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19/04/2019   OCTOPUSS
  ''Quando eravamo negli States ci chiamavamo “the Italian Chili Peppers”...''

Abbiamo incontrato la band degli Octopuss, trio funk rock nato a Milano e formato da “Reepo” (chitarra e voce), Marco “Garrincha” Castellani (Basso) e Nick Turri (Batteria). Questa band dal successo internazionale ha fatto tantissimi tour in Cina, Nord America e nel resto d’Europa. Noi li avevamo incontrati in occasione del “Mandorla Festival” a Milano, e da lì è partita l’idea per questa simpatica e curiosa intervista.

Ciao Reepo, Il 27 aprile vi esibite all’Apollo Club di Milano (apertura porte 21.30), vuoi anticiparmi qualcosa di questo importante live? ''Ciao, negli anni abbiamo sempre suonato più all’estero che in Italia. E, come dicevi, oltre ai passati tour negli States, e Europa, con gli Octopuss abbiamo recentemente tenuto ben 9 tour in Cina di successo. E’ da un po' che non suoniamo a Milano, e vogliamo festeggiare alla nostra maniera, con un live infuocato nella nostra città natale, la partenza per il nostro decimo tour in Cina, insieme ai nostri supporter di sempre, ma anche ai nuovi fans della band. Una curiosità: lo scorso novembre, per via dei primati raggiunti in Cina, siamo stati chiamati a suonare al primo festival musicale "Italia -Cina" tenutosi ai Magazzini Generali di Milano dal nome Mandorla Music Festival. Alla data abbiamo visto moltissimi giovani studenti cinesi tra il pubblico, mostrandoci quanto questa realtà sia viva ed attenta ad eventi culturali e musicali, anche nel capoluogo lombardo. La loro risposta al nostro show è stata entusiastica, e sono andati letteralmente in visibilio fino a duettare inaspettatamente con noi su alcune canzoni della performance: sembrava per un momento di essere davvero su un palco di una livehouse in qualche parte della Cina! Per il prossimo concerto a Milano del 27 aprile, estendiamo quindi l’invito anche alla Chinese community locale, e vorremmo che anche il pubblico italiano vi si fondesse insieme, per una festa collettiva all’insegna della musica rock, come momento di grande divertimento, integrazione e aggregazione senza colori o appartenenze di sorta. I poster del concerto infatti portano la frase: “Music connects people and cultures and is Fun(k)!”.

Avete suonato nei migliori Club in Europa e in Nord America. Gli Octopuss hanno ottenuto un successo strepitoso in Asia partecipando ai migliori festival locali. In Asia avete tenuto ben più di 200 concerti con 9 tour negli ultimi 3 anni. Quando partirà il nuovo Tour in Asia? ''Certo, con gli Octopuss siamo una delle poche realtà italiane indipendenti che possono contare centinaia e centinaia di concerti tenuti in 3 continenti: Europa, Nord America e Asia. Abbiamo infatti suonato in tutta Italia, Europa, ma anche tenuto tour negli Stati Uniti, e appunto recentemente si è aperta l’avventura asiatica con ben nove tour in Cina di grande successo. Abbiamo calcato i palchi di alcune delle venues più famose al mondo - club e festival - in città come Los Angeles, New York, San Francisco, Hollywood, Londra, Amsterdam, Berlino, Pechino, Shanghai, Nanchino, Guangzhou, Chongqing, Zhengzhou, Hangzhou, Xiamen, Tianjin... Con i 9 tour e i 200 show in Cina, abbiamo raggiunto l’incredibile primato di essere la band europea con più concerti all’attivo in territorio cinese. Ci hanno comunicato la notizia dopo un recente “report” della music industry cinese: il ranking si basa sul numero di spettatori agli show e il numero di show tenuti in un determinato lasso di tempo. Ci siamo esibiti nelle livehouse più famose del paese, siamo stati invitati ai più prestigiosi festival asiatici (come MIDI, STRAWBERRY BEIJING, STRAWBERRY SHANGHAI, STRAWBERRY NANJING, CHANGJIANG INTERNATIONAL Music Festival , MOMA Festival, e molti altri) e abbiamo partecipato ad importanti show in TV (come su "CCTV5" – l’equivalente della "Rai" nazionale - in diretta per gli ultimi europei di calcio, di fronte a più di 50 milioni di telespettatori nella sola Cina). Dopo numerose collaborazioni anche con super star locali come Luo QI e Xie Tianxiao, siamo anche stati premiati dall'Università di Scienze e tecnologia di Pechino per l'attività di interscambio culturale svolta tra Italia e Cina. Le richieste per nostri live in Cina continuano ad arrivare: la prima trance confermata del tour inizierà proprio ad inizio Maggio con il Sonar Planet Music Festival di Zhengzhou e altri show, per poi continuare in estate portandoci di concerto in concerto fino alle estreme regioni Tibetane di Hongyuan e della Mongolia Interna''.

