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30/04/2020   GIOVANNI GALBIERI
  ''Scrivere è l'espressione più simile alla libertà che io conosca...''

Il cantautore veronese Giovanni Galbieri, ha pubblicato “La cura del sale” (Maxy Sound), il suo nuovo singolo accompagnato dal videoclip ufficiale. “La cura del sale” esprime un concetto universale che spesso diamo per scontato: la consapevolezza. “La cura del sale” vuol essere un inno alla vita nel senso più primitivo, quella fatta di emozioni vere, genuine, anche fuori dagli schemi se necessario, purché producano un effetto positivo e rivitalizzante (''morale od immorale, mi curo con il sale'').

Ciao Giovanni, come sei arrivato all’idea di approcciarti alla musica scrivendo canzoni? ''Buongiorno, beh è stato abbastanza casuale. Iniziai all'età di quindici anni, quando con la mia prima band decidemmo di fare qualche pezzo inedito. Da lì cominciai a scrivere pezzi, certo i primi erano delle filastrocche senza né capo né coda ma con il tempo ho affinato la tecnica. Non c'è bisogno di dare spiegazioni quando scrivi, è la l'espressione più simile alla libertà che io conosca''.

Nel 2018 hai pubblicato il tuo primo album intitolato “Pensa poetico”, come è nato e cosa racconti attraverso le canzoni dell’album? ''È un album che racchiude più di tre anni di musica e nasce dall'esigenza di dar vita a pezzi che troppo tempo avevo tenuto nel cassetto. Nella copertina c'è una frase: "Ai tormentati, che per loro sfortuna non smettono mai di cercare", un elogio a tutti quelli che hanno voglia di guardare oltre, che si interrogano, che non danno mai nulla per scontato. Uno fra tutti Arthur Rimbaud, "Sensazione" è il pezzo che lo omaggia. C'è, fra gli altri, un tributo alla città di Genova, nel brano "Pelliccia e sale", mentre un altro parla di una prostituta, Wendy, che lotta contro i pregiudizi della gente, anche dei suoi stessi clienti''.

Cantautore e atleta professionista della nazionale italiana. Quali sono gli aspetti o gli elementi che ritrovi in questi due mondi così distanti? ''C'è un punto comune nella gestione ad alti livelli dell'atleta e dell'artista professionista. Ma nello specifico, credo che siano agli antipodi. L'atleta è un lavoratore infaticabile, che trova nell'allenamento quotidiano ripetuto per giorni, mesi, anni, il suo mantra, al fine di raggiungere un risultato per migliorare e vincere. L'artista, secondo il mio modesto parere, è un marinaio in balia delle maree, dotato solamente di una bussola, con con un'idea di andare a nord consapevole di potersi imbattere in una tempesta e ritrovarsi naufrago all'estremo sud''.

Come è nata “La cura del sale”? ''Questo brano nasce dall'esigenza di fermarsi un attimo e riflettere sulle scelte prese. Talvolta la malinconia, costante nel nostro vivere, prende il sopravvento mandandoci in tilt. "La cura del sale" vuol essere un invito a guardare il tutto con un po' più di leggerezza e fare solamente quello che ci fa stare bene, a prescindere dal resto''.

Il videoclip, molto semplice, rappresenta la tua idea iniziale di rappresentare in immagine i versi del tuo nuovo singolo? ''L'idea del videoclip è nata da Max Titi (produttore del brano). Ha avuto un'ottima intuizione nel rappresentare la canzone secondo il suo modo di interpretarla. Questa "scatola misteriosa" attorno alla quale gira tutto il video, riassume al meglio e in modo molto diretto il concetto stesso del pezzo, rappresentandone l'essenza''.

Quali saranno i tuoi passi futuri da atleta e musicista? ''Da atleta, parlando ora, il primo step sarà quello di tornare alla normalità, riprendendo gli allenamenti. La stagione avrà pochi appuntamenti quindi ci si dovrà allenare molto in vista di una programmazione a lungo termine. Per quanto riguarda la musica, questo periodo di quarantena mi ha dato la possibilità di scrivere nuovi pezzi e sviluppare idee, con la speranza di riuscire a pubblicare un nuovo singolo entro la fine dell'anno''.