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31/03/2020   GENNARO DE CRESCENZO
  ''Le canzoni più famose del mondo sono inglesi o napoletane...''

Gennaro De Crescenzo, napoletano, nasce in una famiglia di musicisti: il padre Luigi, in arte Gino Deck, negli anni '70 canta nel complesso Eduardino e i Casanova; il maestro Vincenzo, suo zio, autore di grandi canzoni e sceneggiate, tra cui le più celebri "Luna Rossa", "Credere", “Malinconico Autunno”, “A sciurara "; poi Eduardo di "Ancora", "Vola", "Il racconto della sera", ed Eddy Napoli, ex voce solista dell'Orchestra Italiana di Renzo Arbore e di inni storici come ''Malaunità''. Gennaro si affaccia al mondo musicale nel 2016, quando inizia a frequentare il Musiclab Studio dove incontra per la prima volta Savio Arato (maestro di canto) e Claudio Bevilacqua, arrangiatore del CD "Musica per Napoli" per l'etichetta discografica TDM RECORDS. Dopo aver esordito nella Galleria Marconi di Casoria per il calendario Natalizio 2016, casa Di Fiore di Carlo De Vita, partecipa all' apertura del concerto di James Senese per il cartellone "Alla corte del gusto" tenutasi a Marigliano. Nel 2017 ha partecipato alla rassegna "Omaggio a Totò. Estate a Napoli" al Chiostro di San Domenico Maggiore, anno di pubblicazione del video LUNTANO SE NE VA e del progetto discografico MUSICA PER NAPOLI. L'anno successivo ha ritirato il Premio Casa Sanremo, conquistando il terzo posto. Andiamo a conoscerlo meglio.

La canzone napoletana ha saputo imporsi nonostante tutte le dominazioni che ha subito (svevi, normanni, angiolini, aragonesi e borboni). Qual è secondo lei il segreto che ne accompagna l’immortalità? ''Non so se sia giusto parlare storicamente di "dominazioni", perché spesso (ad esempio con gli Angioini e i Borbone) Napoli ha vissuto dei periodi splendidi da grande capitale mondiale, e credo che più che "dominato" il popolo napoletano è stato capace di scambiarsi le culture con tutto il mondo e di dominare con la sua cultura, anche con la musica e la cultura. La canzone d’autore nasce proprio da quella napoletana, già all’epoca di re Federico II dove nelle ballate popolari vengono inseriti testi di tematiche amorose, sociali, e di rivendicazione, come in “Muccaturo” in cui si accusa Federico di non aver dato al popolo che vive in miseria le terre promesse''.

Perchè nella canzone napoletana in specifico troviamo anche oggi sempre la stessa tristezza, pur essendo i napoletani particolarmente pieni di vita e di allegria? ''Credo che le canzoni siano lo specchio dei tempi, e che raccontino la politica, l'amore, la tristezza o l'allegria da sempre. Anche oggi trovi canzoni allegre o tristi, anche se spesso quelle tristi magari hanno più successo perché chi soffre si "consola" con le parole e le note...''.

La canzone classica napoletana nasce con “Te voglio bene assaje” nel 1835, da allora si è propagata con un successo incredibile in tutta Europa e anche oltreoceano in occasione di grossi flussi migratori rendendola immortale. Che cos’ha di così unico questo genere musicale e questo dialetto riconosciuto in tutto il mondo quasi come una lingua a sé? ''Forse più che un "dialetto" riconosciuto come lingua, quella napoletana è una vera e propria lingua, con la sua grammatica che in pochi forse conoscono e rispettano e soprattutto la sua storia: dal 1200 al 1500, passando per le meravigliose favole di Giambattista Basile del Seicento per arrivare a "Te voglio bene assaie" fino ai Di Giacomo, ai Bovio o ai Pino Daniele, la storia della lingua e della nostra canzone ha poche rivali nel mondo, e molto magari si lega anche alla musicalità delle parole, grande almeno quanto quella della lingua inglese, e non a caso le canzoni più famose del mondo sono inglesi o napoletane...''.

Esce “N’atu Sole”, il suo nuovo singolo. Ci racconta un po’ com’è nato questo brano, chi l’ha scritto , chi ha collaborato nella realizzazione, e quando ha deciso di interpretarlo? ''L'autore Mikele Buonocore ha profuso davvero un lavoro straordinario. Colgo l'occasione per ringraziare, oltre che l'autore, l'arrangiatore Ennio Mirra, i musicisti Maurizio Epoca e Martino Brucale. La canzone è presente nel progetto ''Evergreen Musica senza tempo Vol.1''. Tutti hanno dato il massimo pur di rispondere alla mia esigenza di presentare un brano musicalmente emozionante''.

Cosa racconta questo brano, qual è il messaggio che vuole mandare? ''Il brano racconta di questa donna che mi fa penare attraverso notti insonni, inverni freddi e pieni di pioggia, ed io col cuore prima o poi arriverò ad amarla''.

Essere figlio e nipote d’arte pesa molto per la sua crescita artistica? ''Un nome importante si traduce soprattutto in responsabilità, ovvero nell'intraprendere scelte che guardino alla qualità. Per questo motivo il lavoro che metto in campo e' sicuramente il doppio che si svolgerebbe in altri contesti''.

Cosa invece ha potuto apprendere dagli artisti più in vista della sua famiglia? ''Ho appreso l'arte, è la cosa che subito mi viene in mente, oltre ad essere umile''.

Sta già pensando ad un progetto nuovo? ''Sto lavorando ad una serie di progetti che, per ragioni scaramantiche, non svelo, la musica sicuramente sarà la protagonista del mio impegno e del mio futuro''.