Qual è la migliore esperienza che hai vissuto in Asia? ''Ne potrei raccontare molte, difficile sceglierne una. Per la verità teniamo molto a tutto ciò che abbiamo fatto e costruito in Asia. Ci piace molto esibirci davanti al pubblico cinese: la risposta è incredibilmente calda ed appassionata… paradossalmente sono più disposti di noi a “perdere la testa” e lasciarsi trasportare dalla musica. La gente è fantastica, calma e pacifica, e la loro cultura millenaria permea molti aspetti della personalità delle persone; quando però sono davanti al palco, che sia in un club o ad un maxi festival, si trasformano in vulcani in eruzione! Vengono presi da un’euforia che potrebbe ricordare quello che ci accadeva da piccoli quando suonava la campanella per annunciare l’ora di ricreazione. In più, è come se la musica accendesse l’anima delle persone e la condensasse in un flusso unico in comune con tutte le altre presenti; questo flusso e questo calore arrivano fino a noi sul palco, ed è fantastico. Suonare davanti a pubblici del genere, quando si accende questo tipo di scintilla, è davvero una esperienza magnifica: ripeto, sia quando gli spettatori sono più di 50.000, sia quando si suona in club più piccoli da 1000 o 2000 persone. Anche gli incontri con le rock star locali sono stati molto affascinanti: si tratta di personaggi molto talentuosi, ma comunque alla mano, semplici e con i piedi per terra. Ti danno l’idea di aver vissuto e perseguito “IL SOGNO” con una determinazione più piena e totale, e per questo sono arrivati dove hanno sognato di arrivare. Le rock star asiatiche hanno l’aria di essere votate alla musica per una vera e propria vocazione interna, non certo per soldi o fama. E’ strano, tutto prende tinte più mistiche quando si è in Asia''.

