Sono presenti 1415 interviste.

28/07/2025
LUIGI CALABRO' (BUON VECCHIO CHARLIE)
''Evviva la resistenza musicale in un mare di saponette danzerecce!''

25/07/2025
REVELÈ
''Nel mio piccolo, provo a raccontare l’anima senza filtri, a stare scomodo nelle emozioni...''

tutte le interviste


interviste

28/07/2025   LUIGI CALABRO' (BUON VECCHIO CHARLIE)
  ''Evviva la resistenza musicale in un mare di saponette danzerecce!''

Intervista di Albesound

Luigi Calabrò, amico incontrato nelle vacanze montane della mia adolescenza, è stato la chitarra solista del gruppo rock-progressive Buon Vecchio Charlie con cui ha realizzato l'omonimo CD che, pur uscito tardivamente, riscosse un buon successo risultando uno degli album più validi del genere non solo in Italia. Ritrovato tramite canali social dopo più di cinque decenni di oblio, è per me un grande piacere scambiare qualche parola con lui.

Luigi, ti ricordo come uno dei primissimi chitarristi di Claudio Baglioni, in particolare quello che, sotto lo pseudonimo di “Luigi Giggetto”, partecipò al successo discografico di “Questo piccolo grande amore”. Cosa ricordi di quel periodo in cui facesti anche un video del brano “Porta Portese” che passò in qualche programma Rai? ''Per la precisione sono stato il primo chitarrista di Claudio e lo pseudonimo giusto è "Luigiggetto", peraltro inventato da Claudio al momento. Quel video fu girato alla Rai di Torino e fu un'emozione enorme: la prima volta che andavamo in TV e con gente come Guccini, Battiato e altri musicisti. Ci sembrava di vivere un sogno, coltivavamo l'illusione di poter vivere di musica''.

Il Buon Vecchio Charlie incise l'omonimo disco nel 1971, ma l'album rimase poi dimenticato nel cassetto per oltre vent'anni, dopodiché fu ripreso dalla casa discografica Melos che lo fece finalmente stampare nel 1990. Quali furono i motivi della sua mancata pubblicazione che portò poi allo scioglimento della band? ''Provammo di tutto per poterlo pubblicare, ma non trovammo un produttore in grado di curare i nostri interessi. Poi vivevamo a Roma e lo studio era a Mestre. Qualcuno si interessò alla cosa, come il bassista delle Orme e il producer della PFM, ma tutto finì lì. Ci era già successo alla RCA, ma a 19-20 anni non sai come muoverti in quegli ambienti''.

Dalle ceneri del Buon Vecchio Charlie formasti, con altri due membri del gruppo, la nuova band Bauhaus, con cui vincesti il primo premio al Festival pop di Villa Pamphili di Roma nel 1974, cui seguì pochi anni dopo la pubblicazione dell'album “Stairway to Escher”. Questo disco vide una virata verso un rock progressive più improntato su matrici di stampo jazz. Fu il desiderio di rompere con un passato non fortunato o quello di rinnovare il vostro sound? ''No, fu la naturale evoluzione del nostro percorso musicale. Cambia il gusto, cambiano i musicisti con cui suoni e cambia la musica che ascolti''.

Luigi, immagino che tu sia stato l'artefice di questa reunion (Luigi Calabrò, chitarra; Valter Bernardi, basso; Marco Orfei, sax, flauto; Mattia Marrone, tastiere; Fabio Balducci. batteria) avvenuta a distanza di tanti, troppi anni dallo scioglimento della band. Cosa ti ha spinto a questo gradito ritorno alle origini? ''Mi hanno spinto degli amici musicisti, tra i quali il nostro attuale sassofonista. E soprattutto l'interesse crescente sulla rete per il BVC''.

Quali impressioni e sensazioni vi hanno lasciato i concerti del ritorno sulla scena e quanto vorreste ancora tornare con continuità ad esibirvi dal vivo ''Beh, è stato come tornare a casa e riprendere la vecchia bicicletta. Una vera sfida. Speriamo che continui in crescendo, anche se mi rendo conto che è una musica di nicchia''.

Quali sono i vostri progetti per il futuro? Esiste la possibilità di vedervi tornare in sala di registrazione per incidere un nuovo disco dopo tanti anni dall'uscita del vostro (purtroppo) unico, ma importante lavoro? Sarebbe davvero una piacevole sorpresa per i fans del genere progressive che, anche se in ritardo, hanno poi avuto modo di apprezzare il vostro disco... ''Sì, entro la fine dell'anno potremmo avere la possibilità di incidere un nuovo disco. Ci aspettano almeno 4 festival prog''.

Bene Luigi, sono stato felice di averti ricontattato dopo lunghi decenni di lontananza in cui ci eravamo completamente persi di vista, di solito a conclusione delle nostre chiacchierate musicali lasciamo che l'intervistato rivolga un breve saluto al pubblico di Music Map. A te la penna e ti lascio, ma mi raccomando: stavolta teniamoci in contatto... ''Un saluto complice a tutta la resistenza musicale in un mare di saponette danzerecce!''.