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29/01/2020   DISCO ZODIAC
  ''Frequentavamo la stessa scuola e non ci eravamo neanche simpatici...''

Siete una band composta da 5 elementi, vi va di raccontarci come vi siete conosciuti?
 ''Suonavamo nella stessa scuola di musica e non ci eravamo neanche simpatici, ci importava solo di suonare. Poi, dopo aver fatto un paio di concerti come cover band degli Arctic Monkeys, abbiamo capito che potevamo fare di più e magari mettere su delle canzoni tutte nostre, ci siamo semplicemente divertiti''.

Come mai avete deciso di chiamarvi proprio Disco Zodiac? ''Siamo dei cinefili e abbiamo rubato Zodiac dal film di David Fincher, ne eravamo troppo affascinati e lo abbiamo inserito nel nome della band''.



 
 Ora passiamo ai vostri singoli “Vino” e “Platino”. Quanto vi ha aiutato la guida di Marta Venturini e dello Studionero di Roma? ''Non è facile trovare qualcuno che ascolti le tue idee dandogli una forma e un suono ancora più preciso… con Marta Venturini c’è stato uno scambio di idee giuste e mirate nel cercare di creare un’identità musicale riconoscibile''.

Il disco che uscirà quest’anno suonerà come questi brani o ci dobbiamo aspettare qualcosa di diverso? ''Uscirà a breve e sarà molto diverso da quello che la gente può aspettarsi visti anche i nostri singoli... il retro pop è alla base di tutto, ma le atmosfere dentro sono molte e differenti''.


 
 Quanto vi siete divertiti a girare il videoclip di “Vino”? ''Abbastanza ma è stato più impegnativo delle nostre aspettative. Avevamo deciso da subito che doveva essere una corsa in macchina, ma non credevamo saremmo arrivati a girare in un set cinematografico con una Cadillac degli anni ’70, e il risultato è stato sorprendente anche se ci è sfuggita un po’ la mano...
''.

Che cosa provate riascoltandovi nelle cuffie?
 ''È come ascoltare Gianluca Grignani negli anni ’90, o comunque qualcosa che suona con una componente vintage molto presente. È un bell’effetto in realtà''.


 
 Prossimi progetti? ''L’uscita dell’album è un progetto importante per noi, la stiamo curando al meglio possibile, un singolo alla volta.
 Ci basta prendere consapevolezza di quanto possa essere apprezzata o meno la nostra musica... da lì capiremo quali sono i prossimi obiettivi''.