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29/09/2020   RIBALTAVAPORI
  ''Assolutamente, irrevocabilmente, letteralmente, pop...''

Ciao Antonio, perché così si chiama Ribaltavapori. Da dove nasce il nome del tuo progetto musicale? ''I ribaltavapori, a Trieste, sono piccoli pesciolini che si servono a tavola dopo la cottura in abbondante olio bollente. Un fritto misto di dimensioni ridotte, insomma. Mi piaceva l’idea di omaggiare le tradizioni di una città che amo, di dare l’idea di qualcosa di mescolato, buono, salato, che trasmettesse voglia di estate, di edonismo e che contemporaneamente incarnasse il senso intrinseco del mio progetto musicale, che non si può riferire ad un unico genere, che non si pone definizioni. E poi, a chi non piace il fritto misto!''.

Trieste, quindi, è la città in cui vivi, scrivi e componi. Come mai ti ha coinvolto così tanto da sentirti in dovere di omaggiarla addirittura con il tuo nome d’arte? ''Trieste è una città piena di contraddizioni. La sua ricchezza sta nella diversità, nel fatto che la gente che vi si muove appartiene a diverse identità, ha diverse provenienze e differenti culture. È una città di confine, con una dimensione talvolta confidenziale e ristretta, talvolta quasi carioca. Un po’ come sono io: cerco di incarnare diversi generi, non mi pongo confini, passo da ritmi latineggianti che inneggiano all’estate, alla canzone cantautorale quasi intimistica''.

È uscito il tuo primo singolo, ''Sex&Sauvignon''. Ce ne parli? ''Sex&Sauvignon è una samba canção che racconta la storia di Diego e Silvia. Un giorno camminavo per via del Bosco e ho notato questa coppia di nomi, scritti con la vernice spray, giganteggiare su un muro e la mia fantasia ha iniziato a viaggiare, come spesso accade, e ho immaginato la loro storia. Una storia semplice, dalle dinamiche note: Diego cerca di conquistare Silvia con una cenetta a lume di candela, lei fa la preziosa, finge di non starci, ma già sa come andrà a finire...''.

Il video è in bianco e nero. Strana scelta stilistica. Ce la spieghi? ''Il video di 'Sex&Sauvignon' nasce dalla collaborazione con il regista Pietro Bettini e con il suo direttore della fotografia Arti Merdov. L’abbiamo fatto uscire alla fine dell’estate, nonostante sia stato girato in un’afosa giornata di luglio, con quaranta gradi all’ombra. Quindi è in bianco e nero come se l’estate fosse già un ricordo. Così come il tema del ricordo è rappresentato dai due protagonisti, volutamente troppo giovani per ricoprire il ruolo di Diego e Silvia. Il testo e l’atmosfera del brano, infatti, descrivono una storia più adulta, convenzionale, legata a dei cliché. È come rivedere Diego e Silvia, ma in un passato dove non era necessario fingere di essere qualcosa di diverso''.

In una parola come definiresti Ribaltavapori? ''Assolutamente, irrevocabilmente, letteralmente, pop''.