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02/11/2018   ALAIN PAGANI
  ''Con il patrimonio che ci hanno lasciato Pagani e Piazzolla, l'unico limite è la fantasia...''

Ciao Alain, benvenuto su Music Map. Sei produttore e responsabile della A. Pagani Edizioni Musicali e Discografiche, che vanta in catalogo il repertorio di Astor Piazzolla, del quale tuo padre Aldo è stato manager. Partiamo da qui: cosa significa per te, come discografico e come persona, aver vissuto una parte così importante della storia della musica mondiale? ''Per me e la mia squadra è un vero onore, io sono cresciuto in mezzo a questi grandi artisti ed ho avuto la rara fortuna di vedere in prima persona alcune di queste opere prendere vita, ma soprattutto di poter lavorare fin da molto giovane con mio padre. Da quando ho avuto l’età per viaggiare l’ho seguito in giro per il mondo ed aiutato nel lavoro, il nostro, come spesso accade in casi analoghi, è stato un rapporto difficile ma anche molto positivo, il passaggio del testimone è stato graduale ed abbiamo avuto la fortuna di poter lavorare a lungo insieme, tutt’ora che mio padre è in pensione lo coinvolgo ogni volta che mi è possibile''.

Recentemente la A. Pagani ha ripubblicato in versione digitale un grande classico di Piazzolla, "Piazzolla e Amelita Baltar", i cui testi, scritti da Ferrer, sono interpretati dalla cantante argentina. Come è nata l'idea di riproporre, dopo tanti anni, questo lavoro? ''Nasce dal concetto attorno al quale ruota questa iniziativa editoriale, abbiamo deciso di concentrarci su questo importante periodo storico, un periodo che appartiene non solo alla nostra storia di editori e discografici ma a quella di noi italiani e della cultura artistica che appartiene al nostro paese. In pochi sanno che queste grandi opere hanno visto la luce proprio a Milano negli anni settanta ed e nostro preciso dovere raccontare questa parte di storia della musica. L’album con Amelita è in ordine cronologico il primo lavoro che mio padre e Astor hanno fatto insieme suggellando così un rapporto che sarebbe durato per sempre''.

"Piazzolla e Amelita Baltar" è il primo di una serie di uscite legate al repertorio piazzollano che vedranno la luce nei prossimi mesi. Una sorta di cammino per riscoprire e rivalutare la musica del Maestro. Puoi darci qualche notizia in più su come si svilupperanno le prossime uscite della A. Pagani? ''L’iniziativa parte con un mio personale tributo che ho pubblicato nel 2017 per il 25’ anniversario della morte del maestro, intitolato ''Astor en clave Ostile'', è un album in cui raccolgo tutti i tributi che ho prodotto con gli artisti che hanno fatto parte della mia carriera “parallela” di produttore indipendente dalla A. Pagani, quasi a voler concretamente rappresentare il passaggio del testimone. Poi da quest’anno, partendo appunto da ''Amelita'', pubblicheremo tutta la collezione di lavori fatti da mio padre a Piazzolla raccontando così nel dettaglio e con una gran quantità di materiale inedito la storia della loro collaborazione ed il ruolo del nostro paese in questa prestigiosa vicenda''.

Guardando lo stile comunicativo delle vostre pagine social e del vostro sito internet si nota grande attenzione alle grafiche e allo storytelling, con un taglio molto moderno nonostante si condividano contenuti "vintage". Hai intenzione di far scoprire Piazzolla anche ad un pubblico più giovane? E se sì, quanto credi possa essere difficile farlo in un momento storico nel quale le ultime generazione pare siano poco interessate alla qualità, a favore di una musica meno ricca di contenuti e più rivolta all'immagine? ''Per nostra fortuna questo non vale per il nostro pubblico, anzi, è in costante crescita sia di volume che di varietà. Abbiamo in mente molte iniziative volte proprio a fa crescere ancora il nostro pubblico. Per molti anni ad esempio, abbiamo organizzato un concorso, il ''Piazzolla MUSIC award'', che presto riprenderemo e che ha portato ogni volta decine di nuovi adepti alla nostra setta piazzollana. Non solo, questo ci ha fatto vedere coi nostri occhi che le possibilità di interpretazione sono praticamente infinite e che con il patrimonio che ci hanno lasciato Pagani e Piazzolla l’unico limite è la fantasia''.

Chiudiamo con una domanda curiosa: vuoi raccontarci qualche aneddoto particolare, che ricordi con piacere, inerente ad Astor? ''Ero un bambino e mi ricordo che mio padre aveva discusso animatamente, nelle settimane precedenti, con tutti gli interessati quando aveva preteso (e poi fatto a sue spese) di mixare da capo un disco di Piazzolla orchestrato da Aldemaro Romero. Quando quel giorno mio padre, nel suo ufficio di Milano, gli fece sentire il risultato, Astor lo abbraccio in lacrime, un ricordo stupendo che mi riempie di orgoglio ancora oggi''.