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31/07/2019   MORENO DELSIGNORE
  ''In ogni momento della vita la ricchezza delle esperienze chiede voce...''

Moreno Delsignore è un cantautore e vocal coach di Como, già leader della rock-band Scomunica ed oggi impegnato nella carriera solista con la pubblicazione dell’album d’esordio “Risveglio”. Conosciamolo più da vicino.

Ciao Moreno. Sei in attività da circa trent’anni, di cui 22 passati con la rock-band degli Scomunica, ed ora sei in campo con il debut-album “Risveglio”, nel quale hai inserito sonorità diverse rispetto ai tuoi trascorsi. Voglia di dare un taglio netto col passato o semplicemente ampliamenti evolutivi? ''Ciao a tutti voi, il rock è secondo me un’attitudine di vita ben prima di essere un genere musicale, quindi una linea tracciata nel sangue e sulla pelle, se sei rock lo sei con le chitarre distorte come in una versione pianoforte e voce, in realtà addirittura con la tua sola voce. Provo profonda gratitudine per il cammino fatto con gli Scomunica, band della quale fui fondatore, per le centinaia di concerti che ci hanno portato ad essere una tra le realtà rock più importanti degli ultimi 30 anni in Italia''.

È una tracklist molto ricca: ben 16 brani dall’ampia offerta stilistica, nei quali sono presenti un paio di cover di due padri ispirativi per te: “High hopes” dei “Pink Floyd” ed “Innuendo” dei Queen. Perché la scelta è caduta su queste? ''Ognuno degli album che ho pubblicato in carriera ha avuto una genesi lunga, addirittura il primo disco (“Scomunica” del 1995) mi vide scrivere circa 200 brani prima di arrivare a selezionare i 14 della tracklist, 11 furono quelli de “La lentissima fine del mondo”… Insomma, una tendenza “abbondante” perché in ogni momento della vita la ricchezza delle esperienze chiedeva “voce”, e per un autore quello spazio è “trasformativo”, porta a consapevolezza il vissuto perché finalmente lo puoi raccontare, offrire. Spesso la musica guardava avanti nel futuro, dentro intuizioni legate alla vita che soltanto dopo avrei potuto davvero comprendere. ''Risveglio'' porta con sé molti di questi contenuti. La scelta di ''High hopes'' è legata alla cifra stilistica dei Floyd e ad una intensità emotiva che solo quella tonalità di Do minore, quella lentezza, quelle cadenze potevano offrire, nella nostra versione suonata in presa diretta (come praticamente tutto il disco) affiorano un colore ed un senso di sospensione molto personali, legati all'uso degli archi come delle voci in sostituzione delle tastiere. Il coro del brano è composto da molti amici ed ex allievi chiamati a raccolta da ogni parte d’Italia''.

In particolar modo, mi risulta che, prima d’ora, nessun artista italiano si fosse cimentato nella riproposizione di “Innuendo”: un brano decisamente complesso con i suoi continui cambi di ritmo. Che difficoltà hai incontrato nel rifarla? ''Innuendo è un lascito di infinito valore, la scelta fu legata dapprima ai contenuti del testo (“You can be anything you want to be…”), poi ad un desiderio di sperimentazione vocale e musicale che mi facesse evolvere. Suonare in presa diretta un brano con tutti quei cambi di metronomo e di quella durata è stata una prova di livello assoluto, e prima ancora riscrivere in chiave etno/rock buona parte degli arrangiamenti: creare un riff di archi in “Bolero” che non esisteva nella versione originale, creare parti corali personalizzate che fossero in grado di non far sentire la mancanza del classico suono Queen, poi eseguire le parti “Flamenco” tra mani, nacchere e chitarre ricreando quelle suggestioni, e soprattutto… cantare quelle estensioni e quell’intensità, perché davvero non si tratta soltanto di note acute ma delle vibrazioni di un’anima pronta a spiccare un nuovo volo…''.

Che significato particolare attribuisci al titolo “Risveglio”? Quello di far riaffiorare il senso della bellezza interiore per riappropriarsi della buona vita? ''Risveglio è accorgersi di essere stati “dormienti”, Risveglio è “ricordarsi di sé”, cambiare sguardo sulla vita e sulla realtà scegliendo di prendere le distanze da un’idea di sofferenza implicita per aprirsi alla possibilità di stare bene ed essere felici. Risveglio è un atto di coraggio, quello necessario ad assumersi la “responsabilità” del cambiamento''.

Benchè nell’album si faccia poco uso della batteria, sei riuscito a ricreare un quid vibrante con inserti di pop, folk e world: tutto derivante dalla tua fitta esperienza accumulata, o hai fatto ricorso anche ad indicazioni ricevute? ''Il tessuto percussivo dei brani nasce dal mio amore per tradizioni musicale quali quelle: Mediterranea, Medio Orientale, Celtica, Mesoamericana, parte integrante dei miei ascolti formativi. Potrei citare quali fonte d’ispirazione Robert Plant, Bill Miller, Loreena McKennitt, Andreas Vollenweider, Peter Gabriel, Sting e molti altri, ma infine la sintesi era nella mia testa. Ho realizzato le parti percussive suonando tutti gli strumenti, quelli esistenti ed alcuni inventati sul momento, creati con la mia voce, fatta eccezione per le Tabla attraverso la preziosa presenza di Maurizio Murdocca, lo Djembe nelle mani di Fausto Bontà e l’Hang drum suonato da Matteo Comini. Per quanto riguarda il folk le chitarre acustiche sono lo strumento portante del disco insieme ad archi e percussioni: ho utilizzato 6 e 12 corde, mandolino, classica e suonato basso e contrabbasso''.

Nel tuo fitto background figurano partecipazioni a Sanremo Rock, Castrocaro e prestigiose collaborazioni con Vasco, Vandelli, Ruggeri, Mal e tanti altri di cui, per alcuni, sei stato anche il vocal coach: ce ne parli? Chi ti ha colpito di più? ''Insegno canto da 31 anni e mi cimento con esso da almeno 40, le mie fonti di ispirazione sono stati Plant, Stratos, Mercury, Coverdale, Bowie ma ho avuto la possibilità di attraversare molti generi musicali e farne esperienza. Ho insegnato per 10 anni al M.A.S., la più grande scuola europea per lo spettacolo, e da 11 anni all’accademia Rossini, finché nello scorso gennaio ho fondato la mia scuola www.iltempiodellavoce.com. Ho collaborato in tour e per la didattica con diversi importanti artisti, ognuno di essi mi ha lasciato un impressione di unicità che credo sia il reale tratto “artistico”. Ricordo i momenti estremamente diversi dell’interazione con Vasco Rossi, un professionista lucidissimo e centrato ma anche un uomo capace di vivere sul filo, così come ricordo i tratti posati e riflessivi di Ruggeri, la disponibilità gioiosa di Giuni Russo…''.

Ringraziando Moreno Delsignore per averci fatto conoscere più da vicino il suo mondo artistico, ci complimentiamo per l’ottimo “Risveglio” che ha destato il suo album, con un inconfutabile tocco di classe.