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23/09/2016   BRONCOROTTO
  ''Il reggae si compone di mille anime e noi le amiamo tutte...''

Il vostro nuovo album si muove attraverso varie sfumature del reggae. Come nasce l'idea di "Int’ a Babylon"? ''''Int’ a Babylon'' è frutto di un percorso durato più di due anni. In questo lavoro abbiamo scelto di inserire pezzi già noti, ma rivisitati da tutta la band, e li abbiamo affiancati a tracce nuove, collaborazioni con artisti di rilievo internazionale e nuove realtà conosciute durante questo cammino. La scelta di abbracciare più generi non è casuale, il reggae si compone di mille anime e noi le amiamo tutte''. Assieme al disco ci sarà anche il video della title track. Vuoi anticiparci qualcosa? ''Così come lasciamo gli artisti con i quali collaboriamo liberi di interpretare i pezzi a seconda del loro mood, così è avvenuto per questo video: abbiamo lasciato carta bianca ad un giovane videomaker napoletano, Davide Gibilisco. Possiamo quindi dire che sarà una sorpresa per tutti, noi compresi!''. Molto interessante è la collaborazione con la leggenda giamaicana King Kong. Come è nata? ''Questa collaborazione è stata cercata da me (Mc Baco), perché sono sempre stato un suo fan, quindi posso dire che ho realizzato un mio piccolo desiderio! Abbiamo proposto a King Kong un ritmo che esula dai classici pezzi da lui interpretati: una tune ska, quindi allegro e leggero, che però affronta un tema duro come la detenzione in carcere in condizioni disumane. Questo contrasto, secondo noi, serve a dare ancora più rilievo alla tematica''. A proposito di collaborazioni, questo disco è un insieme di lavori realizzati anche con diversi produttori, italiani e non. Non credi che con internet e la possibilità di scambiarsi informazioni in tempo reale, la musica abbia ancora più assunto una forma di crocevia in grado di unire culture e suoni provenienti da tutto il mondo? E se così fosse, che destino c'è per un genere classico come il reggae? ''E’ del tutto evidente che Internet abbia reso possibili cose che prima sembravano irrealizzabili. Tutto questo non può fare altro che giovare al reggae, infondergli linfa vitale e continuare a tenerlo più vivo che mai. Grazie al web abbiamo realizzato collaborazioni con musicisti e producers provenienti da parti del mondo lontanissime, velocizzando totalmente lo svolgimento del lavoro. Questo però non toglie umanità ai rapporti, perché quando ci si incontra dal vivo si confermano legami ed interessi comuni''. Il disco della Broncorotto band è tornato a dare vivacità al reggae napoletano, un tempo molto vivo. Cosa sta accadendo, sotto questo punto di vista alla tua città? ''Forse perché la vivo quotidianamente, ho sempre percepito vitalità e produttività nella scena di Napoli, come della Campania in generale. Ci sono parecchi cantanti, band, etichette e Sound System che producono buona musica. Forse quello che manca sono gli spazi, un po’ di coesione in più e la visibilità nazionale che stenta ad accorgersi degli artisti della nostra zona, ma posso affermare che la qualità è alta!''.