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22/08/2017   FRANCESCA DE MORI
  ''Occorre continuare a fidarsi della scintilla interiore...''

Francesca, come inizio vorremmo parlare subito del tuo disco, “Altre strade". ''Buongiorno e grazie del vostro invito che mi fa molto piacere. "Altre strade" è un disco che manifesta una riflessione profonda ed è la manifestazione, grazie ad incontri speciali, di un percorso personale partito circa vent'anni fa. Le vicende della vita mi hanno portato ad intraprendere questa professione davvero per caso, mi sono nutrita di sincronie e ho intrapreso l'unica professione in cui mi sentivo e sento me stessa''.

Abbiamo notato la presenza di due stili (jazz e canzone d’autore), volevamo chiederti per prima cosa di raccontarci la sua genesi. ''"Altre strade" racconta in maniera semplice, non semplicistica, dell'azione e della possibilità di connetterci alla parte più profonda di noi nel contatto con gli elementi della natura, della possibilità di rinascita continua nel tempo che scorre e si ripete lasciandoci al centro. L'idea è di riprendere la canzone d'autore italiana arricchendone la parte musicale. Nei brani originali la scrittura è contraddistinta da influenze jazzistiche e questo contribuisce a non rendere i brani facilmente catalogabili dal punto di vista del genere musicale. E' stata data importanza, oltre che alla parte melodica e armonica, anche alla parte ritmica con tempi inusuali per la musica d'autore - 5/4 e 7/4 - dando spazio anche all'improvvisazione''.

Una breve descrizione di ogni brano contenuto in “Altre strade”, partiamo proprio dalla title track. ''Partirò con la descrizione dei cinque inediti. ''Altre strade" è la canzone che dà il titolo al disco e ha il suo centro gravitazionale nella ripetizione di lasciare andare il passato... ora. Non si tratta di dimenticarlo, ma di liberarlo delle energie che non servono più. Sembra difficile, anzi lo è, ma l'unica maniera è di continuare a fidarsi della scintilla interiore, di avere fiducia e portare avanti percorsi di consapevolezza. "Come l'acqua" racconta di fragilità, una qualità, mi sento di dire. In un mondo veloce nessuno diventerà più forte. "La ruota del tempo" si concede una danza attorno al tema delle vite passate. "Il gioco delle illusioni" parla di proiezioni all'interno delle relazioni; e infine "Liberamente" concede un momento per fermarsi e guarirsi a contatto con gli elementi della natura. Poi, per amore per alcuni autori e interpreti della canzone d'autore, ho proposto alcuni gioielli che sono "A che servono gli dei", interpretata in passato da Rossana Casale, "L'isola", interpretata da Ornella Vanoni, e "E ti vengo a cercare", scritta ed interpretata da Franco Battiato''.

Sei autrice di qualche pezzo dell'album? Se no... chi ha scritto testi e musiche per te e ti ha accompagnato in questa bella avventura? ''Partecipo a quattro mani alla scrittura di "Altre strade", le altre canzoni sono state composte, musica e testo, dal contrabbassista Daniele Petrosillo. Al pianoforte è presente Salvatore Pezzotti, pianista e arrangiatore del Quartetto d'Archi Archimia - Serafino Tedesi e Paolo Costanzo al violino, Andrea Anzalone al cello, Matteo Del Soldà alla viola - ospiti nel disco insieme al trombettista e flicornista Raffaele Kohler. Completa la formazione Rino Dipace alla batteria''.

Qual è la canzone del tuo album alla quale sei più legata, e perché? ''Non riesco a soddisfare la tua domanda con una risposta chiara perchè sono tutte parti di me. Per ognuna ho gratitudine. Forse quella che proprio mi ha destabilizzato di più a livello intimo e anche interpretativo è stata "Come l'acqua". Le amo tutte''.

