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''Ho sentito energia, elettricità, mistero e macigni sullo stomaco, la combo perfetta a cui non ho saputo rinunciare...''

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01/07/2025   AMBRADEA
  ''Ho sentito energia, elettricità, mistero e macigni sullo stomaco, la combo perfetta a cui non ho saputo rinunciare...''

La cantautrice Ambradea ha appena pubblicato "Lucida", canzone frutto dell'interazione con il producer elvetico kandrax. Abbiamo rivolto qualche domanda ai due per saperne di più.

La tua musica ha sempre avuto una forte componente narrativa e poetica. Come hai conciliato questa caratteristica con la struttura più dance di ''Lucida'? ''Prima del mio album d’esordio, ''EsSENZA'', avevo già sperimentato il genere dance-pop, che è quello da cui ero partita. La differenza con ''Lucida'' risiede proprio nella parola stessa. Sono diventata molto più lucida, molto più consapevole rispetto ai primi lavori dove stavo cercando ancora una strada per potermi identificare come artista. Il mio album, ''EsSENZA'', mi ha permesso di parlare di un mondo interiore che avevo tenuto nascosto per tanto tempo, mi ha dato un’identità più definita, un codice con cui comunicare, ma che è in continua evoluzione, e non voglio porre limiti alla mia curiosità artistica, allo sfidare me stessa. Questo concetto oggi mi fa sperimentare senza la paura di sentirmi incoerente o fuorviante rispetto a quello che propongo. Con Andrea (kandrax) ho sentito energia, elettricità, mistero e macigni sullo stomaco, la combo perfetta a cui non ho saputo rinunciare''.

Il brano esplora il senso di smarrimento di fronte al futuro e alle scelte della vita adulta. Ti rivedi nella domanda “Cosa farò da grande?”? ''Credo che oggi la vera rivoluzione sia rimanere autentici e fedeli a sé stessi. Se si analizza un po’ più attentamente questa frase, apparentemente scontata, ci si accorge di quanto coraggio e ricerca interiore ci voglia a definire uno spazio dentro il quale ci riconosciamo. Passiamo una vita a chiederci “cosa farò da grande” finché un giorno ci accorgiamo di esserlo. Personalmente questa domanda non me la sono fatta molte volte, ho sempre saputo che la mia casa fosse nell’arte, piuttosto ciò che mi chiedo costantemente non è cosa ma chi sarò da grande. È qui che nasce la ricerca costante, il mattone messo su un altro mattone che giorno dopo giorno definisce il nostro essere. Un artista vive costantemente con la dualità del proprio io: quello della vita di tutti i giorni e quello sul palco. È lì che nascono queste domande, dove questi confini si mescolano, creando confusione e disequilibrio, e ci si trova ogni volta a doversi riallineare con un mondo esterno che non sempre è confortevole''.

Hai lavorato con kandrax per modellare il suono del brano. Quanto ha influito il suo approccio nella costruzione della traccia? ''kandrax mi ha proposto una demo nella quale già si intravedeva l’idea di suono al quale siamo arrivati alla fine. Mi è piaciuta istantaneamente perciò quello su cui abbiamo principalmente lavorato è stato su come sarebbe stata mixata la voce. Abbiamo cercato di non snaturarla, non lasciandoci troppo influenzare da suoni troppo metallici ed artificiali del “mondo pop italiano del momento” (un momento che dura da troppo tempo ormai), ma piuttosto mantenendo una verità di dialogo all’interno del pezzo, quasi come se fosse una confessione al mondo, nella sua reale atmosfera''.

Il testo alterna immagini potenti e quotidianità concreta: bollette, diplomi, specchi. Come è nata questa scelta? (risponde kandrax) ''Sono sempre stato affascinato dalla dualità delle cose. La vita è fatta tanto di gesti banali quanto di momenti eccezionali, e spesso si sovrappongono. Bollette, diplomi e specchi parlano di realtà tangibili, ma dentro ci ho nascosto significati più profondi e ambivalenti: il sogno e il limite, la spinta e il peso, il riflesso e la distorsione. È in quella tensione che è nato il testo originale''.

Se dovessi descrivere ''Lucida'' con una sola parola, quale sceglieresti e perché? ''Perseveranza. Una continua ricerca per poter essere il più vicino possibile a ciò che sento di essere. Senza definire confini ma vibrazioni, energie che si allineano passo dopo passo. Trovare quella sensazione di coerenza interiore, di lucidità appunto, della quale farne un posto sicuro in un mondo di incertezze, rifiuto e indifferenza''.