Ho letto nella tua biografia che hai suonato nei più celebri club di Hollywood tra cui Cat Club e Viper Room. Come definisci questa esperienza? Quali sono le prossime date in Nord America ed Europa? ''L’America è fantastica, non c’è che dire. Abbiamo tenuto due tour statunitensi, e abbiamo avuto occasione di suonare sia sulla East Coast, che sulla West Coast… due mondi molto diversi a confronto. Non ti nascondo che già dalle stesure delle prime canzoni - tutte in lingua inglese – avevamo il sogno di proporci in concerto anche oltreoceano; siamo partiti quindi per un primo tour negli States, raccogliendo buoni consensi di pubblico. Appena tornati dagli U.S.A., i rumors sulla band hanno raggiunto anche Londra, dove siamo stati invitati a suonare in alcuni club della città. La soddisfazione per il lavoro svolto cresceva, e misurarci con band americane e inglesi ci faceva “crescere” esponenzialmente. Abbiamo poi vinto l'edizione italiana del Jack Daniel’s Challenge organizzata da Rock Tv, ed in premio ci hanno mandato a suonare al Global Music Event di Lynchburg, in Tennessee, per rappresentare in America la scena rock italiana. Così siamo partiti per un secondo “Octopuss tour” negli Stati Uniti. Principalmente, questa volta, ci siamo trattenuti in California, esibendoci spesso a Los Angeles e nei suoi vasti dintorni. “Cat Club” e “Viper Room” sono solo due dei tanti locali in cui abbiamo suonato, ma certo dal nome più altisonante. Ogni concerto in California ti lascia addosso un’adrenalina superiore, perché sai che stai performando nella terra dei top players, sugli stessi palchi che hanno calcato i tuoi idoli prima di te. E’ una sensazione talmente forte che a volte può sorprenderti anche in un bar, in un club, in un motel del Sunset Boulevard, e perfino in un negozio di chitarre, quando riconosci un dettaglio che magari era presente in un vecchio poster che avevi da adolescente appeso alla parete, o sulla copertina di un vinile che avevi rubato da moccioso al negozio di dischi all’angolo. Anche quando dividi il palco con band di teenager, che possono suonare più o meno bene, ti accorgi subito che hanno una determinazione incredibile sul palco e hanno ben chiaro il concetto di come si “costruisce uno show”. Noi, dal canto nostro, non siamo di certo passati inosservati: spinti da una “fame” verace e da una gran voglia di farci notare, uno show dopo l’altro, abbiamo cominciato a fare parlare di noi in giro. Dopo altri live italiani, siamo quindi tornati negli States, trasferendoci a vivere proprio a Los Angeles per alcuni mesi, e grazie ai contatti che ci siamo procurati durante i due tour precedenti e al buzzing accresciuto intorno alla band, ci siamo procurati una serie di appuntamenti con gli addetti ai lavori e abbiamo realizzato alcune sessioni di preproduzione per il nuovo disco, nientemeno che con Jim Wirt, producer dell'album ''S.C.I.E.N.C.E.'' degli Incubus, letteralmente conquistato dal nostro live dopo averci visti in concerto al Viper Room insieme alla moglie e produttrice Kathleen Wirt, ormai assidua frequentatrice delle nostre esibizioni nella zona di LA. Poi, come in un sogno, gli incontri si susseguono fino ad essere invitati agli SHANGRI-LA Studios di Malibu, i leggendari studi di registrazione di Bob Dylan & The Band, in cui oltre ad Eric Clapton (che vi registrò il disco “No reason to cry” definendolo - nella sua autobiografia - come un “luogo magico e di intensa creatività”) hanno registrato tra gli altri Keith Richards, Crosby Stills & Nash, Mark Knopfler, Metallica, Red Hot Chili Peppers e recentemente Jovanotti con la produzione di Rick Rubin. Il disco, dal titolo “A Nut For A Jar of Tuna”, è stato prodotto e mixato dal famoso producer britannico Gary Miller (David Bowie, Simply Red, Slash & Fergie, Andrea Bocelli, Lionel Ritchie, Donna Summer, Girls Aloud, Cheyenne, Kylie Minogue e molti altri), con la collaborazione di Eric Lynn (sound engineer tra gli altri di Eminem's ''The Marshall Mathers LP 2's'', Metallica's “St. Anger”…). L’esperienza americana è stata quindi magica! Le cose negli USA succedono veramente, ma ci vuole molta dedizione. Forse pianificheremo un nuovo tour negli States alla fine di questo decimo tour asiatico, le cui ultime date saranno ad Ottobre. Non ci fermiamo mai, adoriamo suonare ovunque e essere on the road è la cosa che più ci piace! Le prossime date in Europa sono invece tra un paio di giorni: terremo due concerti in Austria prima del live all’Apollo di Milano. Ci hanno voluto a tutti i costi prima della nostra partenza per la Cina!''.

