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''L’immagine non dev’essere mai una maschera, ma una forma visiva coerente con l’intenzione sonora...''

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11/08/2025   ISABELLA TURSO
  ''L’immagine non dev’essere mai una maschera, ma una forma visiva coerente con l’intenzione sonora...''

Ciao Isabella, un caloroso benvenuto da Music Map. Come nasce il tuo doppio singolo “Echoes in Blue / Spirit of Calypso”, evocativo delle atmosfere mediterranee e soprattutto di Malta? ''Grazie a voi per l’invito! Questo doppio singolo nasce da un’esperienza molto profonda e sensoriale vissuta sull’isola di Gozo, a Malta. Lì ho sentito una connessione forte con la natura, la storia e il mito. “Echoes in Blue” è ispirato all’Azure Window, la grande finestra naturale crollata nel 2017: ho voluto restituire in musica l’eco di quella bellezza perduta, che però continua a vivere nella memoria e nel blu del mare. “Spirit of Calypso” si rifà invece alla leggenda di Calipso: una figura femminile libera, affascinante e misteriosa, legata al viaggio e all’attesa. Entrambi i brani nascono dal desiderio di raccontare paesaggi interiori attraverso luoghi reali, e viceversa''.

Più nello specifico, cosa rappresenta questa pubblicazione nel tuo percorso musicale? Dove la collocheresti all’interno di uno storytelling più ampio, tra il tuo passato e il tuo futuro? ''La sento come un naturale slancio verso una visione più intima e strettamente legata al luogo che mi ospita. Questa pubblicazione segna l’inizio di una nuova fase: più essenziale, più poetica, più connessa al mio paesaggio interiore. Ma allo stesso tempo è anche un ponte verso qualcosa di più ampio: sto lavorando a un progetto audiovisivo che intreccia musica, natura e identità femminile. Questo doppio singolo è come un prologo''.

Hai presentato queste composizioni nelle tue date estive. Che feedback hai ricevuto dal pubblico? E dagli addetti ai lavori? ''Il feedback è stato sorprendentemente emotivo. C’è chi mi ha raccontato di aver rivissuto ricordi legati al mare o a persone care, chi si è sentito trasportato altrove. Anche dagli addetti ai lavori ho ricevuto parole molto sentite: hanno apprezzato la sincerità del suono, l’equilibrio tra scrittura classica e sensibilità contemporanea. In molti mi hanno detto che queste musiche “parlano senza parole”, ed è il complimento più bello per una compositrice''.

Oltre alla musica, presti molta attenzione alla tua immagine. Come ci lavori, e con chi? ''Per me l’immagine è un’estensione del linguaggio musicale. Non dev’essere mai una maschera, ma una forma visiva coerente con l’intenzione sonora. Collaboro con fotografi, stylist e videomaker che condividono questa visione: uno scambio profondo e sempre in ascolto. Nel mio recente album “Nocturne” ho affidato la direzione creativa a Matteo Procaccioli Della Valle, che ha dato un taglio alla mia immagine più minimalista, misteriosa ed elegante. Nel precedente “Big Break” sono sbarcata su un paesaggio lunare, con abiti realizzati con materiale di scarto, come quello della copertina fatto di copertoni di bici e scooter (protetto Scart) fotografata dal visionario Andrea Varani. Mi piace curare molto il rapporto tra abito e paesaggio: ad esempio nel videoclip di “Echoes in Blue” indosso un sinuoso abito rosso - realizzato per me dalla stilista Eleonora Lastrucci - simbolo della memoria e del legame con Malta''.

Come artista, quali obiettivi sei orgogliosa di aver raggiunto e quali vuoi ancora inseguire? ''Sono orgogliosa di aver costruito un percorso indipendente, sempre fedele alla mia visione, anche quando era controcorrente. Sono grata di aver potuto attraversare linguaggi diversi, dal jazz al cinema, dalla classica contemporanea alla sperimentazione. Ogni traguardo, per me, è solo un nuovo punto di partenza''.

A tuo avviso, qual è il ruolo delle donne in musica nella nostra società, nella quale la figura femminile sembra vivere un momento di rivalsa, da un lato, ma anche di odio che spesso sfocia nella più cruda violenza? ''Il ruolo delle donne in musica oggi è cruciale. Non solo come interpreti, ma come creatrici di immaginario, portatrici di una narrazione altra. È fondamentale che emergano più compositrici, produttrici, direttrici artistiche. La nostra voce può smuovere l’immaginario collettivo, aprire nuovi spazi di libertà e consapevolezza. Ma è un ruolo che comporta anche responsabilità: in un’epoca in cui la violenza contro le donne è ancora drammaticamente presente, dobbiamo essere portatrici di bellezza, sì, ma anche di coraggio e verità. La musica può essere uno strumento di trasformazione potente, se resta radicata all’umano''.