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10/07/2025
10/07/2025 FRANZ
''Una dichiarazione d’amore alla vita, proprio perché è fragile, imperfetta e a termine...''
Ciao Franz, complimenti per il tuo bel singolo, “Il lungo addio”, che avevamo tra l’altro già avuto modo di ascoltare nel tuo primo disco solista, visto che “Dietro a ogni cosa” è fuori già da qualche annetto. Come mai c’è voluto tanto tempo prima di uscire con questo brano come singolo, con il relativo videoclip? ''Grazie! ''Il lungo addio'' è uno di quei brani che sentivo il bisogno di far respirare a lungo, prima di farlo camminare da solo. Quando l’ho inserito nel disco era ancora in punta di piedi, poi col tempo ha preso voce. E il videoclip è stato il modo migliore per raccontarlo visivamente: semplice ma carico di senso, un po’ come la canzone stessa''.
Parliamo del tema di questa canzone, che “parla della vita parlando della morte”. Quando e come è nata e cosa ti ha portato a volerti confrontare con una tematica così delicata? ''È nata quasi per contrasto: volevo parlare della morte in modo leggero, senza retorica. Più che una riflessione sul “dopo”, ''Il lungo addio'' è una dichiarazione d’amore alla vita – proprio perché è fragile, imperfetta e a termine. In fondo, è la fine che dà valore al viaggio''.
Il drammatico periodo della pandemia è stato il seme da cui sono nate le tue riflessioni sulla vita e la morte, di cui si parla ne “Il lungo addio”. C’è stato qualche episodio in particolare che ti ha fatto sentire il bisogno di scrivere una canzone come questa? ''Più che un episodio preciso, è stato quel silenzio collettivo, quel tempo sospeso. Le giornate tutte uguali, le strade vuote… sembrava che il tempo si fosse accartocciato. In quella lentezza forzata sono riemersi pensieri che nella corsa quotidiana restano sotto la superficie''.
Tutte queste suggestioni si evincono in realtà dal bellissimo videoclip che accompagna “Il lungo addio”, molto minimale eppure al tempo stesso intenso. Qual è stata la sua genesi? ''Grazie! L’idea era quella di trovare delle metafore che rendessero l’idea di un Aldilà perfetto, pieno di colori ma non per questo desiderabile, e di un “Aldiqua” imperfetto, grezzo, ma pieno di vita, rumore e gioia. Un mondo che, paradossalmente, diventa più desiderabile proprio perché trabocca di Vita''.
Pensi che un’esperienza così forte come quella del COVID-19 ci abbia cambiati? ''Penso che, ahimè, abbia contribuito a dividerci ancora di più. Tanta parte della polarizzazione che troviamo oggi in qualsiasi ambito mi pare sia nata proprio da lì, dopo un primo momento in cui, nella difficoltà, ci eravamo trovati tutti più vicini e uniti nella nostra fragilità''.
Per curiosità: di “Il lungo addio” è nato prima il testo o la musica? E in generale, quando componi, scrivi prima i testi o le musiche? ''In questo caso è nata prima la musica, come spesso mi succede, visto il mio background da compositore. La musica suggerisce un canovaccio di colori che poi influenzano le parole. A loro volta, queste spesso cambiano la struttura, o certi accordi e passaggi, per adattarsi al racconto. Alla fine, al di là di “chi arriva prima”, è sempre una sinergia tra parole e musica''.
Il tuo background da compositore emerge tantissimo anche ascoltando la piccola orchestra che ti accompagna. Chi sono i membri di questa orchestra? ''Sono tutti amici che ho conosciuto in precedenti progetti, o amici di amici, che hanno da subito creduto in questo progetto e lo hanno reso speciale con il loro contributo. Sono musicisti straordinari con cui ho costruito, nel tempo, una sintonia preziosa. Alcuni arrivano dalla classica, altri dal jazz, altri ancora dal mondo del pop d’autore. L’idea è proprio quella di creare un suono ibrido, che metta insieme mondi diversi ma complementari. Una specie di piccola utopia musicale''.
Invece l’incontro con Paolo Agrati, che interviene ne “Il lungo addio”, come è avvenuto e cosa ti ha spinto a voler collaborare con lui? ''Ho conosciuto Paolo grazie a sua sorella, che usciva nella mia stessa compagnia. Poi abbiamo lavorato insieme su qualche progetto – io come videomaker, lui come speaker – e col tempo ci siamo ritrovati anche in ambito musicale. In questo ambiente ci si incrocia spesso, ma con Paolo è stato naturale: ha una voce e un'intensità che servivano proprio in quel punto del brano''.
Hai in programma delle date live quest’estate? ''No, quest’estate niente concerti: siamo concentrati sull’uscita del nuovo disco, prevista per l’autunno. Ma niente spoiler… per ora''.