La vostra Band si ispira ai Red Hot Chili Peppers, Jimi Hendrix e Beatles. Un mix energico e raffinato come il Rock inglese anni '70. Come è nata la vostra band e che cosa volete trasmettere ai vostri fan? ''Quando eravamo negli States ci chiamavamo “the Italian Chili Peppers”. A noi non interessava troppo questo soprannome, anche se devo ammettere che amiamo molto i primi dischi dei RHCP… diciamo fino al disco “One Hot Minute” incluso. Hendrix e Beatles sono vette irraggiungibili: essendo nei nostri ascolti da sempre, hanno influenzato sicuramente anche il nostro modo di suonare e creare musica. La band è nata come per gioco. Io e Garrincha frequentavamo lo stesso liceo, lui suonava in una band ed io pure. Siamo diventati amici, abbiamo cominciato a condividere dischi, ascolti, osservazioni e più volte ci siamo detti che avremmo un giorno formato una band dal nome di “Octopuss”. Quel giorno, dopo tante jam session insieme, arrivò. Alla batteria c’era Luca Capasso, ora batterista dei Planet Funk. Sono stati giorni incredibili, di intensa creatività: abbiamo condiviso moltissimo insieme, e tutto quello che ci accadeva lo buttavamo in musica. Il sogno era proprio quello di formare una band con la quale andare a suonare sui palchi di tutto il mondo! Ovviamente quello spirito è vivo ancora oggi, la strada è ancora lunga, ma devo dire che un po’ ci siamo riusciti. …But more has to come!''.

Avete collaborato con star di calibro internazionale. Quale ricordi con maggiore affetto e simpatia? ''Abbiamo conosciuto superstar internazionali “occidentali” come i Deep Purple, o gli Scorpions, e aperto i loro concerti. In Asia il padre del rock cinese Cui Jian, e la mainstream rock star Luo Qi, con la quale abbiamo fatto un tour congiunto esibendoci con lei in grandi festival e super club asiatici. Ma se devo scegliere un artista a cui siamo particolarmente legati a livello umano e musicale, direi Xie Tianxiao, una delle rock star più estreme e turbolente di tutto il panorama cinese. Abbiamo duettato con lui svariate volte, e ogni volta abbiamo “buttato giù” la venue che ospitava il concerto. Ha preso molto a cuore gli Octopuss sin da subito, ci ha fatto firmare con la sua etichetta discografica in Cina, e ha seguito il nostro percorso molto da vicino come un fratello maggiore. Sono stato molte volte anche nel suo magnifico studio pechinese, abbiamo condiviso idee, sensazioni, note e concetti. Recentemente ho anche collaborato alle registrazioni del suo ultimo disco,《那不是我》, registrando per lui le chitarre in quattro brani dell’album; il disco, prodotto e registrato da Marco Trentacoste, ha vinto qualche mese fa il “Grammy asiatico” Golden Melody Award, per la categoria “Best Chinese Rock Artist 2018”. Si è istaurato con lui un legame davvero profondo, quasi fraterno appunto, e credo sia una delle persone più sorprendenti ed interessanti che abbia mai conosciuto. Ci sentiamo spesso, molte volte ci si telefona quando siamo stremati in una camera di hotel tra una data e l’altra… e quando siamo a Pechino, è obbligatorio andare a fare festa insieme!''.

Vuoi anticiparmi qualche novità sui vostri progetti musicali futuri? ''Come dicevamo stiamo già ricevendo inviti per show e festival in Asia per questa primavera ed estate ed autunno. Il tour includerà anche date in Italia e Europa sicuramente, ma non ne potremo incastrare quante vorremmo per ovvi motivi logistici. Abbiamo poi in programma di fare uscire l’album “A Nut For A Jar Of Tuna” anche qui in Italia - già uscito sul mercato asiatico – e successivamente vogliamo chiuderci in studio per le sessioni di registrazione di un nuovo disco, sulle cui canzoni stiamo già lavorando… sarà dura non fare concerti in quel periodo: adoriamo suonare dal vivo! Ci vediamo il 27 aprile all’Apollo Club di Milano!''.

Grazie Reepo per questa meravigliosa intervista!!! (Edda Forlini)