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13/09/2016   AREAVIZIATA
  ''Facciamo le cose non perché ''si fa così'' ma perché ci va di farle...''

Ciao ragazzi, cominciamo con le presentazioni: chi siete? Da dove venite? Da quanto fate rap? ''Siamo un gruppo di ragazzi che si impegnano per cercare di raggiungere i propri obiettivi. Axy fa il designer in quel di Milano, Crono è un pianista che passa gran parte delle giornate in conservatorio e Ju-On fa il cameriere. Siamo tutti di Mazara del Vallo ma con background molto diversi. Ju-On viene dalla breakdance e dalle battle di freestyle, Crono incise il suo primo disco nel 2005 mentre Axy dopo anni di scrittura e produzione in solitario si butta nella mischia nel 2006, quando entra a far parte della Kls, vecchia crew che poi diventerà l’attuale AreaViziata con l’aggiunta di Dest, Ner e Pazzo Calandrino''. Una cosa ci ha colpito molto nel comunicato che abbiamo ricevuto è il sottotitolo all’annuncio dell’uscita del vostro disco che recita: "Pianeta Terra, Anno 2016. Su questo supporto vi è inciso quello che resta della vita sulla Terra. Nella speranza di essere intercettato da esseri extraterrestri è stato mandato nello spazio con la presente sonda per varcare i confini del sistema solare, e spingersi verso altri universi". Poi abbiamo visto il vostro video e vi abbiamo visto nei panni di astronauti, come mai questa scelta? E’ una metafora che vi rappresenta? Siete cosmonauti in cerca di un loro universo? ''In un certo senso si. Siamo cosmonauti ma forse non siamo nemmeno alla ricerca di un nostro universo, girovaghiamo solo per il piacere di esplorare. Il concept è quello che vede il disco come una sonda da lanciare nello spazio con all’interno dei messaggi che vengono dalla terra, con la nostra visione del mondo. Nel video il ritorno sulla terra sottoforma di “foglio” è devastante, non c’è forma di vita. Siamo atterrati nel deserto? Siamo tornati e nel frattempo l’uomo si è estinto? Abbiamo sbagliato pianeta? Il finale lo lasciamo intendere a chi è interessato''. Un’altra cosa che balza subito all’occhio sono i titoli delle vostre canzoni dove parafrasate grandissime hit del passato… provocazione o tributo? ''Il fatto che molti ci chiedano della tracklist per noi è già un primo passo verso ciò che volevamo. Quando la gente guarda la nostra tracklist prima si stranizza poi sorride quando capisce il gioco. Volevamo generare valore attorno alle canzoni, fare in modo che dal titolo si passasse subito all’ascolto, dire già con il titolo del brano che questi pezzi significano molto per noi associandoli a dei titoli di brani che hanno già un valore. Poi ci si rende conto che invece quelle storpiature servono a dare il via all’argomento delle canzoni, che è praticamente sempre di senso opposto ai titoli originali (''Yeasterday/Easterday'': si parla di rimandare al domani, ''I Wish/iWish'': desiderio consumistico ecc ecc)''. Le vostre strumentali sono molto eterogenee, si possono sentire campioni di strumenti acustici e atmosfere più strettamente hip hop. Non abbiamo però sentito nessun tipo di venatura trap ne traccia di autotune, come mai questa scelta? Come giudicate la piega che sta prendendo l’hip hop italiano a livello di suono? ''Se questa è l’impressione che avete avuto vi ringraziamo e non possiamo che essere soddisfatti del risultato! Per adesso girano molto questi termini come trap, grime, autotune e si pensa che questi siano gli unici modi di fare musica o di strutturare un pezzo, noi invece facciamo il percorso contrario: cerchiamo di non ricadere mai in stilemi o formalità, facciamo le cose non perché “si fa così” ma perché ci va di farle e questo è forse l’elemento che crea quel mix di hip hop e personalità nelle strumentali''. La canzone a cui siete più legati e perché. ''Il pezzo “Nel blu dipinti di blu” è dedicato al pittore mazarese scomparso Salvino Catania, ma allo stesso tempo parla di arte e di artisti e in un certo senso parla di noi. Ci siamo molto rivisti in quello che abbiamo scritto pensando a Salvino che però si applica anche alle nostre esperienze''. Ci raccontate qualche aneddoto divertente sulla registrazione del vostro album? ''Ad un certo punto della lavorazione dell’album avevamo deciso di cambiare ambiente di scrittura perché lo studio non sembrava darci la giusta ispirazione, così avevamo deciso di andare in un boschetto a scrivere i pezzi. La giornata è stata prolifica ma ci siamo addentrati in un posto talmente sperduto che alla fine ci siamo imbattuti in una coppia che era lì per altri motivi e abbiamo dovuto togliere il disturbo''. Progetti per il futuro? Vi vedremo ancora tutti insieme o intraprenderete strade diverse? ''Nell’immediato vogliamo tornare con un seguito di quest’album, e nel lungo termine siamo pronti per intraprendere “strade diverse”, anche se, come è successo in passato, ogni progetto che facciamo coinvolge tutta la squadra anche quando si tratta di lavori solisti''.