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08/07/2020   I-DEA
  ''Noi ci nutriamo ogni giorno di musica, questa è la vera droga del rockettaro...''

Hanno convinto lo Zio del rock Omar Padrini a collaborare con loro nell’ultimo album “Umani”, che è anche la titletrack del singolo e video. Parliamo della band torinese I-Dea, che nel nome del rock Made in Ita ha costruito la propria carriera. Rock italiano è la parola chiave per descrivere e capire la band torinese e il loro nuovo capitolo discografico. Quel rock tricolore che ha raggiunto il suo picco tra i ’90 e i ’00, quel rock coltivato con passione e coerenza negli anni. Quella passione che vive orgogliosamente al di là delle mode e delle generazioni. Il legame con l’ex frontman dei Timoria è stato talmente ampio che lo stesso Pedrini li ha assoldati nella sua nuova label “Senza Vento”. Ne parliamo con Gianvito Piliero, voce degli I-Dea.

Siete dei veri rockettari italiani: da cosa si riconosce un vero rocker? ''Essere rockettari è uno stile di vita, si è un po’ ribelli, però sempre attenti a quello che ci circonda, il rock ha tante sfumature, è molto contaminato dal punk al metal, dal grunge al classic rock. Un rocker che si rispetti ascolta un po' di tutto. Si fa una cultura, poi ovviamente in base ai propri gusti uno sceglie il proprio stile. Noi ci nutriamo ogni giorno di musica, questa è la vera droga del rockettaro''.

Il vostro album “Umani” ha un taglio decisamente rock tricolore, tipico degli anni '90 e '00: riuscirà a riportarci indietro nel tempo? ''Le influenze di quel periodo non possiamo dimenticarle, siamo cresciuti quando il rock in Italia era all'apice, ne abbiamo sentite di tutti i colori per fortuna. Riportarvi indietro sarebbe bellissimo, vorrebbe dire tornare ai tempi di quando il rock era un po' più considerato di adesso''.

Chi sono gli “Umani” del vostro album ed omonimo singolo? ''Gli “umani” siamo noi, ogni essere vivente sul nostro pianeta: viviamo, respiriamo, beviamo, senza distinzione, tutti allo stesso modo. “Umani” sensibilizza di sicuro verso il tema del razzismo, ma non solo tra persone con la "pelle" diversa; vuole far capire di provare a rispettare ogni forma di vita''.

Dateci delle anteprime su altri progetti della band, soprattutto sui live. ''Prima di tutto speriamo che tutto torni alla normalità, pian piano si sta ripartendo, siamo felicissimi di "debuttare" live il 25 luglio in apertura ad Omar Pedrini al Vertigo di Pianezza a Torino. A settembre, invece, torniamo per la terza volta alle finali di Sanremorock al teatro Ariston, e poi si spera che il cosiddetto tour possa realmente iniziare, in modo da poter portare “Umani” in più posti possibili''.

Cosa vi ha detto Omar Pedrini, in occasione della collaborazione con lui in “Umani”, che vi portate nel cuore? ''Omar era molto entusiasta dell'uscita del nostro album, per lui è la prima produzione con la sua nuova etichetta Senza Vento e noi siamo onorati di essere entrati a far parte della sua "famiglia rock". Ci portiamo dietro certamente una bella responsabilità, ma abbiamo realizzato un sogno che inseguivamo da tanti anni. Per noi avere il simbolo del rock italiano nel nostro disco è qualcosa di indescrivibile, quel tipo di esperienze che sogni fin da ragazzo e alla fine ti fanno capire che tutto è possibile''.