Cosa ci puoi dire invece del tuo percorso personale? ''Ho percorso e percorro diverse strade, perchè sono molto curiosa. Ma soprattutto per alcune difficoltà personali. Seguo e pratico da anni la bioenergetica, creata da Alexander Lowen (analista bioenergetico), pratica di cui sono anche insegnante dopo un percorso triennale presso Ipso a Milano. Mi ha aiutato molto a trovare libertà anche nel canto. Si tratta di movimenti strutturati, organizzati in una sequenza semplice, affinchè possa avvenire lo scioglimento delle "corazze muscolari", che sono identificate da Lowen in cinque caratteri. Mi ha appassionato fin da subito perchè la voce in bioenergetica è libera di esprimersi, anche durante gli esercizi liberando dalle tensioni della gola. Nel mio sito, ma soprattutto navigando in internet si possono trovare molte informazioni su questo. Nel frattempo procedo con la ricerca vocale studiando a Lichtenberg in Germania. Frequento da alcuni anni la Dott.Pigozzi, cantante, scrittrice e psicoanalista della voce, che ci ha dato una mano anche nella revisione dei testi e ha scritto per noi l'incipit del disco, e infine sto terminando un corso annuale sulle campane tibetane armoniche. Da molti anni insegno canto all'Accademia di Musica Moderna di Milano e all'Accademia Gaffurio di Lodi''.

Ci vuoi raccontare quale è stato il tuo primo approccio alla musica e in seguito al jazz? ''Più che un approccio è stata un'immersione totale appena scoperto che di questo potevo farne anche un lavoro. Quindi un grande amore sbocciato tardi, ma con chiari preludi nell'infanzia. Avvicinarmi alla musica mi trasformava già solo nell'ascolto, ma ancora non sapevo molte cose. E' merito chi ha saputo vedere in me le "possibilità" che io non vedevo. Ricordo ancora quei momenti decisivi, perchè la loro generosità, l'incoraggiamento che mi hanno dato, ha trasformato la mia vita. Poi il cammino l'ho fatto con le mie scelte e così ho “coltivato” anche altri ascolti, dalla musica d'autore al jazz e altri generi''.

C’è ancora spazio per dire qualcosa di importante nelle canzoni? ''Perchè mai dovrebbe finire? C'è spazio finchè la creatività umana non avrà fine. Ci sono momenti di transizione ma "nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma" per la legge di Lavoisier. Ci vuole più coraggio, forse, e andare avanti ''in direzione ostinata e contraria'', come diceva De Andrè. Concedimi un piccolo accenno di "Smisurata preghiera": “per chi viaggia in direzione ostinata e contraria, col suo marchio speciale di speciale disperazione, e tra il vomito dei respinti muove gli ultimi passi per consegnare alla morte una goccia di umanità, di verità...".

Cosa non va nel mondo musicale italiano? Da dove cominceresti a cambiare le cose? ''Che responsabilità! Scherzo naturalmente. Capisco cosa vuoi dire, ma ritengo che accanto ad alcune cose che non vanno ci siano altrettante cose che funzionano. Ci sono molte etichette indipendenti, io stessa ho prodotto il mio disco e ci sono numerosi artisti che si "muovono" in maniera efficace. Il mercato è difficile, molti fanno musica scadente proprio in senso qualitativo. Occorre accedere all'energia dell'archetipo del mago e andare avanti''.

Se ti offro una macchina del tempo, in quale epoca ti trasferisci? E perché proprio in quella? ''Una volta ho fatto un'esperienza di ipnosi regressiva e mi sono vista in Egitto, poi in Olanda, poi in Francia e infine fra gli Esseni. Che cosa strana. Ogni epoca è affascinante, soprattutto le grandi personalità che ci hanno vissuto, mi piacerebbe averci avuto a che fare. Sono fortunata perchè ne incontro anche in questa. Più che tornare avanti o indietro nel tempo mi piacerebbe avere un corpo "sensibile", capace di spostarsi liberamente nell'Universo. Avere il dono di cambiare forma, poter visitare le galassie''.

Invece per quanto riguarda il tuo futuro artistico ''reale'', hai già in mente qualcosa? ''Ho nella mente e nel cuore di realizzare il prossimo disco, ci stiamo già lavorando e spero di realizzarlo entro il 2019. Incrociamo le dita''.

Quali saranno i tuoi prossimi progetti o impegni imminenti? ''Oltre a portare avanti i miei studi, direi i concerti per far conoscere l'album. Già in questo anno ci siamo esibiti affinando il feeling fra noi musicisti e la scaletta, inserendo canzoni che siano in armonia con gli inediti e studiando gli arrangiamenti più adatti. Un saluto a tutti i lettori e a voi''.