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06/06/2007   MONDO MARCIO
  'Un paio di sassolini dalla scarpa me li sono tolti...'

E' stato un anno lungo, quello che Mondo Marcio ha passato dalla pubblicazione del suo album d'esordio su major, "Solo un uomo", all'uscita della sua nuova prova sulla lunga distanza, "Generazione X", che a breve raggiungerà i negozi di dischi. "Le mazzate, per così dire, fanno bene, perché fanno crescere", ci racconta lui negli uffici milanesi della sua casa discografica: "Innanzitutto sono stato a New York, l'inverno scorso, per una vacanza che poi è stata tutto meno che una vacanza: mi sono confrontato con produttori locali, che lavorano in modo diverso rispetto a quelli italiani. Possono apparire più professionali, ma anche molto più freddi. Poi ho iniziato a lavorare al disco...". "Generazione X", appunto: nessun nesso con il libro di Douglas Coupland ("anche se dovrò leggerlo, visto che me lo state citando tutti..."), ma un album sicuramente meno autoreferenziale e più "aperto" rispetto a quelli passati. "Sì, dopo dodici mesi così di cose da dire ne ho tante", racconta determinato: "Innanzitutto, un paio di sassolini dalla scarpa me li sono tolti, così da camminare meglio. Il primo riguarda i giudizi che un 'collega' (l'ex Articolo 31 Dj Jad, n.d.r.) ha dato su di me senza neanche conoscermi personalmente. Il secondo ha invece a che fare con l'atteggiamento di una certa stampa" (in particolare Il Giornale, che scavò nella sua vita privata ai tempi di "Solo un uomo") "sempre in cerca di sensazionalismi. Ogni parola che usciva dalla mia bocca veniva ingigantita e travisata, e per uno come me, che detesta essere messo su un piedistallo, la cosa era diventata decisamente insopportabile". Ma l'essere preso a "portavoce" è facile, se si intitola un disco "Generazione X"... "Sì, ma attenzione: non voglio parlare per nessuno. Anzi, mi faccio scrupoli anche a scrivere blog" (cura personalmente la sua pagina di Myspace, ndr) "e libri (uno uscito lo scorso anno, per Mondadori, ed uno "che potrei iniziare a scrivere tra poco..."), per non sovraespormi. Semplicemente racconto come vedo la generazione dei ragazzi che hanno la mia età. I ventenni di oggi sono stati convinti a credere in qualcosa - soldi, lavoro, successo - che poi si è rivelato effimero, soprattutto di fronte agli esempi che il mondo adulto continua ad offrire...". Ma come la mettiamo con l'ossessione, tutta hip hop, per la fama e la grana? "No, è diverso. Credo sia giusto dedicarsi in toto, anche a scapito della propria vita privata, ad un progetto al quale si crede fortemente, come un disco, perché bisogna sempre cercare di realizzare i propri sogni. Trovo invece alienante ammazzarsi di lavoro per uno stipendio fisso... I soldi? Sono solo un mezzo che spesso rende le cose più facili, tutto qui: sarebbe ipocrita negarlo. Ma non ne sono ossessionato". Per quanto riguarda l'aspetto prettamente musicale, "Generazione X" non si discosta più di tanto da "Solo un uomo". "Beh, certi punti fissi sono rimasti, certo: i lavori di Dr Dre restano imprescindibili. Ma dopo essere stato a New York ho 'assorbito' molto hip hop 'dirty south': tipo Young Jeezy, rapper così... E' incredibile come nella grande mela, forse la città più 'old school' del mondo, si ascolti roba che viene da Atlanta o St. Louis...". E le basi rimangono sempre farina del tuo sacco... "Già, curarle personalmente è un mio vezzo. Volevo dimostrare di essere in grado di continuare a scrivere belle canzoni, di avere qualcosa da dire. Anche perché, nonostante stampa, etichetta o promozione, alla fine la differenza la fa sempre la qualità di un disco...". Oltre a Caparezza, che duetta con te in uno dei brani del disco, c'è qualche altro "sfizio" che avresti voluto toglierti? "Certo. Beh, mi piacerebbe fare un disco suonato, ma - soprattutto in Italia - i mezzi per realizzarlo sono pochi. Oltretutto, è difficile trovare musicisti che abbiano quel particolare groove che faccia funzionare una canzone, quel gusto tutto 'black', africano nel ritmo. Ma se dovessi trovare le persone giuste mi piacerebbe molto. Poi collaborare con J. Ax: ci siamo conosciuti, e c'è stata subito intesa. Lo ammiro molto, soprattutto per la sincerità che mette nei suoi dischi. Adesso dobbiamo solo capire come concretizzare questo 'lavoro di squadra'...". A proposito di lavori di squadra: ripeterà Marcio l'esperienza che lo ha visto rileggere, coi Finley, la sua "Dentro la scatola", con un'altra rock band? "Il rock mi piace molto, ma non ho progetti al momento", risponde lui diplomaticamente: "Il remix coi Finley è stato ok... E' servito forse più a loro che a me, comunque conservo un bel ricordo, per carità". Ma tra le priorità di Mondo Marcio adesso ci sono i live in supporto al nuovo disco. "A parte qualche apparizione promozionale in estate, il tour vero e proprio partirà in settembre, nei club. E per questo giro vorrei portare sui palchi non solo un concerto, ma un vero e proprio spettacolo: mi piacerebbe curare di più i visual, con schermi e luci, in modo da offrire uno show convincente e soddisfacente anche a chi viene ai miei live non conoscendo le mie canzoni". (Musica Italiana)