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10/06/2025
10/06/2025 TORCHIO
''L'ironia è il mio modo di tenere a bada i mostri: li guardo, sorrido e passo oltre...''
Massimo Torchio, cantautore alessandrino amante della canzone d'autore ma anche dei contrasti, ha appena pubblicato "Au Contraire", nuovo album ricco di ottime sensazioni. Lo abbiamo intervistato.
Si dice che tu "ami le fragilità" e che i tuoi testi siano intrisi di "ironia e senso critico verso gli stereotipi". Come si manifestano questi aspetti in ''Au Contraire'' e quale messaggio speri che il pubblico colga? ''Le fragilità sono vene scoperte, ci passa la vita. L’ironia è il mio modo di tenere a bada i mostri: li guardo, sorrido e passo oltre. Non ho nulla da insegnare e i messaggi salvifici non mi interessano, o se ci sono, li ho lasciati cadere tra le note. Chi vuole, li raccoglie''.
L'album è stato registrato presso lo studio Flat Scenario, mix e mastering curati da Luca Grossi ed edito da Ohimeme. Quanto è stato fondamentale il ruolo di questa "sincera collaborazione" nella realizzazione finale di ''Au Contraire''? ''Durante la lavorazione del disco lo studio Flat Scenario è diventato casa e con Luca abbiamo lasciato entrare anche la pioggia, quando serviva. Il rumore, le crepe, il legno che scricchiola: tutto ha trovato posto. Ohimeme è l' etichetta giusta perché accetta anche i miei lunghi silenzi che sono indispensabili al mio andare, perché la musica arriva da lì''.
La traccia "Gli Amanti Volanti" fa riferimento a Chagall. C'è un legame specifico con l'opera dell'artista o un simbolismo particolare dietro questa citazione nel brano? ''Chagall disegnava l’amore come un volo storto, bellissimo. Non sapevi mai se era sogno o caduta. Ho preso quell’immagine e ci ho messo due corpi che si cercano. Se poi atterrano o si perdono nel cielo, non lo decido io. Lo decide chi ascolta''.
"Sangue Inchiostro" è un omaggio alla parola scritta. In un'epoca dominata dall'immagine, quale valore attribuisci alla parola e alla sua capacità di "scavare" nell'animo umano? ''La parola, quando è viva, non fa scena: scava, suda, lacera. L’immagine seduce, la parola resiste. ''Sangue Inchiostro'' è una canzone che parla con le mani sporche. È per chi scrive come se fosse l’ultima volta''.
Il tuo percorso musicale include la partecipazione a vari festival negli anni '90 e 2000 e pubblicazioni come l'album ''Riservato 9013''. Come queste esperienze passate si riflettono nel Torchio cantautore solista di oggi? ''Ho attraversato tante notti, tanti palchi che sembravano scantinati e viceversa. Ho sbagliato anche ma ad ogni errore bisogna dare un senso e farne un buon uso. ''Riservato 9013'' era già un disco fuori asse. Oggi cammino con meno rabbia e più direzione. Non cerco più applausi, cerco verità. E quando la trovo, se la trovo, la metto in musica''.
"Quella Vocina Di Merda" è descritta come un "racconto breve". Cosa ti ha portato a includere un brano così conciso e dal titolo provocatorio come chiusura dell'album? ''Avevo dieci anni. Una poesia, letta davanti a tutta la scuola. Una ragazzina, acuta come una lama, disse: “L’hai copiata”. Era piccola, bellissima, crudele. Ma quella voce non è mai andata via. Sta lì, a sussurrarti che non sei abbastanza. “Quella vocina di merda” è il mio modo per guardarla in faccia senza timori inutili. È un racconto corto come un graffio, ma lascia il segno. E chiude il disco perché ogni storia, prima o poi, ha bisogno di un punto. Anche se fa male''.