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13/10/2020   METANOIA
  ''Non è tutto buio come crediamo, la felicità è dovunque, basta saperla vedere...''

''Vivi (Carpe Diem)'' è il nuovo singolo dei Metanoia, giovane band abruzzese che fonde il brit rock d’oltremanica all’indie pop italiano. Per saperne di più sul loro conto, gli rivolgiamo alcune domande nel nostro spazio-interviste.

Benvenuti. Vi siete formati nel 2014 ma solo quattro anni dopo arriva il debut-single “Colombo”. Poi cosa successe? Di chi è stata l’idea di formare la band? R: ''L’idea è stata di Enrico, il cantante, sui banchi di scuola del liceo scientifico Marie Curie di Giulianova. Giustamente, invece di seguire le lezioni, andava al mare con Daniel, un amico che suonava la chitarra, così nascevano le prime canzoni''.

Metanoia sta per cambiamento delle visione delle cose, soprattutto quelle contrarie. Quindi, un nome che alimenta miglioramento e speranza? ''Certo, è proprio il nostro obiettivo, quello di dare speranza ai ragazzi della nostra età, perché non è tutto buio come crediamo o vogliono farci credere, la felicità è dovunque, basta saperla vedere''.

Dando un’occhiata al video del nuovo singolo “Vivi (Carpe Diem)” si respira un mood evasivo e spensierato in stile indie-pop. E’ un fine che vi prefiggete, quello di incitare la gente a difendere le proprie libertà? ''Sì, assolutamente. C’è anche un’altra nostra canzone, “L’arte di essere sé stessi”, che incita a non rinunciare al proprio essere. “Vivi” ha voglia di leggerezza e non ci gira intorno, lo dice in maniera diretta, perché serve essere diretti in certi casi''.

Pensate che, in generale, la musica possa avere forza sufficiente per stimolare azioni e/o reazioni? ''Certamente, la musica è arte e l’arte si contraddistingue proprio per lo spirito reazionario che produce nelle persone, o comunque per ciò che suscita in chi ascolta''.

La vostra attuale matrice stilistica poggia su assi di brit-pop ed Indie. E’ stato cosi anche in passato per l’album d’esordio “L’equilibrio dei numeri primi?” ''Quell’album è stato un esperimento, è stato uno spartiacque tra ciò che eravamo è quello che siamo ora. “L’equilibrio dei numeri primi” è un misto di generi, c’è del blues, del rock, del pop, dell’indie. Da lì abbiamo tirato le fila e abbiamo detto “Ok, andiamo in quella direzione”, che è ciò che sentite in “Vivi”, cioè un pop ricercato con tracce di funky''.

“Cogliere l’attimo” è sempre quello del vivere “qui ed ora” o, in un momento cosi colmo di incertezza, sarebbe saggio anche pianificare un po’ di futuro? ''È proprio questo che dice “Vivi”, che bisogna essere leggeri, ma non stupidi. Noi diciamo di prenderla con leggerezza e non avere l’ansia del futuro, ma non c’è nulla di male nel pensarci, solo che spesso e volentieri il futuro prendere una piega strana e si trasforma in ansia costante e perenne. Ecco, quello è un limite da non valicare''.

A quali big vi ispirate? A sentire il singolo, vengono in mente Lo Stato Sociale e Pinguini Tattici Nucleari. Ci sono anche loro tra le vostre influenze? ''Non ci sono big a cui ci ispiriamo, cerchiamo sempre di essere i più naturali possibile senza troppe influenze, altrimenti rischiamo di essere la brutta copia di qualcuno. Comunque i Pinguini sono un gruppo che ci piace molto, perché riescono a fare musica leggera con testi mai banali, c’è un gran lavoro dietro e si sente, Lo Stato Sociale no, non li menzioniamo mai''.

Avete condiviso palchi con Meganoidi, Cosmetic e Cisco. Che ricordo avete? Inoltre, è prevista una imminente ripresa dei concerti anche per voi? ''Abbiamo dei ricordi straordinari, soprattutto con Cisco, suonare davanti a 500 persone fa un certo effetto e Cisco è una persona straordinaria. Il 17 ottobre suoniamo a Teramo e non vediamo l’ora perché il palco ci manca parecchio. Quello che sentite nel disco non è neanche la metà di quello che siamo live, i nostri idoli sono i Led Zeppelin quindi capite bene come possiamo liberarci quando suoniamo...''.

Augurando loro ottime prospettive, salutiamo i Metanoia con l’auspicio che il loro singolo possa far ritrovare l’importanza di vivere pienamente il presente. (Max Casali)