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11/10/2024
09/07/2020 INVISIBLE WAVE
''Spesso, nella vita, è ciò che non si vede, che non è immediato, che la rende speciale, stimolante...''
L’angolo interviste di oggi è riservato ai friulani Invisible Wave, trio formato dal musicista, scrittore e mental-coach Guido Tonizzo, il quale ci parla del nuovo e.p. “Stay Safe”.
Ciao Guido. Quando hai dato vita agli Invisible Wave e perché questo nome? ''Ciao e grazie! Il tutto nasce nel 2017 e il nome Invisible Wave è stato il frutto di una ricerca atta a rispondere a questa domanda: “Che cosa voglio che sia questo progetto? Di cosa parla?”. Non volevo un nome banale. L'intuizione dopo un po' è arrivata e calza a pennello. Spesso, nella vita, è ciò che non si vede, che non è immediato, che la rende speciale, stimolante, che ci porta a “guardare oltre”. Possono essere i valori di una comunità, che come un'onda invisibile coinvolgono le persone che vi appartengono. Possono essere... i sogni. Può essere la musica stessa e anch'essa in modi diversi coinvolge, ispira e “cattura” tutti noi. Può essere il senso stesso delle cose, il motivo per cui facciamo le nostre scelte, il senso che diamo alla vita, che è uno dei temi di cui trattiamo. L'onda invisibile, Invisible Wave, è quindi un modo per comunicare, descrivere, e allo stesso tempo ricercare, all'interno di ciò che non è immediato, ma che se è portato a consapevolezza può valorizzare la vita''.
Oltre che in musica, ricopri un ruolo anche in campo letterario, teso al miglioramento delle persone: con quali modalità? ''Le modalità sono quelle della condivisione di conoscenze, della collaborazione tra diverse esperienze (come avviene ne “Il libro del cambiamento” (Tecniche Nuove) di cui sono co-autore insieme a due medici, dove io, da mental coach, affronto temi quali l'esprimere il meglio di sé, il chiarirsi le idee sui propri obiettivi, ed altro ancora, anche con metodi pratici). Faccio ciò che mi piace. I miei scopi sono da un lato fare ricerca, integrare, imparare, e poi condividere la mia conoscenza ed esperienza, per dare una mano, un supporto costruttivo. E con questa intenzione ho scritto poi “2020: UN AIUTO PER VIVERE AL MEGLIO” (Tecniche Nuove), che può essere scaricato gratuitamente, proprio perché l'intenzione mia e dell'editore era di dare una mano a chi fosse in particolare difficoltà ai tempi del lockdown. E' giunto a svariate decine di migliaia di persone e ciò mi fa felice''.
Quali sono le difficoltà che incontra un mental-coach nel suo operato? ''Come mi piace sempre precisare, “mental coach” è un'etichetta, un modo per dare un nome a un'insieme di attività e competenze, usando due sole parole. Esistono però diverse scuole, diversi gradi di competenza. Ad esempio, la mia formazione è costituita da un insieme di titoli, corsi e percorsi di altissimo livello e riconoscimento, ottenuti con tanto tanto lavoro. Esiste però anche chi, con un corso online (neanche in diretta con un operatore), o forse talvolta nemmeno senza aver fatto corsi, si attribuisce il titolo di coach. Quindi, come si fa a dire che queste persone sono in grado realmente di dare un aiuto?! Chi lo certifica questo? Tutto ciò può creare confusione nella gente (ma in ogni mestiere c'è chi è più bravo e preparato e chi meno). Per scegliere un coach in gamba è importante cercare qualche informazione, leggere un cv, o semplicemente chiedergli direttamente le sue esperienze di formazione principali, ad esempio via e-mail. La presenza di coach non
preparati è una difficoltà per, invece, noi coach che ci siamo formati a lungo: il rischio è che facciano di tutta l'erba un fascio. Però, allo stesso tempo (come spesso
avviene nella vita), se da un lato è una complicazione, dall'altro mi da l'opportunità di mettere all'opera il mio valore aggiunto. Per il resto, se si è appassionati di ciò che si fa e si vuole migliorare continuamente, beh, anche le difficoltà le si affronta con questo spirito, fanno parte del gioco!''.
