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30/12/2025
NINAI'
''La mia musica nasce da uno spazio aperto, in continuo divenire...''

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30/12/2025   NINAI'
  ''La mia musica nasce da uno spazio aperto, in continuo divenire...''

Innanzitutto, grazie per la tua disponibilità. La prima domanda riguarda l'idea alla base di questa trilogia, ''Soulmetry'', che mi sembra possa riguardare una metamorfosi interiore che tu hai messo in pratica attraverso la mutazione di 4 brani principali. Reputi corretta questa interpretazione? ''Grazie a voi per l’ascolto attento e per questa lettura così sensibile del progetto. Sì, sento la tua interpretazione affine alla mia visione: ''Soulmetry'' nasce proprio come una metamorfosi interiore, un movimento intimo e continuo dell’anima. I quattro brani originari sono stati per me come archetipi emotivi, cellule vive capaci di mutare forma senza perdere la propria sostanza. Attraversarli, trasformarli, lasciarli parlare in più lingue e stati sonori è stato un modo per osservare il cambiamento dall’interno, per testimoniare come l’identità possa evolvere rimanendo fedele al proprio nucleo più autentico''.

Per capire il lavoro nella totalità bisogna partire proprio da questi brani. In che contesto sono nati? Quale forza embrionale ti ha spinta a scriverli? ''Questi brani sono nati in un contesto estremamente intimo, domestico, quasi rituale. Sono nati in casa, in home recording, attorno al mio pianoforte, nello spazio quotidiano dove la vita e la musica non sono mai state separate. Flavio Ferri, che ha seguito il progetto come direttore artistico, ha percepito fin da subito questa mia mutazione interiore: non come un’idea da costruire, ma come un processo già in atto, che chiedeva solo di essere ascoltato e accompagnato. La forza embrionale che mi ha spinta a scriverli è stata la coscienza, unita a un amore profondo per un messaggio che sentivo urgente. Un messaggio che nasce dall’osservazione dei cicli della natura: trasformazione, morte simbolica, rinascita. In questo senso ''Soulmetry'' parla di un essere umano che non può distruggersi davvero, ma che è chiamato a creare continuamente nuove geometrie di unione, dentro e fuori di sé''.

Oltre all'evoluzione camaleontica delle canzoni, si denota anche una mancanza totale di limiti, culturali, linguistici, sonori. Come se la tua musica fosse liquida - non solo in senso digitale. Lo trovo molto in linea coi tempi. Eri consapevole di questo messaggio? ''In parte ne sono consapevole, la mancanza di limiti è una conseguenza naturale del mio modo di vivere e percepire la musica. Per me il suono non è mai stato qualcosa di separato dal corpo, dal tempo, dalle culture che attraversiamo. È materia fluida, come l’acqua: prende la forma del contenitore ma resta sempre sé stessa. Solo osservando il lavoro finito ho compreso quanto questa liquidità fosse in sintonia con il nostro tempo. Credo che oggi più che mai ci sia bisogno di linguaggi che non si chiudano, che non erigano confini, ma che permettano alle identità di muoversi, contaminarsi, respirare. La mia musica nasce da lì: da uno spazio aperto, in continuo divenire''.

Dai tuoi inizi ad oggi, com'è cambiato il tuo rapporto con la musica? ''Soulmetry'' è la conseguenza di una vita o è solo un nuovo tassello capace di vivere fuori dal tempo? ''Il mio rapporto con la musica è cresciuto insieme a me, come farebbe un albero che segue le stagioni. La musica evolve con la mente, con il corpo, con la vita stessa: si sorprende, piange, si trasforma, ma rimane sempre collegata alla parte più intima e originale di chi siamo. ''Soulmetry'' è uno di questi tasselli: presente, vivo, ma allo stesso tempo capace di vivere fuori dal tempo, come una costante che muta senza mai perdere la propria essenza''.

Perché ti sei affidata a un'etichetta straniera - seppur capitanata da un italiano - contando che la parte conclusiva della trilogia è cantata in italiano e forse più appetibile per il nostro mercato? ''La scelta di una Label straniera è nata in modo naturale: cercavo uno spazio visionario capace di accogliere un progetto senza regole precise, guidato dall’istinto e dalla musica stessa. Solo dopo ho scoperto che Emiliano Ruggiero, fondatore di I Low You Records, è italiano, e quando ha ascoltato i brani in italiano ha deciso che tutta la trilogia doveva uscire completa. L’italiano per me è un livello di intimità diverso, non una traduzione dell’inglese, ma un’altra voce del mio mondo sonoro. Qui ho trovato una Label che ha scelto di credere prima di tutto nella musica e nella sua visione a 360 gradi: rette parallele apparentemente distanti che si incontrano in un disegno comune di risonanza e intenti''.

In un contesto personale che vede indubbiamente la libertà artistica per te elemento fondante di quello che fai, senti mai la pressione di dover produrre qualche cosa per i numeri, il guadagno, l'accrescimento di una fanbase? ''Assolutamente no. La musica è un lavoro, certo, ma non può piegarsi alle regole del mercato e perdere la sua essenza. È un discorso animale e primordiale, fatto di risonanze tra simili, di corpi e anime che si riconoscono nel suono. Nasce libera, incontaminata, capace di mutare senza tradire sé stessa. Spero di incontrare sempre più musicisti così, so che ci sono, ciò che conta davvero sarà condividere questa energia dal vivo in un ascolto autentico e intimo con chi vuole accoglierla''.