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11/11/2025
11/11/2025 LA GOVERNANTE
''Facciamo dischi sapendo che potrebbero perdersi nel rumore, ma è proprio questo che ci spinge a creare...''
Che dire, “Indie” sembra quasi un’offesa dentro un disco come questo, vellutato di una nebbia sottile che impasta e mescola, e un poco confonde i bordi di un disegno che, alla scena indie a cui siamo abituati, “ruba” tanto. Torna La Governante con “È solo la fine del mondo” per La Favorita. Un lavoro che a tratti oserei definire politico in senso alto del termine, visto il suo continuo rimando ad analisi contro l’omologazione di questa società moderna. Dal materialismo alle aridità emozionali: La Governante ci regala il propio manifesto sociale, e in tal senso fate girare “Goderti la vita”: un fuori pista che, paradossalmente, sa bene come raccogliere in sé tutti gli ingredienti di un disco distopico e necessario.
Quanta provincia c'è dentro questo disco? ''Tutta. La provincia è la nostra prospettiva sul mondo: periferica ma lucida. È il luogo dove tutto sembra immobile e invece cambia lentamente, esattamente come facciamo noi''.
Spesso il disco si libera in evoluzioni lineari ma inattese, e forse "Sperlinga" è un manifesto in tal senso. E qui penso a parole come libertà... è tutto qui il segreto di un vostro disco? ''Forse sì. La libertà di lasciare che le canzoni si muovano da sole, senza forzarle. A volte ci portano dove non avevamo previsto''.
Un terzo disco in un tempo, oggi, che i dischi ormai sono quasi "rumore di fondo"... la disattenzione impera in questa "Fine del mondo"... voi come vi ci rapportate? ''Accettandolo. Facciamo dischi sapendo che potrebbero perdersi nel rumore, ma è proprio questo che ci spinge a creare, è il nostro modo di rimanere presenti''.
Posso dirvi che la voce è sempre in bilico con l'intonazione? Dentro "Zanzare" forse è il momento più in bilico, ma in genere dentro tutto il disco. Una scelta lasciarla libera anch'essa? ''Sì, assolutamente. La voce, come il resto, non cerca la perfezione ma la verità, o ancor meglio, un'interpretazione. Quel lieve scarto è "solo" fragilità''.
Le soluzioni del suono arrivano dal passato: il futuro per voi che suono avrà? ''Il futuro suonerà come un'eco del presente. Continueremo a guardare indietro per capire cosa resta, ma senza nostalgia. Il suono evolve solo quando accetta di non sapere dove andrà''.