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30/04/2019   ES NOVA
  ''Le parole molte volte sono un vestito stretto e imbrigliano l’immaginazione...''

Un progetto insolito quello degli Es Nova, che non si limita alla sola musica e soprattutto raggiunge la totalità espressiva nelle performance dal vivo. Quando è nato questo progetto e quali erano i vostri intenti principali quando gli avete dato vita? ''Es Nova è un progetto nato circa nel 2015. Volevamo ripercorrere i movimenti artistici che più ci avevano affascinato tra le Avanguardie del ‘900, per trovare poi il nucleo della nostra estetica musicale e del nostro linguaggio sonoro. In questi anni abbiamo potuto interagire dal vivo con la pittura, la scultura, la fotografia e il teatro, nell’ottica di un’azione performativa legata all’apertura estetica che si veniva a creare in quel dato istante. La musica è sempre al centro di queste interazioni. In tutto questo, resta centrale per noi l’idea di estemporaneità, di intuizione estetica legata all’azione fisica, gestuale, da cui il sonoro proviene e da cui viene veicolato in modo particolare''.

“Politika” è un lavoro non solo più “rock” dei precedenti ma anche più provocatorio, a cominciare dalla lettera “k” nel titolo e a finire alla copertina. Quali sono le coscienze che volete principalmente smuovere con questo nuovo lavoro? ''“Politika” significa per noi innanzitutto appartenenza al sociale, alla polis, al gruppo. Non è nostro compito smuovere coscienze e non siamo chiamati a fare politica, ma semplicemente musica. Caso mai ci piacerebbe richiamare l’attenzione sul fatto che la nostra dimensione sociale è molto fragile. In un momento fortemente polarizzato sul versante dell’odio, come quello che stiamo attraversando, non è di secondo piano invitare a soffermarsi maggiormente sull’importanza dell’ascolto, di sé e dell’altro e in particolare sul dialogo, possibile solo quando esiste apertura e spazio relazionale''.

Per lavorare su “Politika” sono entrati nella formazione anche il bassista Michele Fraternali e il batterista Antonio Gentili. Com’è nata la collaborazione con loro e qual è stato il loro apporto ai brani? Resteranno stabilmente nella formazione oppure è una collaborazione che si limita a questo disco? ''La collaborazione con Michele e Antonio è nata da un percorso parallelo a quello degli Es Nova. Inizialmente era nato come trio strumentale di stampo rock-blues. Poi, in modo piuttosto fluido, i due progetti sono confluiti in uno solo, mantenendo la dimensione e la matrice rock che avevamo esplorato in trio, portata sul terreno improvvisativo degli Es Nova. I due mondi si sono fusi alla perfezione e siamo rimasti tutti molto colpiti e affascinati dalla naturalezza con la quale le idee fluivano e circolavano musicalmente. Per il momento l’organico Es Nova resta quindi allargato a cinque musicisti e ad un sound più rock oriented''.

Al di là della sezione strumentale, abbiamo notato che anche la voce, quando è presente, non veicola messaggi secondo la consuetudine dei vocalist bensì si fa strumento tra gli strumenti (pur enunciando spesso testi e parole) rendendo i testi stessi dei suoni da intonare. Qual è per voi il loro rapporto con il significato intrinseco nelle singole parole e qual è il loro ruolo all’interno delle composizioni? ''Le parole molte volte sono “un vestito stretto” e imbrigliano l’immaginazione. La ricerca sonora di Erica sta nell’utilizzo dei fonemi per veicolare un’intenzione che l’ascoltatore può percepire in modo libero e molto personale. Utilizza il linguaggio come fosse un colore. “Politika” è anche un omaggio a questa stanchezza del linguaggio “ordinario”, a questa consunzione delle parole, spesso vuote o svuotate di senso, e la conseguente volontà di cercare nuove soluzioni, nuove invenzioni''.

Inutile dire che la vostra musica non è alla portata di tutti. Chi sono, secondo voi, gli ascoltatori più predisposti a comprendere questi linguaggi musicali? ''É una domanda molto importante e che permette di formulare risposte su più piani. La musica come è noto è un oceano molto vasto, di cui resta ancora da esplorare meglio l’elemento espressivo legato al gesto individuale, all’evento fisico, che imprime intenzionalità unica al sonoro e come tale lo caratterizza in modo singolare. Il “nostro” ascoltatore è qualcuno capace di meravigliarsi e di entusiasmarsi nel cogliere insieme a noi questa dimensione, di essere attivo, ascoltare e allo stesso tempo capace di godersi il “viaggio” musicale che proponiamo. Il nostro ascoltatore è attivo nel costruire le connessioni che preferisce all’interno di un contesto più liquido e astratto''.

“Dubbio normativo” è stato scelto per presentare il progetto. Il brano è accompagnato anche da un video grafico. Disegni e grafiche compongono anche il booklet del disco. Durante le performance dal vivo troveremo lo stesso immaginario visivo oppure cambierete tipo ogni volta? ''Il lavoro grafico fatto per noi da Loretta Militano è sicuramente una parte sostanziale del lavoro. Lo stesso vale per il videoclip, realizzato da Andrea Parolo. C’è un filo comune in questo lavoro, dove aleggia un’idea di nuovo futurismo, se così si può dire, rappresentata da noi in chiave fumettistica e grafica. La copertina mostra un’immagine con una grande bocca sul fondo, che fagocita l’immaginario, legato alla creatività e alla fantasia. Il protagonista del video di “Dubbio Normativo”, che noi abbiamo battezzato ironicamente l’“Uomo Giornale”, rappresenta per noi un’icona dei tempi attuali. È in bianco e nero, avvolto nei giornali e soffocato da messaggi, parole, codici normativi che lo assalgono da ogni parte. È sconsolato, arrabbiato e impotente. Vede il mondo passargli davanti come un treno in corsa, in continui cambi di prospettiva, passando da visioni periferiche a visioni globali. Il tutto accompagnato dal Mac Guffin dell’economia, unico trigger motivazionale di questi nostri tempi. Alla fine, il nostro “Uomo Giornale”, alienato e senza più identità, sconfitto economicamente, preso nella macchina della dissonanza cognitiva e dei double binds, compie un atto estremo e si getta nello scarico del gabinetto. Dal vivo trasportiamo questa idea, esponendo le opere di Loretta, stampate su grandi forex e proiettando sequenze di gif animate e geometrie monocromatiche su più schermi''.

Con chi vi piacerebbe collaborare durante le performance o nei prossimi lavori? ''Senz’altro con registi, perché siamo molto legati al mondo del cinema e delle immagini. Con il format Capsula Cinematica portiamo in scena colonne sonore originali suonate dal vivo in relazione ai film muti delle origini e delle prime avanguardie. Saremo anche quest’anno al festival del cinema di Rimini che si terrà i primi di maggio, dal titolo “La Settima Arte”. Poi vorremmo lavorare nel campo della sonorizzazione dal vivo di spazi commerciali. Ma su questo ancora non possiamo svelare di più… :-)''.

Chiudiamo con una domanda più classica, per permettere ai lettori che sono giunti fin qui, di potervi conoscere meglio: dove si possono trovare gli approfondimenti e i lavori degli Es Nova sul web? ''Potete trovare tutto sul nostro sito, all’indirizzo www.esnova.it e sulla nostra pagina facebook https://www.facebook.com/esnovamusic/ e infine su instagram. Quindi restate aggiornati''. (Paola Re)