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27/05/2025
NIGRA
''Percorreremo la strada che troveremo più stimolante, sempre rimanendo fedeli a noi stessi...''

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27/05/2025   NIGRA
  ''Percorreremo la strada che troveremo più stimolante, sempre rimanendo fedeli a noi stessi...''

NIGRA: un disco partigiano, socialmente impegnato. A questo titolo aggiungerei anche “decisamente underground”, di quei suoni viscosi, di ruggine, di cemento e abbandono urbano. La voce dei NIGRA torna in questo secondo disco dal titolo “A piedi nudi” che vede la produzione di un grande della scena indie italiana come Daniele Grasso, il producer catanese che ha dato vita a The Cave Studio e Dcave Records. Partigiano, irriverente, pop dentro alcuni cliché che sfoggia. Anche una parte firmata da Maurizio Musimeci ovvero Dinastia. Siamo nella parte sud del mondo, e non è che sia meglio star dentro le nostre città!

Un nuovo disco che, posso dirvi, sa molto di anni ’90? ''È la prima volta che ce lo dicono. Non ci siamo ispirati ad uno stile in particolare, ma tra le nostre influenze ci sono anche band degli anni novanta''.

Radici da cui tutto questo arriva? ''La scrittura deriva fortemente da esperienze personali, frutto anche dei numerosi viaggi in giro per l'Italia e per il mondo, in particolare in sud America. Per quanto riguarda la musica e gli arrangiamenti, abbiamo cercato di trovare una sintesi tra le influenze musicali di ognuno di noi, che sono le più disparate. Grazie anche all'aiuto della produzione artistica di Daniele Grasso (DCAVE studios) ci siamo assestati su un sound folk n' roll, con sfumature elettroniche e armonie e melodie che guardano anche al Mediterraneo''.

America o Italia? Che poi non sono pochi i colori africani che cercate… ''Il mondo. È innegabile che qualsiasi band rock oriented sia fortemente influenzata dalla musica americana e britannica, ma "per fortuna o purtroppo" siamo italiani, e, come hai sottolineato, cerchiamo di arricchire il nostro sound anche con elementi musicali propri di altre culture. Il tutto, comunque, cerca sempre di essere al servizio del brano''.

Perché a chiusa un blues per una rivisitazione del primo brano? ''Pensavamo che "Il mio modo" avesse molta forza anche in veste più intimistica, e l'aggiunta dell'armonica ci è sembrata una soluzione efficace. In fondo ha il ruolo di una traccia bonus''.

Che sia questa la vera dimensione del vostro suono? O di come vorreste che fosse un prossimo disco? ''Questa dimensione del nostro suono è sicuramente autentica, ma non poniamo limiti alla provvidenza. Nel corso degli anni abbiamo variato molto: dal pop rock all'alternative, fino al suond che caratterizza il nostro ultimo lavoro. Percorreremo la strada che troveremo più stimolante, sempre rimanendo fedeli a noi stessi''.

Un video ufficiale? Un disco davvero cinematico questo... ''È già in programma, assieme ad altre novità che presto condivideremo con tutti coloro i quali vorranno continuare a seguirci''.