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22/08/2019   D.IN.GE.CC.O
  ''Il Paradiso è più a portata di mano di coloro che dormono e restano immobili. Ma è davvero un paradiso?''

Abbiamo avuto il piacere di intervistare il compositore e artista perugino D.In.Ge.Cc.O, e di parlare del nuovo album “G”, pubblicato dall'etichetta Waste Noise, disponibile dal 20 maggio 2019. Ecco cosa ha risposto alle nostre domande.

Questo album ha un filo conduttore? ''C'è un mondo dietro questo progetto. Un mondo reale ed immaginifico a cui mi auguro riuscirò a dare interamente corpo col tempo. Ci sono diversi fili conduttori in realtà. L'idea del viaggio è stato il pretesto e motore dell'impianto creativo di base. Un viaggio reale e interiore attraverso alcuni luoghi ed il tempo del passato e del presente. Mi sono accorto, poi, che le citazioni ispiratrici erano meramente stilistiche, legate ad una modalità di rappresentare delle idee attraverso la musica elettronica che si sono susseguite negli anni, citazioni stilistiche che poi si sono di fatto trasformate ed hanno preso un'identità tutta loro. Non c'è infatti nessun richiamo esplicito a tendenze o mode o mood musicali del passato ma solo degli echi, dei richiami impliciti, che poi, rapportati ai singoli pezzi, perdono completamente le loro originarie caratteristiche assumendo una identità del tutto nuova. Un mio amico mi ha chiesto se alcuni spunti melodici o armonici fossero ripresi da qualche vecchio disco degli anni '70-'80, magari di autori poco conosciuti, confidandomi, in realtà, che non aveva trovato nulla nemmeno cercando su "shazam". E infatti non poteva trovare nulla perché è tutta farina del mio sacco, melodie, armonie, arrangiamenti. E quando parlo di citazioni parlo di alcuni aspetti stilistici del passato che hanno ispirato il mio modo di fare musica in alcuni brani. Ma come dicevo prima, alla fine, queste ispirazioni, questi stessi aspetti stilistici che hanno caratterizzato una primaria ispirazione, si sono sciolti e sono scomparsi nella creazione musicale dando vita a qualcosa di diverso e di nuovo. Di questo sono molto orgoglioso perché quando qualcuno ha l'impressione di ascoltare melodie o armonie che richiamano qualcosa di "atavico" vuol dire che riescono a lasciare il segno''.

Da dove trai ispirazione per la tua musica? ''Questa domanda ci fa tornare ai fili conduttori, e posso dirti che "G"è stato ispirato ampiamente anche dalla mia passione per la filosofia. Ognuno dei pezzi è un'istantanea fatta al mondo contemporaneo e a volte ad un possibile futuro con le sue contraddizioni, i suoi lati cupi e gioiosi, le sue manìe e le sue speranze. Un mondo frenetico e in movimento. Un continuo muoversi che aspira a raggiungere qualcosa, la ricerca di un nuovo assoluto, una ricerca questa che contraddistingue un po' la nostra era filosoficamente parlando. "Birthday will exist 4 ever" è una dichiarazione di principio alla ricerca di questo assoluto: siamo nati, siamo vivi e dal giorno della nostra nascita saremo stati vivi per sempre, nel futuro, nel tempo. L'esaltazione della speranza nel cercare di prendere l'ultimo treno per andare alla ricerca di sé stessi, anche fosse per l'ultima volta, è il motivo ispiratore di "Because you try to catch the last train". I sogni di un insegnante che cerca di rispondere alla formalità che il suo ruolo gli impone, ai saluti composti dei suoi alunni quando entra in classe (di una scolaresca polacca in questo caso) contrapponendo alla forma la sua visione onirica della natura e del mondo circostante; l'estetica di Brughis (personaggio immaginario di cui sentirete parlare) scandita da una voce femminile in lingua tedesca, ci rappresenta invece un asettica visione filosofica in cui il bene ed il male si immedesimano solo con l'estetica (come spesso accade in questi nostri tempi). L'amore per Plutone nel brano "Earth Loves Pluto" richiama l'astrologia esoterica nella rappresentazione di un viaggio di trasformazione. Quando scrissi il libro "Domani niente sarà più lo stesso" mi ispirai molto a questo senso ineluttabile di cambiamento ed alla figura di Plutone come rappresentazione dell'idea di prendere congedo da tutto quello che siamo, che eravamo e non saremo più. E così il brano immagina che il pianeta "terra" va verso questa direzione, una trasformazione radicale nel bene o nel male, per amore di Plutone, Dio del cambiamento nella mitologia greca della distruzione e della rinascita. "Paradise is for the sleepers" è invece una riflessione su quanto sia dura la ricerca e il riuscire sempre a continuare il cammino, non fermarsi al primo ostacolo perché, di certo, cercare sé stessi non è il paradiso, è un cammino difficile fatto di ricadute e ripartenze (musicalmente il brano ha diversi stop and go)... di sicuro il Paradiso è più a portata di mano di coloro che dormono e restano immobili. Ma è davvero un paradiso reale quello dei dormienti? (La saga di MATRIX docet). Il concetto di trasformazione, di cambiamento, di movimento, quello legato al viaggio alla ricerca di sé stessi, sono questi i mondi da cui traggo ispirazione e che rappresentano i fili conduttori principali del mio lavoro, tutti mondi iperconnessi tra loro e con la contemporaneità ed al futuribile''.

