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''Con la nostra musica vogliamo far venire alla luce qualcosa che era sepolto, o meglio, impolverato...''

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10/09/2025   IN JUNE
  ''Con la nostra musica vogliamo far venire alla luce qualcosa che era sepolto, o meglio, impolverato...''

Gli In June tornano con “Dust Off”, un singolo che rappresenta al tempo stesso un punto di svolta e un consolidamento del loro percorso musicale. Dopo l’EP ''Collapse'', pubblicato nel 2024, il trio romano sceglie di inaugurare una nuova fase artistica caratterizzata da atmosfere più cupe e da una produzione dal respiro internazionale. Il brano nasce da un’urgenza comunicativa: raccontare la sofferenza senza tacerla, rivendicare la vulnerabilità come parte integrante dell’esperienza umana. “Everything is falling” non è solo una constatazione amara, ma un invito a non far finta che tutto vada bene, ad accettare i momenti di crisi e a trasformarli in un discorso collettivo. La musica, in questo senso, diventa strumento di confronto e di liberazione. Dal punto di vista sonoro, “Dust Off” segna un netto cambiamento. Il basso melodico e le percussioni crude assumono un ruolo centrale, mentre le chitarre e la voce si intrecciano con una produzione elettronica essenziale ma incisiva. Determinante è stato il contributo di Steve Lyon, che ha lavorato con artisti come Depeche Mode e The Cure e che ha seguito il singolo in tutte le fasi, dalla registrazione al mastering.

“Dust Off” rappresenta un cambio di passo per voi. Quanto è stato naturale, e quanto cercato, questo mutamento? ''Questo sound più cupo e intenso ha sempre fatto parte del nostro panorama interno, e, con le diverse tappe evolutive del nostro percorso siamo arrivati ad una naturale fioritura di queste sonorità e di questa estetica. Abbiamo sicuramente lavorato molto e ricercato il nostro personale suono in questi anni di attività, ma, anche grazie all’attività live e ai momenti di scrittura condivisi, abbiamo intrecciato questa tela su cui poter tessere le nostre nuove creazioni''.

Le atmosfere dark, il basso protagonista, le percussioni decise: quanto c’è di istinto e quanto di strategia nella produzione? ''La produzione di DUST OFF è frutto di una valorizzazione dei nostri elementi fondamentali: il basso melodico e protagonista, le percussioni decise e dinamiche, e la voce peculiare ed evocativa. L’istinto e lo studio si sono certamente intrecciati, ma questo è un brano viscerale che è arrivato proprio da un punto di incontro tra le nostre identità che viaggiano su un binario comune''.

Steve Lyon è noto per esaltare le identità sonore dei gruppi. Qual è stata la sua impronta su “Dust Off”? ''Esaltare la nostra identità è stata la sua impronta più importante. Con la sua esperienza e il genere a cui è abituato a lavorare, ci ha aiutati a trovare il coraggio di valorizzare quegli aspetti a cui siamo sempre stati attratti ma che qualche volta ci siamo ritrovati a smorzare per paura di uscire troppo fuori dagli schemi. Con Steve Lyon abbiamo avuto la fortuna di lavorare con un professionista che comprendesse anche l’importanza delle nostre peculiarità e dell’originalità''.

Il brano parla anche della pressione sociale a “stare bene”, a non mostrare dolore. Vi è mai successo di sentirvi invisibili nella sofferenza? ''Sì, ci è successo, è un fenomeno molto diffuso quello di sentirsi sotto pressione nell’essere produttivi e nel mostrare quanto la vita stia andando a gonfie vele, omettendo l’umana tendenza a soffrire e ad affrontare disagi interiori non sempre facilmente spiegabili con logica e praticità. Ma senza dubbio la musica e la produzione artistica è qualcosa che ci dona visibilità e conforto anche nei momenti più duri, e abbiamo la possibilità di dare voce a ciò che spesso è difficile da esprimere a “semplici” parole''.

Il titolo del singolo è evocativo: “Dust Off” può voler dire scuotersi di dosso qualcosa, o far venire alla luce ciò che era sepolto. Quale lettura vi rappresenta di più? ''Far venire alla luce qualcosa che era sepolto, o meglio, impolverato. Come un qualcosa di vecchio che abbiamo messo da parte a prendere polvere su uno scaffale alto, come sentimenti chiusi in scatola e nascosti affinché nessuno possa trovarli e, di conseguenza, giudicarli: noi stessi per primi''.

Dopo “Common Grounds” e “Collapse”, dove volete portarvi con i prossimi lavori? ''Per il momento, vogliamo muoverci per piccoli passi, dare un assaggio di quello che sarà il nostro sound per un po’, anche perché nella nostra lista dei desideri c’è un album. Stiamo scrivendo tantissimo, con coerenza, e vorremmo legare insieme questi brani a cui stiamo lavorando, ma crediamo che ogni nuovo progetto arriverà con naturalezza, proprio come è stato per DUST OFF''.