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07/07/2020   GILBERTO
  ''Non ero più libero, mi stavo ingabbiando da solo...''

Il nostro recensore Gilberto Ongaro è anche cantautore, ha fatto uscire su YouTube il suo nuovo singolo “Non è un Paese per Jovanotti”, già su Spotify e presente nel nuovo album “Con tutto il dispetto”. Gli facciamo delle domande su questa canzone e sul suo passato da Saffir Garland.

Perché non è un Paese per Jovanotti? “Mi voglio divertire a lasciare libera interpretazione a chi ascolta la canzone. Gioco su piani sottili, e condividendo la canzone tra conoscenti, ho già visto che alcuni ne hanno frainteso il significato. Ma ci gioco, sul fraintendimento. Questa canzone è un test”.

Ma tu odi Jovanotti? “Ma no, e perché dovrei? Son sicuro che se Jovanotti la sentisse, si metterebbe a ridere, oppure farebbe sì con la testa serio, capendo dove vado a parare. Del resto, lui è amico di Vasco, e quando cantò “No Vasco, no Vasco, io non ci casco” se la sono presi tutti. Vediamo se i suoi fan sono più diplomatici!”.

Nel tuo videoclip non ci sei, ma vediamo una brava ballerina. Chi è? E come mai non ci sei? ''“Quando abbiamo ragionato sul video, io e il regista eravamo in due regioni diverse, durante la Fase 2 del lockdown. Non potevo raggiungerlo. Ma a me sta bene comparire poco. Mi interessa che si diffondano le mie canzoni, più che la mia faccia. Ho chiesto al regista, Maurizio Del Piccolo, di trovare una ballerina che interpretasse il testo col suo corpo. E ha conosciuto Chiara Cardini. Insieme hanno avuto l’idea coreografica che vedete nel video, che io ho potuto vedere solo una volta pronto. Mi sono emozionato: senza che dessi spiegazioni, hanno colto il messaggio di fondo della canzone, quello non detto nel testo! Certe cose non si spiegano a parole, e mi ha colpito la loro sensibilità''.

Cosa significava il nome Saffir Garland, e perché l’hai abbandonato? ''Saffir Garland, storpiando l’inglese “sapphire”, vuol dire “ghirlanda di zaffiro”. Era un progetto ambizioso: unire volutamente più generi musicali in un unico contenitore, che facesse assaporare libertà. Ma ho esaurito le idee per quel frullatore prog, e non ero più libero io, mi stavo ingabbiando da solo. Inoltre scrivevo in modo rabbioso, sai com’è, a 20 anni siamo tutti rivoluzionari. Quando invece ho preso la decisione di cambiar nome e uscire come Gilberto, scrivendo in maniera più pop, mi sono uscite tante canzoni nuove di fila. Ci voleva proprio un taglio! Vivo meglio con me stesso, e mi sembra che anche gli amici ascoltatori l’abbiano presa bene, non mi danno del “venduto”. Anzi, qualcuno mi ha detto: “Era ora!”.

Nel 2020 sono usciti altri tuoi singoli su YouTube, con la precisa cadenza di uno ogni 20 del mese. Come mai questa scelta, e perché “Non è un Paese per Jovanotti” invece esce il 7 luglio? ''Così, per cazzeggio. Per la precisione, “Bighellone” l’ho fatta uscire il 20 gennaio 2020 alle 20.20. Perché appunto sono un bighellone! Ora siamo a metà 2020, anno che si spera migliori, e le restanti canzoni dell’album le faccio uscire su YouTube il 7/7, l’8/8, il 9/9 e così via; è divertente!''.

L’album appunto, che uscirà su Spotify forse a fine luglio, si chiama “Con tutto il dispetto”. Il dispetto verso chi? ''Il dispetto è verso… No, è verso troppe persone e cose, e forse anche verso me stesso. In una canzone prendo in giro il “cantautore impegnato”, che ero io prima. Poi ho nascosto frecciatine dirette a persone specifiche, che possono decifrare solo loro, chissà se mai se ne accorgeranno. Dispetto verso i consigli non richiesti, e forse anche verso il buonsenso. Non sono nessuno, e forse queste scelte mi garantiranno di restare nessuno ancora per molto. Ma almeno così ho ancora quello a cui tengo di più: la totale libertà creativa!''.