Sono presenti 1271 interviste.

19/04/2024
ETTA
''Esporti come artista ti connette ad una parte interiore molto intima e sensibile, che può essere minata da chiunque...''

18/04/2024
SONIA VETTORATO
''Siamo un Paese estremamente arretrato in fatto di cultura musicale, e c’è poco rispetto per la figura del musicista...''

tutte le interviste


interviste

20/03/2018   GLI ORGANIZZATORI DE LA GRANDE FESTA DI PANICO
  Panico Concerti festeggia la recente fusione con Modernista

Dall’11 al 14 aprile Panico Concerti chiamerà a raccolta a Bologna molti dei suoi artisti per festeggiare la recente fusione con Modernista. Per la prima volta i due roster si troveranno ad interagire e a conoscersi e, nelle intenzioni delle due agenzie, a ibridarsi e far scaturire nuove collaborazioni e nuova musica. La Grande Festa di Panico si svilupperà per tutto l'arco della settimana in quattro differenti location e con oltre venti concerti dal vivo ed altre attività extra musicali attualmente in via di definizione.

La prima domanda, la più ovvia: perchè questa unione? Più esigenza artistica o più esigenza di business? ''Entrambi i marchi hanno vissuto una fase di avvio e una fase di espansione nell'ultimo biennio. Per poter crescere ancora dovevamo allargare da entrambe le parti il numero dei collaboratori, così, in maniera molto naturale è nata l'idea di unire le forze. Le esigenze artistiche ci sono e sono fondamentali ma, nel lavoro di un'agenzia, sono in continuo mutamento come in costante mutamento è la scena attorno a noi. Poi certo, ognuno ha i suoi pallini...''.

Leggendo i nomi degli artisti presenti nel vostro roster troviamo linguaggi musicali anche agli antipodi fra di loro e che si rivolgono a pubblici diversi. Giovani promesse convivono con navigati da palco, Pop X con Cesare Basile. Come selezionate gli artisti con cui decidete di collaborare? ''Al momento la selezione è al 90% frutto dell'eredità precedenti. Ti posso dire che noi di Modernista abbiamo selezionato i progetti ragionando quasi più da label che da booking. C'è un filo rosso che unisce gli artisti che hanno fatto parte di Modernista, ma i punti di contatto con Panico Concerti sono più di quelli che si potrebbe pensare guardando superficialmente. Panico ha avuto sempre un grande fiuto e infatti negli anni è stata la prima a scommettere su nomi che poi sono cresciuti a dismisura. Questo è un terreno che ci accomuna molto, il talent scouting, ed è un terreno che sul quale continueremo a lavorare''.

Leggiamo nel comunicato che il nome di Panico è un omaggio a Jodorowsky, siamo curiosi... ''Sì, è proprio così: potrebbe sembrare un'espressione gergale ma invece è un omaggio al padre della psicomagia e al Teatro Panico, avanguardia teatrale e performativa degli anni '60''.

Una grande festa per celebrare questa unione nella vostra Bologna. Come vedete la scena musicale attuale di questa città? ''Personalmente (parla Gianluca Giusti) penso che Bologna dovrebbe riappropriarsi del suo titolo di città "alternativa", eterodossa rispetto ai linguaggi e ai fenomeni di fruizione. Sono arrivato a Bologna negli anni '90 e allora c'erano alcune cose che erano più avanti qui che a Berlino. L'altra cosa è importantissima ma più terra-terra: vorrei veramente che ci fosse più partecipazione (nel senso di spazi fatti apposta per) delle band locali alla scena. Nei templi della musica trovano poco spazio e questo è un peccato''.

E più in generale, dal vostro punto di vista di professionisti del settore, come vedete la situazione della musica dal vivo in Italia? ''Questo è un tema dibattuto da noi in agenzia: da una parte c'è un pubblico che cresce ed eventi soldout, agenzie, artisti e management che si stanno professionalizzando rispetto a un tempo. Dall'altra piccoli circoli chiudono e siamo di fronte a una certa schizofrenia: locali imballati all'inverosimile anche per più repliche versus locali semi vuoti. Siamo di fronte alla scomparsa della classe media musicale e questo secondo me è il primo sintomo di una certa crisi, forse. Però su questo tema c'è dibattito a seconda delle esperienze che ci hanno portato a lavorare assieme. Quindi nel mezzo delle nostre visioni sta la verità, probabilmente''.