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24/11/2016   HERMANOS
  ''Siamo un concentrato di melanconica vitalità con l’aggiunta di un po' di ironia...''

Quali sono le vostre principali influenze musicali? ''Siamo cresciuti con gli U2 dei primissimi dischi e l’amore per quei suoni e soprattutto quelle atmosfere. Ma, non è una frase di rito, abbiamo sempre ascoltato di tutto, passando attraverso anche punk e metal. Fondamentalmente siamo sempre stati attratti da musicisti e compositori che sanno descrivere immagini e creare atmosfere con la musica, senza preoccuparsi troppo del genere o degli strumenti usati. In tal senso Ennio Morricone e Sigur Ros per noi sono uguali''. Come è nata in voi la passione per la musica? ''A casa, soprattutto con nostra madre è sempre girata tanta musica. Quando siamo stati un po’ piu’ grandi, frequentavamo una compagnia dove tutti suonavano qualcosa, e noi avevamo il posto per farlo! Il nostro garage, che nel frattempo si era trasformato in una vera sala prove, ospitava vari gruppi, e in quel periodo essere creativi non è stato davvero difficile!''. Avete suonato in altre band prima di questa? ''Io (Giorgio) e mio fratello (Roberto) abbiamo sempre suonato e composto assieme, sostanzialmente cambiando la formazione, i generi e i nomi delle bands, ma mantenendo sempre lo stesso approccio compositivo''. Come componete generalmente le vostre canzoni? ''Inizialmente lasciamo sempre andare la musica cosi come viene (nel bene e nel male!), poi cominciamo a sistemare, se il risultato ci convince passo ai testi. Ma è l’atmosfera scaturita inizialmente che, generalmente, dà la direzione anche per l’argomento del testo''. Come descrivereste Hermanos a coloro che non la conoscono? ''La domanda è difficile, perché davvero noi facciamo sempre quello che ci salta in mente, e credo dal disco si possa capire; tuttavia, direi che siamo un concentrato di melanconica vitalità con l’aggiunta di un po' di ironia che aiuta sempre a non prendersi troppo sul serio''. E ora parliamo del vostro nuovo album “Blinding love”... Come è nato? ''“Blinding love” è un caso a parte. Dopo l’improvvisa morte del nostro batterista, che con noi aveva composto quasi tutti i pezzi negli ultimi dieci anni, non eravamo piu’ riusciti a trovarci. Poi un giorno in studio ho acceso il computer con dei groove di batteria che avevo preparato e li, con basso e chitarra in mano, abbiamo cominciato a lasciarci andare. Così al primo colpo sono uscite “Dust” e “Chili groove” che, per quanto possa sembrare strano, non sono state più toccate (tranne ovviamente che per le voci e l’aggiunta della batteria acustica). A quel punto abbiamo realizzato che forse potevamo dire ancora qualcosa ma, soprattutto, che ne avevamo ancora la voglia''. Nominate una vostra canzone che farà impazzire i vostri fans... ''“Blinding love” la piu’ “eighty” del disco''. Quale è il punto forza di questo album? ''E’ davvero difficile dirlo per noi, forse il suo punto di forza è anche la sua più grande debolezza: l’eterogeneità. Ma questo è Hermanos!''. Cosa dobbiamo aspettarci da Hermanos per il futuro? ''Stiamo preparando il live, che nella fase iniziale vorrebbe essere un una riproduzione fedele del disco. Ma abbiamo già nuovi pezzi e quindi…''. Tra tutte le nazioni e i festival, dove vi piacerebbe suonare un giorno? ''Sinceramente potrei dirti Stati Uniti, visto anche l’immaginario al quale ci ispiriamo, ma sarebbe scontato, e personalmente credo sia bello qualsiasi posto dove ci siano anche solo cinque persone che ti ascoltano perché hanno davvero voglia di farlo. Grazie infinite alla redazione di Musicmap per l’intervista e soprattutto per averci ospitati''.