Veniamo al nuovo e.p. “Stay safe”: 6 canzoni in totale il cui focus tematico è? ''Tre aspetti che si intrecciano continuamente, alternandosi tra “il mondo di fuori” e il “mondo interiore”: crescita personale (migliorare il rapporto con sé stessi e trovare il modo per vivere una vita autentica, realizzata e positiva), ricerca spirituale (capire qualcosa in più, ad esempio, sul senso delle cose e sulle domande dell'esistenza), attualità (in particolare nel prendere consapevolezza della propria e altrui comunicazione, informarsi meglio, trovare il modo di dare il proprio contributo positivo al mondo). Tutti questi temi portano ad una maggiore consapevolezza. Il tutto poi si fonde a esperienze personali. ''Call my name'' è una canzone dedicata a
mia madre, mancata qualche anno fa. ''Moments of real life'' parla di come i momenti della vita, quelli belli ma non solo, col tempo possono essere rivalutati, perché ci
hanno maturati e resi quello che siamo, o ci danno la possibilità di essere ciò che potremo essere''.
Il tuo fermo credo è “Ognuno è speciale!”. Ok, ma quanto è difficile farlo percepire a persone spesso avvolte in un limbo di pessimismo e rassegnazione? ''Come si suol dire, la mente è spesso ostile al cambiamento, ma quando si cambia in meglio, poi scopri che ne valeva la pena. Ognuno di noi sceglie continuamente.
Comprendere che il fatto di potersi migliorare è un'opportunità fantastica, che rende poi la vita ancora più bella e facilita la scelta di cambiare o meno, e ci prepara, è secondo me una possibile chiave di partenza''.
Ci piace il messaggio che lancia “Fake news”, ossia provare ad andare oltre le apparenze. Credi ancora ci sia nella gente la voglia di approfondire per stanare la
verità oppure crede e si accontenta della prima notizia che gli càpita sotto mano? ''Penso ci sia tanta disaffezione e resa, in molte persone. Senso di impotenza. Per cui, anche quando non si prende per vera la prima notizia che capita, spesso non si cerca una risposta ai propri dubbi. Però ci sono altrettante persone che vogliono essere attive. Possono anche avere idee diverse tra loro, ma io penso che la cosa importante sia che cerchino una propria idea, informata, al tema su cui cercano. Al contrario c'è chi poi vuole avere un'opinione su tutto, senza averne la competenza. I social riflettono questo, talvolta. Si può sempre migliorare comunque. Non sempre c'è una verità riscontrabile, ma abituarsi a porsi domande e cercare risposte ci pone in una condizione più favorevole per sapere di più''.
Il vostro sound, tra rock, ambient ed elettronica, rimanda a nomi di spicco come U2, Muse, Moby, Massive Attack. Anche le tue due compagne di viaggio (Cristina e
Stefania) sono cresciute con questi big o si sono adeguate alla tua scelta stilistica? ''Sia io sia loro abbiamo un percorso musicale vasto, che va anche oltre questi
nomi. C'è una grande affinità che ci ha portato a suonare insieme e con feeling. Naturalmente, scrivendo io le canzoni, ne delineo anche spesso il sound''.
Uno dei tuoi ultimi libri s’intitola “Vita, conoscenza e mistero”: tutti concetti che si correlano anche in musica? Saranno previsti live per promuovere l’e.p.? ''Un altro tema a me caro e che anche la musica degli Invisible Wave affronta, a modo suo, più istintuale, è quello della ricerca spirituale. E' uscito nel 2018 “Vita,
Conoscenza e Mistero” (Caosfera), un libro in cui ho raccolto dialoghi e interviste tra me e molti ospiti in vari ambiti dello studio della vita (personalità autorevoli tra cui scienziati, esponenti religiosi e di culture spirituali, medici, ricercatori, eccetera). Anche qui, collaborazione e rispetto e condivisione di idee, con lo scopo di giungere a una conoscenza più alta di quella della singola persona. In questo EP questo tema viene toccato in modo netto dal brano ''Call my name'' e da ''Invisible Presence'', traccia strumentale conclusiva dell'EP. Abbiamo già unito con successo esibizioni musicali a tema, alla presentazione del mio libro, creando una comunicazione a più livelli: il ragionamento dato dal parlare del testo, e l'atmosfera e la venialità della musica. Per quanto riguarda i prossimi live ci stiamo organizzando al meglio, mentre intanto annuncio che il nostro brano ''Fake News'', nuovo singolo, è la sigla degli eventi di un'iniziativa che mi vede coinvolto e si chiama “Voci Svelate”''.
Ci congediamo dagli Invisible Wave, con il sincero auspicio che possano, in futuro, proporre altre interessanti tematiche, come quelle riscontrate in “Stay Safe”. ''Grazie!''.