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20/09/2017   KORY WALT BLEK
  ''Le persone hanno totalmente dimenticato il significato di essere umani...''

Siamo in compagnia di Kory Walt Blek. Ciao e benvenuto. In poche righe ci parli di te? Chi sei e cosa fai? ''Ciao e grazie per questa intervista. Io sono un musicista e produttore molisano. Studio pianoforte jazz presso il conservatorio e, in precedenza, ho seguito il corso di musica classica. Ho sempre amato il mondo della composizione e dell’arrangiamento e, così, affascinato anche dalla musica rock, ho iniziato a fare anche io qualcosa di mio, fino ad arrivare a pubblicare due album completamente composti, prodotti e arrangiati da me''.

Come mai questo nome d’arte Kory Walt Blek? Cosa significa? ''Il nome Kory Walt Blek nasce dall’insieme di tre cose diverse. Il nome Kory è un diminutivo distorto del mio vero nome. Walt è un chiaro riferimento a Walt Disney e Tim Burton, artefici, anch’essi, della mia identità musicale. Blek, invece, prende spunto da un vecchio brano da me scritto, cambiando la parola Black in Blek. In questo modo il nome non vuol dire esattamente nero, lasciando libero spazio all’interpretazione''.

Kory Walt Blek che musica ascolta? ''Ascolto davvero tanta musica. Ho bisogno costantemente di spunti, anche nuovi, per portare la mia musica verso nuovi orizzonti. Per lo più spazio dal rock, al prog, al pop, alla sperimentale. Gli artisti che più amo e più mi hanno influenzato sono sicuramente Queen, Rolling Stones, David Bowie, Pink Floyd, Muse. Diciamo che loro sono un po’ la storia della mia vita. Non disdegno del tutto la musica moderna. Ci sono buoni artisti che spesso mi hanno anche dato qualcosa per proseguire nel mio progetto''.

Hai debuttato con ''Timeless'' e ora un nuovo album dal titolo ''Lu''. Quali sono le differenze tra questi due lavori? ''Ci sono davvero molte differenze dal punto di vista del sound e dal punto di vista melodico. Con ''Timeless'' ho sperimentato verso quale direzione sarebbe dovuta andare la mia musica. In ''Lu'' ho affinato tutte le tecniche, dalla produzione, al sound, alla costruzione melodica di ogni brano. Ho costruito un sound più omogeneo e solido che potesse essere riconoscibile. Naturalmente non è un sound nato da tecnicismi o qualcosa di teorico. Ho cercato tutto ciò che mi potesse piacere e l’ho sintetizzato in questo album. Entrambi gli album sono registrati in una frequenza differente dalla frequenza standard. Infatti ho accordato tutti gli strumenti in 432, ossia la “frequenza naturale”, riuscendo così a creare davvero un mondo a sé e toccando quelle parti del cervello che stimolano nell’ascoltatore un senso di piacere, quasi trascendentale''.

Se potessi ascoltare un solo brano di ''Lu'' su quale dovrei focalizzare la mia attenzione e perché? ''Difficile da scegliere. Credo comunque che, se dovessi consigliare un brano, sceglierei ''Perfect Lover''. Amo gli strumenti, la melodia e l’atmosfera di quel brano. Sai, per me è un po’ come ''Five Years'' di David Bowie, e questa cosa l’ho colta dopo, riascoltando il brano. Insomma, un brano di apertura davvero forte''.

Ho letto che “Lu recepisce stimoli come un bambino: l’amore, il sogno, la pazzia fanno parte del personaggio, che abbandona la materia per essere semplicemente essenza”. Puoi commentare tali parole? ''''Lu'' è fondamentalmente quella parte dentro ognuno di noi che abbiamo accantonato crescendo. Quando eravamo piccoli ogni cosa intorno era una meraviglia immensa e riuscivamo a recepirla nella reale sua essenza. L’amore è difficile da spiegare ad un adulto, perché, sai, entriamo in contatto con la materialità dell’amore e dimentichiamo totalmente ciò che in realtà è. Un bambino recepisce emozioni pure, le ingloba e le trasforma in reazioni. Un bambino piange, ride, parla, scherza, resta in silenzio a fissare un punto, perché ha la capacità di immaginare oltre le cose. Non ha bisogno di avere ma di essere. Quello di cui parlo io, non è banalmente amore. E’ il mondo che c’è dietro tutto ciò. Il crearne uno stile di vita. Abbiamo bisogno di amore, perché abbiamo dimenticato cosa sia. L’amore è una forza immensa in grado di regolare il mondo. Se non c’è amore, alla base, amore verso qualsiasi cosa che ti circondi, tutto va giù a picco. Ne abbiamo l’esempio oggi. Basta guardare il mondo per vedere come le persone hanno totalmente dimenticato il significato di essere umani''.

Auto-produzione per scelta o per necessità? ''Per scelta. Non sono il tipo che ama troppo collaborare o sottostare a qualcosa. Ho bisogno dei miei tempi, dei miei spazi. Ho bisogno di sperimentare qualsiasi cosa, in qualsiasi momento. Sono un po’ un lupo solitario''.

Dove ti vedi tra 5 anni? ''Non saprei. Se mi andrà, anche sulla luna''.

Prima di lasciarci, caro Kory Walt Blek, chiedo anche a te: quali sono i tuoi prossimi progetti? ''Ho qualcosa in mente. Mi piacerebbe lavorare per una colonna sonora ma, in parallelo, sto continuando a sperimentare, e chissà che a breve farò un altro album. Del resto ne pubblico uno ogni otto mesi...''.