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28/06/2016   KINO
  ''L’elettronica è la moda del momento, sembra una gara a chi spinge più bottoni...''

KINO è il mondo sonoro creato da Marco Capelli, polistrumentista e produttore riccionese, con alle spalle una lunga esperienza in Italia e all’estero in veste di batterista. Il progetto nasce nel 2011 grazie alla collaborazione con alcuni tra i migliori dj e produttori della scena dance italiana. A Marzo 2016 KINO ha pubblicato il suo album di debutto “Together”, riscuotendo davvero un forte successo. La sua musica nasce dall’unione tra le sonorità potenti e psichedeliche del rock e le atmosfere sperimentali della musica elettronica, sfociando in una dimensione live coinvolgente ed esplosiva, che a partire dall’estate lo porterà ad esibirsi in tutta Italia e nel Regno Unito. Com’è nata la tua passione per la musica elettronica? Hai avuto qualche disco di riferimento? ''E’ stato un processo piuttosto naturale. Ho iniziato ad approcciarmi alla musica alla fine degli anni '90... e proprio in quel periodo uscivano album come “Kid A” dei Radiohead o “Surrender” dei Chemical Brothers. Dischi come quelli difficilmente non ti rimangono dentro. Nel mio caso si sono proprio marchiati a fuoco. Negli ultimi anni l’ elettronica è tornata all’attenzione globale ed io ho sentito il fortissimo bisogno di farne parte con la mia musica''. Che direzioni immagini per il futuro della musica elettronica? Queste direzioni ti piacciono? ''Diciamo che l’elettronica è diventata un po’ “la moda” del momento… sembra una gara a chi spinge più bottoni. Così perde la musica, i contenuti e la forma passano in secondo piano e molti artisti finiscono per snaturarsi. Apprezzo molto chi invece si serve delle macchine per creare un proprio sound esattamente come se avesse in mano una chitarra o un pianoforte… ma bisogna avere le idee molto chiare''. C’è qualche dj-producer che ti piace particolarmente in questo momento? ''Mi piace guardare in casa nostra. E’ un bel momento per la scena elettronica italiana. Ci sono molti artisti che apprezzo e da cui imparo molto ad ogni ascolto. Tra questi sicuramente Clap Clap! Il suo mondo sonoro è geniale ed i beat sono pazzeschi. Per quanto riguarda la scena dancefloor non posso non citare i miei conterranei Margot, maestri indiscussi da tanti anni. Un’altra band che adoro sono i torinesi Niagara, abbiamo molte cose in comune e spero di poterci collaborare un giorno!''. La classica, progetti futuri? ''Sto scrivendo tantissimo materiale nuovo, spero sia tutto pronto per l’inverno. Nel frattempo, sono molto concentrato sulla dimensione live, ho in mente di portare la mia musica anche nei teatri con un vero e proprio spettacolo. Nell’ultimo anno si è formata una crew di amici artisti, acrobati e ballerine con i quali posso lavorare a qualcosa di grande''. Come è nata l’idea di coniugare l’elettronica con il rock e la psichedelia? ''E’ proprio l’unione dei due mondi da cui provengo… il mio background di batterista mi ha portato a crescere con i Pink Floyd, Led Zeppelin, The Doors, ma spesso riuscivo a trovare più rock’n’roll nei Daft Punk che in qualsiasi altro disco. E’ sempre stato così per me: essere tante cose insieme, rimanendo me stesso. Mettere in musica tutto questo è la cosa più sincera che potessi fare''. A fine Luglio suonerai con Caribou e gli AIR: sei emozionato a riguardo? Cosa ti aspetti da queste lunghissime serate? ''Londra sta diventando un po’ una seconda casa, grazie alla collaborazione con Francesco Mami, grandissimo produttore e amico e Brydie Tong. Sono emozionato come un bambino, solo qualche anno fa mi trovavo in prima fila con gli occhi puntati su Daniel Victor Snaith e i suoi Caribou in apertura ai Radiohead... e ora mi trovo a condividere lo stesso palco... gli AIR poi… è tutto magico… non vedo l’ora!''. Come ti relazioni con il mondo clubbing/dance, lo preferisci a quello della scena rock-sperimentale? ''Non voglio essere ripetitivo, ma anche questi sono due mondi diversi che si devono incontrare. C’è molta confusione oggi quando si parla di dj e musicisti... una battaglia continua tra chi “va a suonare” davvero e chi no. La divinizzazione di uno piuttosto che dell’altro. Io credo che un vero artista sia chi sappia trasmettere davvero qualcosa, utilizzando le proprie competenze nel modo migliore, che sia selezionare musica, comporla o suonarla. Io vado in cerca di questo, e riesco a trovarlo sia in pista, che in un concerto intimo in mezzo al bosco''. A Marzo è uscito il tuo primo EP “Together”, sei soddisfatto della riuscita? Ora, a distanza di mesi, hai qualche rimorso riguardo ad esso? Come è stato accolto dalla critica, dai media e dai tuoi amici musicisti? ''“Together” è un ep di brani strumentali scritti tanto tempo fa e che sentivo la forte esigenza di veder nascere... essere impressi finalmente su un disco. Mi sono domandato a lungo se e quando farlo uscire, ma le tracce sono piaciute molto agli addetti al mestiere e mi sono deciso. Soprattutto non vedevo l’ora di portarlo in giro live''. Le tue 5 track preferite. ''Questa domanda è difficilissima! Provo a fare una top 5 tra pancia e cuore:
1 Baba o’riley - The Who
2 Let Forever be – Chemical Brothers
3 There There – Radiohead
4 Why does my heart feel so bad - Moby
5 Pink Moon – Nick Drake
Un aggettivo per descrivere al meglio il progetto KINO. ''Puro''.