug”, “Terre D'Arda”, la stessa “Lotta Al Patriarcato”, e da un certo punto di vista anche in “Marco Polo” e “Giovanna D'Arco”), a discapito di canzoni più generaliste che si potevano trovare nei dischi scorsi (“Ius Primae Noctis”, “La Cintura Di Castità”, “La Prima Cotta” ecc.). Partendo da questi presupposti, possiamo dire quindi che c'è più satira (e di conseguenza anche critica sociale, vedesi la domanda sopra) in questo disco, proprio perché abbiamo cercato di dare maggior risalto alla storia, rispetto ai nostri lavori precedenti''.