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06/06/2017   GIULIA GREGORIG
  ''Mi chiamo Giulia, vengo dal Friuli e scrivo canzoni...''

Ciao Giulia. Benvenuta su Music Map! Presentati ai nostri lettori. ''Ciao! Mi chiamo Giulia Gregorig, vengo dal Friuli e scrivo canzoni''.

“Making and Unmaking” è il tuo disco di debutto, pubblicato da Root Feelings Record, e che a Music Map è piaciuto molto, tanto da dedicargli una gran bella recensione. Raccontaci di come è nato questo primo lavoro discografico e di cosa parla. ''Questo disco è nato con l’incontro di Giovanni Ghioldi, il chitarrista e arrangiatore dell’album, che ha ascoltato i miei pezzi e ha voluto lavorarci, e dall’incontro con Diego Mariani e Gabriele Costa, il batterista e bassista del mio progetto, che ci hanno creduto e deciso di contribuire a dargli forma. L’album affronta varie tematiche, alcune molto personali, altre più universali, che si basano su ciò che percepisco nel mondo che mi circonda''.

Sei nata in Friuli per poi essere adottata dalla grande Milano, dove ti sei trasferita, giovanissima e sola, a studiare al MAS. Come hai vissuto questo cambio di vita? La tua musica ne è stata influenzata? ''E’ stato un cambio radicale, ho cambiato vita, anche se chiaramente rimango legata al Friuli dove torno spesso. La mia musica è nata principalmente a Milano, dove ho capito che poteva diventare qualcosa di più di una semplice passione''.

Scrivi, componi, suoni e canti i tuo brani. Possiamo dire che nonostante la giovane età hai una forte maturità artistica. Quale tra tutte le parti del processo creativo senti più tua? ''Sicuramente la composizione e scrittura dei brani, dove riesco ad esprimermi completamente''.

Recentemente è uscito il singolo ''Drones'', accompagnato da un video molto particolare nel quale canti chiusa dentro a una scatola. Parlaci del brano e del significato del videoclip. ''Il brano parla del fatto che continuiamo a rovinare il mondo in cui viviamo, circondandoci di cose artificiali senza pensare alla bellezza che abbiamo intorno: a causa del nostro egoismo ci ritroveremo a vivere circondati solo dai nostri scarti, e sarà troppo tardi per tornare indietro. Il video alterna immagini che danno una sensazione di claustrofobia (la scatola) a immagini di me in un posto decadente (Consonno), in cui è chiara la snaturazione che ha portato l’uomo. Vivere nella scatola è quello che ci sta portando la vita di adesso, alla fine del video lascio un messaggio positivo che fa capire che se vogliamo possiamo cambiare''.

Parliamo di musica dal vivo. Come si svolge, di solito, un live di Giulia Gregorig? ''Si può svolgere in vari modi, mi accompagno da sola piano e voce o in duo acustico con Giovanni oppure anche in band completa con Gabriele e Diego, dove il sound è più fedele a quello del cd. Inoltre suono spesso per strada a Milano, accompagnandomi anche con la chitarra''.

Sei molto attiva sui social: parli con i tuoi fan, pubblichi notizie, foto, a volte anche immagini o contenuti personali, come tuoi quadri. Che rapporto hai con questi strumenti di comunicazione e con la tua fan base? ''Mi piace condividere quello che faccio, nella musica ma anche nella vita quotidiana, con chi mi segue e supporta la mia musica, principalmente per tenerli informati sulle mie attività''.

Classica e ultima domanda di rito: cosa farai nei prossimi mesi? ''Continuerò a promuovere quest’album cercando molti spazi live e inizierò a lavorare sui miei nuovi pezzi''.