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09/11/2016   ONIRICIDE
  ''Il fatto di non aver predefinito un genere 'fisso' ci ha permesso di sperimentare maggiormente...''

Ciao, ci raccontate come è nata la vostra band? Luca: ''L'idea è nata nel 2011 dai fratelli Pelliccioni, Andrea e Daniele, che hanno rivoluzionato una precedente cover band. Inizialmente la formazione era differente, poi alcuni membri hanno abbandonato per motivi personali, nel 2013 si è aggiunta Mara nel ruolo di lead vocalist e verso metà del 2014 mi sono unito alla band nel ruolo di bassista''. Cosa vi ha ispirato per cominciare a comporre musica? ''Sicuramente la voglia di mettere in pratica i propri studi musicali. Solitamente con le cover inizi a capire i diversi stili personali e l'approccio con lo strumento di ognuno dei tuoi “idoli”, soppesando il valore di ciò che stai suonando... Successivamente sopraggiunge la voglia di buttare giù le tue idee per provare a creare qualcosa di innovativo''. Quali sono le vostre principali influenze musicali? I vostri album preferiti? Luca: ''Ognuno di noi arriva da esperienze ed influenze fortemente diverse. Daniele è un appassionato di musica classica, colonne sonore e musiche dei videogame. Andrea si ispira a Petrucci, Gary Moore e Gilmour. Mara è ispirata da R.J. Dio e Bruce Dickinson, mentre io mi ispiro a Steve Harris, Steve Di Giorgio e Jaco Pastorius. E' difficile racchiudere gli album in una lista “preferiti”, man mano che cresci e apri gli occhi al mondo della musica, scopri un mondo così vasto che questa lista sarebbe interminabile''. Avete difficoltà a bilanciare la vostra carriera musicale con la vostra vita? ''E' sicuramente una sfida. Ogni minuto di tempo libero lo dedichiamo alla band, che sia rispondere ad un fan che ti fa i complimenti o semplicemente rispondere agli auguri di buon compleanno, che sia scrivere brani nuovi o arrangiarli, che sia la ricerca del proprio sound. Le nostre vite ormai ruotano intorno agli Oniricide''. Raccontateci un po' come è nato ''Revenge of souls''... ''''Revenge of Souls'' nasce senza paletti. Cinque dei brani erano stati scritti, inizialmente, senza orchestrazioni e con una presenza maschile alla voce. A formazione stabile, abbiamo lavorato sugli arrangiamenti, sulle orchestrazioni e sui testi, apportando tutte le modifiche necessarie al fine di ottenere il risultato che avevamo in mente. Nel frattempo nascevano brani nuovi che abbiamo sviluppato e completato. Alcune idee sono venute fuori proprio in fase di registrazione. Ogni brano è una storia, cresciuta indipendentemente ma legata all'altra, come se fosse un viaggio attraverso diverse atmosfere. Alcune possono metterti a tuo agio, altre meno, così come i sogni che possono essere sogni buoni o cattivi''. C'è una canzone di questo album che volete consigliare ai nostri lettori? ''E' difficile dare una risposta. All'interno della band ognuno ha la sua canzone preferita, ma come dicevo le atmosfere sono molto varie quindi sta all'ascoltatore scegliere la canzone che maggiormente lo rispecchia. Sicuramente stiamo puntando parecchio su “Gipsy and the Cards”, che è in download gratuito sulla nostra pagina di Reverbnation (www.reverbnation.com/oniricide)''. Vi hanno mai chiesto di scrivere una colonna sonora per un film? ''Non ancora ma lo speriamo! Sarebbe un'esperienza unica!''. Come è nato il nome Oniricide? ''Originariamente il nome era Agony Oniricide, successivamente quando la formazione è diventata ufficialmente stabile abbiamo deciso di tenere solo Oniricide, più corto e compatto, più facile da ricordare''. Quali sono i vostri progetti per il futuro? ''Sicuramente un secondo album e un tour. Sarebbe bello poter suonare in luoghi diversi sera dopo sera e stare a contatto con chi apprezza la tua musica. Attualmente stiamo valutando diverse agenzie di booking, appena avremo trovato quella che fa per noi, procederemo all'organizzazione del tour. Intanto stiamo andando avanti con i lavori sul primo video ufficiale ma è ancora tutto top secret!'' (ride). Cosa ha di particolare Oniricide rispetto ad altre bande metal? ''Domanda interessante. Attualmente, da quello che ci sembra di capire, la difficoltà maggiore che abbiamo riscontrato è l'essere etichettati ed assegnati ad uno specifico genere. Dagli ascoltatori abbiamo ricevuto pareri contrastanti, c'è chi ci affianca al progressive, altri che invece ci affiancano più al gothic e al doom, e altri ancora ci assegnano il symphonic. Sappiamo di essere una realtà un po' differente, ognuno ha messo del suo in questa band e il fatto di non aver predefinito un genere “fisso”, un'etichetta da seguire, ci ha permesso di sperimentare maggiormente. A livello di presenza online e nel mondo musicale attualmente usiamo l'etichetta symphonic metal ma ad oggi anche questa etichetta ha perso il suo significato raggruppando in sé ogni band con voce femminile e tastiera molto presente. Tuttavia lasciamo sempre la parola all'ascoltatore che è libero di inventarsi un genere apposito per Oniricide e noi ne saremmo davvero lieti!''.