Cover del disco, chi è l'autore e che messaggio volevate trasmettere? ''Idea grafica mia, realizzazione mia, tutta farina del mio sacco (ho fatto un corso on line professionale per photoshop e credo di essere stato un bravo allievo)! L'idea era quella di sintetizzare al massimo quello che c'è dentro il disco. Ne è nato un "grosso punto" in campo bianco. Credo sia riuscito a rappresentare graficamente quello che è "G" sotto diversi aspetti (ma anche quella che è la mia musica in generale). Un progetto musicale tecnicamente elaborato, con sonorità dure, post industrial, da laboratorio a volte sintetiche ma che dà anche molto spazio ad un aspetto romantico e decadente musicalmente parlando (lo sfondo alla lettera G, rappresentato da goccioline di pioggia che si trasformano quasi in cellule con l'idea della rappresentazione di un'ameba centrale, quasi extraterrestre, che può essere vista anche come un ornamento floreale proveniente da un'altro pianeta). E poi la G come rappresentazione di un assoluto estetico e di significato. All'inizio avevo in mente il nome ''Grooves'' per l'album, ma poi mi resi conto che, con quello che rappresentava il disco, musicalmente, era molto limitativo... poi mi era venuto in mente ''Gold'' ma era un po' troppo abusato e un po' fuorviante per il progetto... ancora mi venne in mente ''GodGrooves'', di certo un titolo d'impatto ma un po' superbo e troppo ridondante, con quel "God" di mezzo... infine mi accorsi che tutte queste idee iniziavano con la lettera G, e dato che è l'iniziale anche del mio nome e che la sintesi apre sempre molti scenari evocativi (ed io volevo che fosse così perché la musica di "G" evoca scenari immaginifici) la scelta ricadde su "G"''.

Quanto è importante per te trasmettere emozioni al pubblico? ''Questa domanda mi riporta alla mente la diatriba se l'arte debba emozionare o farci ragionare. Di certo l'ossessione di comunicare che sta dietro ogni lavoro pubblicato (e che solo per questo, per antonomasia, cerca un suo pubblico), fa sì che sia importantissimo anche per me interessare, far riflettere e perché no, anche emozionare il mio pubblico. Ci sono due citazioni relative alla musica che adoro. La prima è di un monumento della musica di tutti i tempi, forse il più grande: "La musica aiuta a non sentire dentro, il silenzio che c'è fuori" (Johann Sebastian Bach). La seconda è di Nick Hornby, scrittore e sceneggiatore contemporaneo: "La musica ha un grande potere: ti riporta indietro nel momento stesso in cui ti porta avanti, così che provi, contemporaneamente, nostalgia e speranza". Ecco, se attraverso la mia musica riuscissi anche un poco a suscitare gli stati d'animo rappresentati così bene da queste due citazioni, so che potrei essere soddisfatto del mio lavoro, e di conseguenza mi sentirei davvero felice, in senso lato''.

Cosa ti aspettati per il futuro del progetto? ''Mi aspetto di riuscire a diffonderlo il più possibile e di riuscire a spiegarlo. Oggi un disco dura davvero poco da un punto di vista commerciale, ma secondo me dipende anche da quello che quel disco ha davvero da dire. Penso ci sia ancora tanto da dire riguardo a "G", e cercherò di creare sempre più interesse su questo lavoro, magari giocando di sponda, un po' come ho fatto con quest'intervista. D'altronde sarebbe sminuire questo lavoro nei confronti di me stesso, innanzitutto, se non mi prendessi la briga anche di spiegarlo di più, in qualche modo. Comunque sono felicissimo dell'impatto che sta avendo e di come se ne stia parlando in alcuni circuiti. Insomma, in molti hanno compreso la complessità del lavoro, parola che non va confusa con "pesantezza": "G" in realtà è un disco fresco e godibile, ed ho apprezzato molto alcune recensioni che hanno approfondito anche questo aspetto. L'interesse che sta suscitando sta comunque andando aldilà delle mie aspettative e mi spinge a lavorare molto per donargli sempre un rinnovato respiro. Presto saranno disponibili dei remix di prossima uscita (purtroppo con un po' di ritardo rispetto alle previsioni data la mia pignoleria) e un video nuovo in lavorazione, video dell'estratto secondo singolo, che uscirà in Autunno''.

Per tutti i nostri lettori, come possono mettersi in contatto con te e su quali canali si può ascoltare/acquistare il disco? ''Visitate il mio sito www.dingecco.com, dove potete trovare i links degli stores dove poter comperare i miei lavori e i portali dove poter ascoltarli oltre che i links di tutti i miei social. In questo link un elenco dei principali canali dove poter acquistare ed acquistare "G" : https://imusiciandigital.lnk.to/vY5w2''.