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20/07/2018   LUCA SALMASO
  ''Ho voluto scrivere quello che mi ha fatto male, per liberarmene...''

Ciao Luca. Presentati ai lettori di Music Map. ''Ciao a tutti, mi chiamo Luca e faccio il cantautore. Mi piace cominciare così le interviste, sono stato il cantante e fondatore de La Sindrome, una band alternative rock milanese con cui ho inciso due album, e dopo una lunga pausa mi sono dedicato al cantautorato che ha sempre fatto parte della mia vita fin da bambino, in famiglia. E dopo tanti viaggi in luoghi meravigliosi, e viaggi interiori che la vita porta ad affrontare, ho deciso di raccontare il tutto nel modo in cui mi riesce meglio: faccio molta fatica a parlare, ad esprimermi con le persone, ma scrivere e cantare mi fa stare bene e mi dà modo di sfogare e raccontare quello che ho dentro e voglio dire''.

Lo scorso 30 giugno è uscito il tuo disco di debutto “.Zero”, che tu stesso hai definito “una rinascita”. Cosa è idealmente morto del tuo passato e cosa ha preso vita nel tuo presente? ''Bella domanda... Sicuramente sono morti tanti ideali e modi di pensare che avevo in età adolescenziale, e prima di incontrare il “cane nero”, ho vissuto dei momenti davvero duri della mia vita dovendo fare i conti con un passato costantemente presente, queste cose ti cambiano e cambiano il modo di pensare. Con ''.Zero'' ho voluto scrivere in parte quello che mi ha fatto male, per liberarmene (e far capire alle persone che nessuno è solo), ed in parte momenti di gioia infinita che la vita mi ha regalato, una sorta di autobiografia degli ultimi 5 anni mettendo un bel ''.Zero'' e a capo, si riparte''.

Le melodie dei brani, così come i testi, portano l’ascoltatore in terre e città più o meno lontane, come per farlo viaggiare. Si intuisce che alcuni posti in particolare hanno influenzato composizione e scrittura. Quali sono questi luoghi e perché sono più importanti di altri? ''Per anni ho suonato in strade e villaggi turistici in giro per il mondo, inizialmente per bisogno e successivamente per amore verso la vita e per quello che facevo, ci sono luoghi nel disco come il Madagascar che hanno lasciato un segno indelebile nella mia mente ed hanno cambiato tantissimo il punto di vista delle cose, lì vedi come una persona VIVE realmente la vita, senza fronzoli, vizi inutili ed un sorriso stampato che manco avessero vinto alla lotteria. C’è l’America, l’Italia ed i suoi borghi nascosti e ci sono i viaggi interiori, che possono essere più o meno lontani ma fanno viaggiare e vivere sensazioni e momenti a volte inspiegabili e fottutamente reali''.

Nei tuoi testi tratti temi non sempre facili da affrontare, come la depressione e gli attacchi di panico, ma riesci a farlo in modo estremamente “leggero” e naturale. Un approccio positivo alle difficoltà che applichi alla tue canzoni così come al vivere quotidiano? ''Li affronto come andrebbero affrontati, se una persona ha la febbre o il mal di testa lo può dire tranquillamente, può andare dal dottore e nel caso può prendersi anche una bella pastiglia, tutto viene visto normale e giusto. Se invece una persona ha l’ansia, la depressione, un attacco di panico, allora no, è un matto, deve vivere la vita più serenamente, c’è chi sta peggio, non è normale ecc ecc... Se va dallo psicologo, non sia mai, e se prende una pastiglia per stare meglio, apriti cielo, perché la parola antidepressivo, ansiolitico fa male, è inammissibile, mentre tachipirina, aspirina, antibiotico se ne possono prendere quante se ne vogliono, che fanno bene… Purtroppo è realmente così, viviamo in un periodo storico dove tutte queste patologie sono aumentato ed in continuo crescendo, io vorrei che se ne parlasse di più e più serenamente perché già il fatto di dire alla persona che in quel momento non sta bene, che è tutto normale, farà stare meglio la persona stessa: è lunga, è difficile da spiegare, ma io ne voglio parlare serenamente, e ciò non vuol dire che affronto le difficoltà della vita in maniera leggiadra e serena ma vuol dire che le affronto''.

Quali sono i progetti che seguiranno a ''.Zero''? ''Lo Zero è una ripartenza, è il simbolo del nulla, e davanti allo zero ho voluto mettere un punto, che enfatizzasse ancor di più il concetto di rinascita, è un disco che porterò avanti per un po’ con diversi live, showcase e videoclip ma nel frattempo sono in continuo lavoro perché ho ancora tanto da dire e da raccontare, e non vedo l’ora di farvi sentire qualcosa di nuovo''.